tso trattamento sanitario obbligatorio paziente di coronavirus in ospedale italia

IL VIRUS HA IL NULLA AOSTA – ANCHE LA REGIONE PIÙ PICCOLA E MENO ABITATA D’ITALIA VIENE TRAVOLTA DALLA PANDEMIA: HA LA MAGGIORE INCIDENZA RISPETTO ALLA POPOLAZIONE  (576 POSITIVI SU 100MILA ABITANTI), IL PIÙ ALTO NUMERO DI DECESSI IN UNA SETTIMANA, IL NUMERO DEI RICOVERI – IN PIEMONTE, LIGURI E UMBRIA GLI OSPEDALI SONO AL COLLASSO. E PER QUANTO RIGUARDA ROMA…

1 – AOSTA E IL VIRUS CHE NON SI FERMA

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

coronavirus ospedale

In piazza Chanoux nessuno alza la voce. Alle 11.30 del mattino la protesta annunciata di ristoratori e baristi si svolge sul lato più corto del rettangolo nel centro del capoluogo.

In disparte, quasi a non disturbare, come se tutti fossero consapevoli dell' esistenza di preoccupazioni persino superiori a quelle economiche.

 

CORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVA

Cinquanta persone, e un silenzio così composto da sembrare fuori luogo. In questa estrema appendice d' Italia usa così, si piange per il crollo del commercio di ogni ordine e genere senza farsi troppo sentire.

 

Tanto nel resto del Paese ogni cosa arriva attutita, come se fosse avvolta dall' ovatta.

Anche nel mondo a parte della Valle d' Aosta accadono invece cose eccezionali, e purtroppo non nel senso buono dell' aggettivo. La regione più piccola e meno abitata d' Italia è la prima in ogni voce della seconda ondata pandemica.

 

paziente di coronavirus in ospedale

Con 576 positivi su centomila abitanti, ha la maggiore incidenza di contagio rispetto alla popolazione. Se fosse un dato isolato, sarebbe una curiosità statistica. Ma non è così. C' è anche il più alto numero di decessi in una settimana (7 su centomila), il numero dei ricoveri (60/100.000), e un incredibile cinquanta per cento tra casi positivi e persone testate nell' arco degli ultimi sette giorni.

 

Nelle undici micro-comunità per anziani, le Rsa pubbliche, 120 ospiti su 319 sono stati colpiti dal virus, cinquantuno dei quali sintomatici. In cima a ognuna delle voci considerate come campanelli di allarme, se non di disastro, c' è la Valle d' Aosta.

 

coronavirus valle d aosta

Non solo è successo di nuovo, è anche peggio della prima volta. E non ci sono neppure gli sciatori venuti da ogni dove ai quali dare la colpa, come fu nello scorso marzo, quando la decisione di tenere aperti gli impianti fino all' ultimo minuto prima del lockdown fu indicata come la ragione principale dell' alto numero di casi positivi.

 

La corsa al capro espiatorio non è facile come appare. Anche la vicinanza alla città non è un argomento sostenibile. Il tasso di contagiosità di Aosta, che con i suoi 34mila abitanti non è certo una metropoli, risulta in linea con altre città di pari dimensioni, ed è molto più basso di quello rilevato in paesi e villaggi da poche centinaia di residenti.

 

CORONAVIRUS - OSPEDALE

Dunque, cosa sta succedendo? L' aumento esponenziale delle positività è cominciato tre settimane dopo l' apertura delle scuole. Altri esperti, come Silvia Magnani, specialista in malattie infettive al Parini di Aosta, l' unico ospedale della regione, puntano il dito sulla vicinanza con Francia e Svizzera.

 

Il riflesso condizionato induce sempre alla ricerca dell' evento zero, qui identificato nella festa dei coscritti che si è tenuta a fine settembre, una ventina di ragazzi di Verrayes, Chambave e Saint Denis, primi borghi della seconda ondata a essere dichiarati zona rossa, e il terzo lo era già stato nel marzo scorso.

 

«Siamo la pecora nera, come accadde durante la prima fase, ma tra maggio e ottobre siamo stati anche la regione con meno contagi insieme con il Molise...». Luca Montagnani coordinatore sanitario dell' unità di crisi, risponde alla domanda sulle cause di questa seconda volta con una specie di indovinello. Per lui, la risposta giusta è quella sulla riapertura delle scuole. «E questo vale per tutti». La prova del nove sta nei primi risultati in arrivo dopo la scelta della didattica a distanza per una classe su due delle superiori.

coronavirus valle d aosta

«La curva sembra stabilizzata». Ma anche questo potrebbe valere per ogni altra regione.

Esiste uno specifico valdostano, quasi di natura edilizia.

 

Ogni villetta ha la sua taverna, dice Montagnani riprendendo un adagio locale. La vita dei valdostani è molto più comunitaria che nelle grandi regioni. Gli stessi luoghi, gli stessi bar, le stesse case per ritrovarsi la sera. Le stesse usanze, come le feste dei coscritti e le sagre.

 

protesta a napoli contro le misure anti coronavirus di de luca

Il virus non è arrivato dalle classi, le scuole sono state soltanto l' innesco del ritorno a un normale stile di vita quotidiano, a un modo di vivere radicato nelle piccole comunità, e la Valle ha la maggiore densità italiana di Comuni con meno di duemila abitanti in rapporto all' estensione del territorio. Ha funzionato meglio che altrove il tracciamento dei contatti, ma è una magra consolazione, anche perché l' aumento dei test ha fatto inceppare le macchine, il personale scarseggia, e la Usl locale ha chiesto aiuto all' esercito.

