fratelli bianchi

LA VIOLENZA COME HOBBY – PRIMA DELLA MORTE DI WILLY, PER CUI SONO STATI CONDANNATI ALL'ERGASTOLO, I FRATELLI MARCO E GABRIELE BIANCHI HANNO SEMINATO IL TERRORE AI CASTELLI ROMANI – QUATTRO PESTAGGI, QUASI TUTTI COMPIUTI AI DANNI DI STRANIERI, PER CUI SONO IN CORSO TRE PROCESSI A VELLETRI – E NELLA ZONA SI MORMORA DI DIVERSE VITTIME CHE NON HANNO NEPPURE DENUNCIATO LE AGGRESSIONI SUBITE PER PAURA DI RITORSIONI…

Clemente Pistilli per “la Repubblica – Roma”

 

gabriele bianchi un giorno in pretura

Quattro pestaggi, quasi tutti compiuti ai danni di stranieri. Prima della morte di Willy, per cui la settimana scorsa sono stati condannati all'ergastolo, i fratelli Bianchi hanno seminato il terrore nei Castelli Romani e per quattro episodi di violenza di cui sono finiti accusati, sono in corso tre processi davanti al Tribunale di Velletri.

 

In autunno riprenderanno le udienze e Marco e Gabriele Bianchi, il primo campione di MMA e il secondo appassionato di boxe, rischiano altre pene.

 

"Arrivano i Bianchi"

gabriele bianchi un giorno in pretura

Quando quella maledetta notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 il suv dei gemelli, come erano chiamati i due fratelli di Artena per la loro somiglianza, si fermò in piazza a Colleferro, le decine di giovani presenti nella zona della movida iniziarono a urlare terrorizzati: "Arrivano i Bianchi".

 

Si allontanarono in fretta anche Federico Zurma, di Colleferro, a cui Willy aveva chiesto se avesse bisogno d'aiuto dopo averlo visto discutere con Francesco Belleggia e la sua comitiva. E per il 21enne non ci fu niente da fare. Venne massacrato a calci e pugni e abbandonato sull'asfalto, ormai agonizzante, senza neppure ricevere soccorso.

 

Vittime che non denunciarono

marco bianchi

"Sapevamo della loro fama, li conoscevamo per quello", hanno ripetuto, riferendosi ai Bianchi, diversi testimoni davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Frosinone.

 

Nella zona si mormora di diverse vittime che non hanno neppure denunciato le aggressioni subite per paura, tra cui un giocatore di rugby. Qualcuno però alle forze dell'ordine ha chiesto aiuto e quelle denunce presentate prima dell'omicidio di Willy Monteiro Duarte hanno portato appunto a tre processi in corso a Velletri.

 

Il primo processo

In un procedimento Marco e Gabriele Bianchi sono accusati infatti di aver massacrato con un tirapugni un 25enne di Lanuvio, a cui i medici gli riconobbero una prognosi di 30 giorni. Un pestaggio avvenuto il 14 gennaio 2018 a Velletri.

 

L ABBRACCIO DEI FRATELLI BIANCHI AL PROCESSO PER L OMICIDIO DI WILLY MONTEIRO DUARTE

E nello stesso processo Marco Bianchi, questa volta insieme al fratello Fabio e ad altri quattro giovani, è accusato anche di una rissa esplosa, il 3 maggio sempre di quattro anni fa, nei pressi di un locale vicino alla caserma dei carabinieri di Velletri, finita con una serie di lesioni subite da due coimputati, un ventenne di Velletri e un 22enne di origini marocchine.

 

Il secondo processo

In un secondo processo Marco Bianchi, che sul ring era chiamato "Maldito", insieme a due fratelli gemelli di Velletri, è poi accusato di un'aggressione ai danni di un 22enne originario del Gambia, che l'1 maggio 2018, in piazza Garibaldi a Velletri, sarebbe stato picchiato dopo aver fatto un apprezzamento a una ragazza.

 

Il terzo processo

I FRATELLI BIANCHI CON I GENITORI

Infine, in un terzo procedimento, sono imputati per lesioni Marco e Gabriele Bianchi e i loro amici Vittorio Tondinelli e Omar Shabani, gli stessi che erano con loro due anni fa a Colleferro quando venne massacrato Willy. Secondo il sostituto procuratore Francesco Brando, lo stesso del processo per l'omicidio del 21enne, i quattro avrebbero picchiato un 41enne di origini indiane, domiciliato a Velletri.

 

Lo straniero, il 13 aprile 2019, sarebbe stato colpito con una serie di pugni al volto e spinte, gli sarebbe stato rotto il naso e gli sarebbe stata provocata una lesione a un occhio, per cui i medici gli riconobbero una prognosi di 30 giorni.

 

Lo spaccio e le estorsioni

i fratelli bianchi la notte dell'omicidio di willy 1

Processi che si aggiungono a quello per l'omicidio di Willy e a quello per un giro di spaccio di cocaina ed estorsioni, con tanto sempre di pestaggi, tra Velletri e Lariano, per cui "i gemelli" sono stati condannati in primo grado e si sono vista confermare la condanna in appello, seppure con un po' di sconto: quattro anni e mezzo di reclusione. E per la stessa vicenda Shabani ha patteggiato la pena a 4 anni e 8 mesi di reclusione.

 

L'inchiesta per tentato omicidio

Shabani, infine, era stato coinvolto anche in un'inchiesta per tentato omicidio, finita con un'archiviazione. Il 26 novembre 2017, mentre percorreva con la propria auto via Garibaldi, a Lariano, un giovane subì un attentato. Ignoti spararono un colpo di pistola, che colpì la Fiat Bravo della vittima e due auto, una Mini Cooper e una Volkswagen Golf si diedero alla fuga.

 

I carabinieri, ricevuta la denuncia, esaminarono le telecamere di sorveglianza della zona e si convinsero che le due auto in fuga fossero una di un 38enne di Lariano e l'altra di Shabani, anche lui residente in quel Comune e, come sostenuto dal sostituto procuratore Carlo Morra, "non nuovo a litigi per motivi di viabilità".

i fratelli bianchi la notte dell'omicidio di willy 2

 

Shabani, ascoltato dagli investigatori, rilasciò delle dichiarazioni spontanee. Disse che il colpo di pistola era partito dall'auto del 38enne e che a sparare era stata una persona a lui sconosciuta che viaggiava con il conducente della Mini. Poi però, interrogato, si avvalse della facoltà di non rispondere.

 

I carabinieri del Ris non riuscirono a ricollegare con certezza i frammenti di proiettile recuperati sulla Fiat Bravo a una pistola sequestrata al 38enne e, ultimate le indagini, il sostituto procuratore Morra ritenne impossibile "individuare con certezza l'autore dell'esplosione del colpo di arma da fuoco". Un'inchiesta archiviata dal gip Giuseppe Boccarrato.

i fratelli bianchi a miamiWILLY E I FRATELLI BIANCHIfratelli bianchi 2fratelli bianchifratelli bianchii fratelli bianchi

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."