dania mondini scoreggia gate andrea montanari

VI RICORDATE DELLO “SCORREGGIA-GATE” IN RAI? DANIA MONDINI, LA GIORNALISTA COSTRETTA A LAVORARE IN STANZA CON UN COLLEGA CON PROBLEMI DI FLATULENZA, IN PROCURA HA RACCONTATO CHE L’ORDINE DI CAMBIARE SCRIVANIA ERA SOLO LA PUNTA DELL’ICEBERG: “QUANDO NEL 2017 È STATO NOMINATO ANDREA MONTANARI DIRETTORE DEL TG1, MI HANNO ASSEGNATO MENO SERVIZI E C’È STATO UN CAMBIAMENTO DI ATTEGGIAMENTO NEI MIEI CONFRONTI. PERCHÉ? MONTANARI VOLEVA SISTEMARE UNA PERSONA A LUI MOLTO VICINA.  MI HANNO DETTO DI ANDARE A LAVORARE NELLA STANZA COL COLLEGA CON NUMEROSI PROBLEMI, NON SOLO IGIENICI. MI SONO RIFIUTATA E MI SONO TROVATA ISOLATA. SONO STATA MINACCIATA E…”

Estratto dell'articolo di Giulio De Santis per www.corriere.it 

 

dania mondini 1

«Quando nel 2017 è stato nominato Andrea Montanari direttore del Tg1, mi hanno assegnato meno servizi e c’è stato un cambiamento di atteggiamento nei miei confronti. Perché? Montanari voleva sistemare una persona a lui molto vicina. E’ intervenuto in quel momento l’ordine dato di stare in stanza con un giornalista con numerosi problemi, non solo igienici. Mi sono rifiutata, e mi sono trovata isolata. Sono stata minacciata. L’atteggiamento dei miei superiori era volto al rispetto delle intenzioni di Montanari».

andrea montanari foto di bacco

Sono alcuni dei passaggi dell’interrogatorio di Dania Mondini, volto di punta del Tg1, reso in Procura, dove racconta le pressioni che, secondo l’accusa, avrebbe subito, tra il maggio della 2018 e il novembre del 2021, per lasciare l’incarico di conduttrice dell’edizione del telegiornale del mattino.

 

«Campagna diffamatoria e minacce»

Una testimonianza drammatica, avvalorata da Sabrina Turco, vice direttore del Tg1: «Nei confronti della Mondini è stata fatta una campagna diffamatoria. Che ha coinvolto anche me. Perché? Per affidare la conduzione a una persona vicina a Montanari». In un caso - come ha raccontato l'ex vice direttore Filippo Gaudenzi - la giornalista sarebbe stata ripresa per un lapsus, aver confuso la carica ricoperta da Matteo Salvini nel governo Conte I, dicendo che fosse un vice ministro, anziché vice premier.

dania mondini 4

Secondo la Procura, per via dell’errore sarebbe stata minacciata di non condurre più il telegiornale. Parole, quelle delle due giornaliste - Mondini e Turco - che hanno convinto gli inquirenti a chiedere il rinvio a giudizio di sei giornalisti che hanno formato la catena di comando della rete ammiraglia.

I giornalisti imputati

In cima alla lista degli imputati figura, innanzitutto, Montanari, perché, come scrive il pm, «interessato al posto della Mondini». Nell’elenco è compreso anche un altro ex direttore: Giuseppe Carboni. Seguono: il vice Filippo Gaudenzi, la giornalista Costanza Crescimbeni, il caporedattore Piero Damosso e infine il suo vice Marco Betello.

 

FILIPPO GAUDENZI

Non c’è soltanto la vicenda dell’obbligo che sarebbe stato imposto alla Mondini di stare nella stanza con un collega sgradito a dare sostanza alla richiesta di rinvio a giudizio. Nel capo d’imputazione, come detto, si fa riferimento a pressioni psicologiche e comportamenti vessatori.  […]

Gaudenzi: «Errore grave sulla carica di Salvini»

E’ lo stesso Gaudenzi a raccontare l’episodio nell’interrogatorio reso al gup in udienza preliminare: «Capita di sbagliare, ma l’errore assume un carattere di gravità per via del momento storico. Salvini, in quel momento, era un uomo forte del Paese. Mondini lo definisce vice ministro, invece che vice premier e ministro degli Interni. Ma quella è una classificazione inferiore, fatta poi nei confronti di un politico, come Salvini, attento ai mezzi d’informazione ed in particolare a quello che succede all’interno della Rai».

[…]

Gaudenzi conclude: «Ho richiamato la Mondini davanti a tutti, dicendo di stare più attenta. Vede giudice, altri giornalisti in presenza di errori sono stati sollevati dell’incarico». La Turco, in un interrogatorio, ricorda che «Gaudenzi ha aggredito verbalmente la Mondini dandole in sostanza dell’incapace davanti a tutti, assumendo nei suoi confronti atteggiamenti minacciosi e intimidatori». La giornalista non specifica in quale circostanza Gaudenzi abbia avuto quest’atteggiamento con la Mondini.

dania mondini

 

Mondini: «Io sempre più isolata»

Ritornando alla testimonianza della conduttrice dell’edizione del mattino, vittima di atti persecutori secondo la procura, questi sono altri passaggi dell’interrogatorio della Mondini: «E’ il 2017 quando viene nominato a direttore del tg1 Andrea Montanari (...) Da subito mi sono accorta che mi assegnavano meno servizi e constatavo un cambiamento di atteggiamento nei miei specifici confronti da parte di alcuni dirigenti. In particolare mi si sottraeva la possibilità di scrivere i testi da leggere in onda. Gaudenzi, oltre che a ridurmi di fatto a speaker, ironizzava al termine delle edizioni, su possibili mie incertezze (…) Incontrai allora Adriana Pannettieri, capo servizio al mattino. Mi rivelò che, a suo parere, Montanari voleva una conduzione mattutina per sistemare una persona a lui vicina. La stessa voce mi fu riportata dalla Turco (…) Fu in quel momento che intervenne l'ordine di trasferimento nei confronti di tutta la redazione del Tg1 mattina (…) 

dania mondini 3

Dovevamo andare con un collega problematico. Persino la stanza veniva chiamata con il suo nome perché chiunque ne conosceva i problemi (…) Nessuno accettò di lavorarci (…) A me hanno ricordato che avevo l’obbligo (…), altrimenti non avrei ricevuto incarichi. Così è stato. Ho passato intere giornate senza fare nulla, salvo le conduzioni dove mi trovavo sempre più isolata. […]

dania mondini ANDREA MONTANARI TG1ANDREA MONTANARI TG1

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”