 

L' assessore alla Sanità Roberto Barmasse guarda al bicchiere mezzo pieno, cos' altro può fare. «A prima vista riconosco che i numeri sono tremendi, ma almeno il virus è meno aggressivo, e abbiamo appena nove pazienti in terapia intensiva». All' ospedale Parini però è stato aperto il quarto reparto Covid, i ricoverati sono 115, e mancano i medici. «Ormai non è neppure più così importante capire le cause» dice Montagnani.

 

CORONAVIRUS - CAMICI PER GLI OSPEDALI

Al raduno dei ristoratori non si respira rabbia ma rassegnazione, un sentimento di lotta impari contro un virus che stravolge abitudini e usanze secolari. «Speriamo che passi la bufera» dicono tutti. Nient' altro. È per questo che l' abituale silenzio di Aosta oggi fa un po' paura.

 

2 – PIEMONTE, LIGURIA, UMBRIA OSPEDALI A RISCHIO COLLASSO

Mauro Evangelisti per “il Messaggero”

 

In Valle d' Aosta su 116 posti letto di area medica, 100 sono già occupati da pazienti Covid: l' 86,2 per cento. La piccola regione autonoma non può reggere, tenendo conto che in più ha già 7 pazienti in terapia intensiva su 20 posti disponibili. Vicina al livello di guardia la situazione anche in Piemonte e Liguria: non a caso, insieme alla Valle d' Aosta, a nord-ovest confinano con la Francia dove il virus sta correndo perfino più veloce di quanto stia avvenendo in Italia.

 

napoli in quarantena 21

Stiamo parlando sempre dei ricoveri nell' area medica (malattie infettive, pneumologia e medicina), escludendo le terapie intensive dove comunque la situazione, sia pure sotto controllo, in Italia si avvicina a livello di guardia fissato a 2.300 posti occupati (ieri altri 125 letti impegnati per Covid-19 per un totale di 1.536, di questi 292 nella sola Lombardia).

 

Bene, ma cosa sta succedendo in Piemonte e Liguria nei reparti di area medica? Hanno una percentuale di riempimento sopra il 40 per cento. Nel dettaglio: Piemonte 2.102 letti occupati su 5.061 (41,2 per cento) e Liguria 832 su 1.876 (44,4 per cento). Da notare che il Piemonte è in affanno anche alla voce terapie intensive: ha 135 pazienti Covid ricoverati e una dotazione di 367 posti, siamo al 36 per cento.

coronavirus lombardia

 

Infine, c' è una quarta Regione, che era stata evitata dalla prima ondata, che vede riempirsi velocemente gli ospedali, l' Umbria: qui, secondo i dati del Ministero della Salute, ci sono 218 ricoveri su 662 letti (esclusi i 37 pazienti che sono in terapia intensiva su 70 disponibili).

 

Stando alle notizie che arrivano da tutta Italia, con i pronto soccorso che spesso si sono trasformati in parcheggi per i malati Covid a causa della difficoltà di reperire tempestivamente i posti letto, non c' è solo l' incognita delle terapie intensive, ma anche quella dei ricoveri nelle altre divisioni di area medica, tenendo sempre conto che con l' apertura di nuovi reparti riservati a pazienti contagiati dal coronavirus si riduce l' offerta sanitaria alle restanti patologie.

 

coronavirus ospedale

I DATI

In sofferenza anche Lombardia, Campania, Lazio, Provincia autonoma di Bolzano e, sia pure in misure minore, Marche, Sicilia e Toscana. Oscillano tra il 30 e il 40 per cento. La Lombardia, in particolare, ha il record di ricoveri: 2.780 su 10.217 letti in area medica e 292 pazienti in terapia intensiva, su una dotazione di posti pari a 983. Ciò che sorprende della Lombardia, che non è comunque vicina alla saturazione, è la rapidità della crescita dei numeri. Solo una settimana fa, ad esempio, aveva 134 ricoverati in terapia intensiva, in così poco tempo sono più che raddoppiati.

 

coronavirus lombardia

Tra le regioni in una condizione meno preoccupante ci sono il Veneto, con meno del 12 per cento dei posti di area medica occupati da pazienti Covid, il Friuli-Venezia Giulia (7,6) e la provincia autonoma di Trento (11). Anche l' Emilia-Romagna, che pure era stata colpita duramente dalla prima ondata, sembra tenere, con una percentuale di occupazione dei letti sotto il 20 per cento in area medica, e 119 pazienti in Terapia intensiva su 635 posti a disposizione (dato diffuso l' altro giorno dal presidente Stefano Bonaccini), dunque la percentuale di occupazione per ora è sotto controllo, al 18,7 per cento.

LIBRERIA AOSTA CORONAVIRUS

 

LA CORSA DI ROMA

Per quanto riguarda Roma, rispetto a Napoli e Milano il quadro è meno grave, ma le difficoltà non mancano. In terapia intensiva, in tutto il Lazio, 166 pazienti Covid, il 22 per cento dei posti disponibili; maggiore affanno nell' area medica (percentuale di occupazione al 29,7 per cento) e per questo si stanno aprendo nuovi Covid-Center. Spiega l' assessore alla Salute, Alessio D' Amato: «Stiamo aggiungendo 900 posti letto di area medica isolati per pazienti Covid. Utilizzeremo a Roma l' intero ospedale Vannini, con 146 posti, due moduli del San Filippo Neri, 126.

 

alessio d'amato 2

Stiamo siglando un accordo con una struttura privata per 160 letti, mentre il Campus Biomedico torna su questa emergenza. Infine, vogliamo creare un hub Covid al Policlinico Umberto I: proprio il vecchio complesso, tanto bistrattato, con i suoi tanti padiglioni separati è perfetto per riservarne una parte ai pazienti Covid. A Palestrina ricaveremo altri 40 letti».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…