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VIENI AVANTI, FASSINO - INCHIESTA SUL SALONE DEL LIBRO, IN 26 RISCHIANO IL PROCESSO TRA CUI L’EX SINDACO DI TORINO E L’EX ASSESSORE ANTONELLA PARIGI - I REATI IPOTIZZATI DALLA PROCURA VANNO DAL PECULATO, AL FALSO IN BILANCIO, ALLA TURBATIVA D’ASTA. PROPOSTA L’ARCHIVIAZIONE PER IL MANAGER DI INTESA MICHELE COPPOLA…

Claudio Laugeri per “la Stampa”

 

fassino

Ventisei richieste di rinvio a giudizio, comprese quelle per l’ex sindaco Piero Fassino e l’ex assessore Antonella Parigi, assieme agli ex presidenti della Fondazione del Libro (Rolando Picchioni e Giovanna Milella), ai revisori dei conti e ai vertici di «Gl Events», Regis Faure e Roberto Fantini. I reati ipotizzati dalla procura vanno dal peculato, al falso in bilancio, alla turbativa d’asta. E tre richieste di archiviazione. La procura ha lavorato cinque mesi per valutare la situazione del manager di Intesa San Paolo Michele Coppola, dell’avvocato Claudio Piacentini e dell’amministratore di «Dmo Turismo Piemonte Scarl», Alberto Ansaldi.

 

piero fassino antonella parigi

Il bando La decisione spetterà al gip. Ma per la difesa, aver ottenuto la richiesta di archiviazione firmata dalla procura è già un ottimo risultato. Il procuratore aggiunto Enrica Gabetta e il sostituto procuratore Gianfranco Colace hanno valutato con attenzione gli elementi segnalati dagli avvocati e le dichiarazioni dei personaggi finiti sott’inchiesta. Come Michele Coppola (difeso da Fulvio Gianaria e Alberto Mittone), che ha chiesto di poter chiarire la propria situazione con un interrogatorio in procura. E in quell’occasione, ha spiegato di non aver partecipato alla decisione sulle modalità di «avviso pubblico di ricerca di mercato» per «la scelta di operatori economici che intendessero assumere la qualifica di Socio Fondatore della Fondazione».

 

piero fassino

A sostegno delle proprie parole, Michele Coppola aveva portato in procura mail e altra documentazione. E ha convinto i magistrati facendo chiarezza. Per l’avvocato Piacentini (difeso da Stefano Vitali), la questione è simile. Come il collega Andrea Lanciani (rimasto sott’inchiesta), lavorava nello studio Tosetto-Weigmann, che assisteva la Fondazione per il libro. E l’incarico era affidato proprio a Lanciani. Ma nel 2016, il Salone del libro (gestito dalla Fondazione) era in crisi. Fortissima. Rischiava di «saltare». Servivano fondi.

piero fassino

 

I ministeri dell’Istruzione e quello delle Attività Culturali potevano aiutare, certo. Ma l’iniezione di fondi per la sopravvivenza doveva arrivare dai privati. Fino a quel momento, Intesa San Paolo aveva contribuito a realizzare l’iniziativa. Altri fondi potevano arrivare, ma in un’altra forma: lo sponsor. Forma di partecipazione che contrastava con la convenzione attiva fino a quel momento. Serviva un altro strumento giuridico.

piero fassino

 

Nello studio Tosetto-Weigmann, Piacentini era considerato un esperto in quel settore. Aveva già lavorato sulla stessa materia in occasione delle Olimpiadi di Torino 2006. E così, il collega gli ha chiesto una consulenza. Piacentini ha aiutato a individuare e a «tarare» lo strumento, ma non ha partecipato alle decisioni. Per questo, la procura ha deciso di chiedere l’archiviazione. La nomina È la vicenda della nomina di Maria Elena Rossi a direttore di «Sviluppo Piemonte Turismo».

 

piero fassino salone del libro

Una gara «truccata» secondo la prima ricostruzione della procura. L’accordo illecito sarebbe avvenuto tra l’amministratore di Dmo (Ansaldi, difeso da Maurizio Riverditi) e l’ex assessore Antonella Parigi (avvocato Luigi Chiappero). Concluse le indagini preliminari, i difensori dei due personaggi coinvolti hanno spiegato che era tutto lecito. Tra l’altro, in applicazione della «legge Madia», in vigore all’epoca.

salone del libro di torino

 

L’ex assessore Parigi: «Sono convinta di aver sempre agito correttamente, con l’obiettivo di tutelare, coerentemente con le leggi vigenti, il Salone Internazionale del Libro e l’immenso valore che ha per il sistema culturale piemontese e italiano, ma soprattutto perseguendo finalità di pubblico interesse e senza alcuna forma di beneficio personale. Aspetto che emerge anche dalla stessa indagine».

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