bilal

LA VITA DA FILM DEL RAPINATORE 12ENNE - SI CHIAMA BILAL E, A 9 ANNI, È SCAPPATO DAL MAROCCO VERSO L’EUROPA INFILATO SOTTO IL PIANALE DI UN CAMION - PARLA QUATTRO LINGUE, HA PASSATO UN ANNO IN SPAGNA E UN ALTRO IN GIRO PER L'EUROPA - IN ITALIA E' SOLO E SENZA FAMIGLIA, BEVE E SI DROGA A MILANO, DOVE CRESCE NEL DEGRADO DELLA STAZIONE CENTRALE - METTE A SEGNO UN COLPO DOPO L'ALTRO SAPENDO CHE NESSUNO LO PUÒ ARRESTARE PER LA SUA ETÀ: "TUTTO QUELLO CHE RUBO MI SERVE PER MANDARE SOLDI ALLA FAMIGLIA" - CRESCIUTO IN FRETTA, È PRONTO A CAMBIARE VITA: "OFFRITEMI UN LAVORO E IO NON RUBO PIÙ"

Cesare Giuzzi e Pierpaolo Lio per www.corriere.it

 

BILAL

È partito da Fez, in Marocco, poi dal porto di Tangeri è riuscito a raggiungere l'Europa. Bilal ha viaggiato per la Spagna infilato tra il pianale e il motore di un camion. Aveva 9 anni. Racconta una storia che sembra incredibile: un anno in Spagna tra Malaga, Barcellona, Alicante, San Sebastian; poi un anno in Francia tra Parigi, Marsiglia e Tolosa, ma anche in Germania a Colonia e Francoforte, in Danimarca, in Olanda. «Lì mi hanno arrestato, mi hanno chiuso in un carcere. Ma un carcere non come in Italia, dove si può giocare alla Playstation».

 

BABY RAPINATORE MILANO

Bilal è seduto sul gradone di un'aiuola della stazione Centrale. Sono le dieci di mercoledì sera. È appena arrivato da Genova con un Frecciarossa. È tornato a Milano dopo essere «evaso» per la quinta volta in otto giorni da una comunità. I carabinieri lo hanno portato meno di 24 ore prima, dopo averlo fermato proprio in Centrale per aver cercato di rubare l'orologio a un turista malese.

 

milano stazione centrale

Indossa una tuta beige Puma, sotto ha una maglietta nera dei New York Yankees, ai piedi un paio di Vans. Dimostra almeno sedici anni, sul viso ha una sottile peluria. Sulle braccia i segni dei tagli che si è inferto qualche settimana fa con una bottiglia spaccata. «Ho dovuto fermarlo, è solo un ragazzino», ricorda un connazionale che s’avvicina durante il racconto.

 

milano stazione centrale

Fuma di continuo, fuma e offre sigarette agli altri amici marocchini (parecchio più grandi di lui) che gli stanno intorno. I capelli sono lunghi, ha delle meches bionde ormai quasi sbiadite. Bilal racconta storie che non sembrano vere, non sembrano possibili. Un bambino partito da solo dal Marocco («I miei genitori non volevano, ma io desideravo solo l'Europa») e sopravvissuto incredibilmente in una selva di città, notti in strada e guai. «Non dormo qui, ho una casa con alcuni amici a Rho. Volete andare?».

stazione centrale milano

 

Bilal dice di avere altri due appoggi a Milano. Il suo racconto è dettagliato. Potrebbe essere inventato, ma parla in modo fluente spagnolo, francese, tedesco: «Poco l'inglese». Anzi le sue parole sono una sorta di esperanto: mischia termini di più lingue, ma in modo sempre preciso. Perché scappi? «Perché non voglio stare chiuso. Mi piace essere libero, girare. Non ho bisogno di niente».

 

CARABINIERI

Poi Bilal infila le mani sotto la tuta, dalle mutande sfila una mazzetta di banconote: «Non mi credete? Sono 600 euro. C'era un tizio sul treno che dormiva, glieli ho presi». Dice che domani manderà 400 euro ai genitori a Fez, perché «tutto quello che rubo mi serve per mandare soldi a loro». I 200 euro che restano «li spendo: mi compro le sigarette, da mangiare, i vestiti».

carabinieri

 

«La mia famiglia non vuole che rubi. Ma mio fratello più grande non aiuta la mia famiglia, mio papà ha un caffé, ma più piccolo dei vostri bar. Ha più di 50 anni, quando non riuscirà più a lavorare, come farà la mia famiglia?». Dice di avere altri fratelli e sorelle. «Sono arrivato in Italia da tre mesi, forse quattro. Ho girato: Roma Termini, Napoli, Torino Porta Susa, Genova. Venezia Santa Lucia, bellissima».

CARABINIERI

 

Le città hanno i nomi delle stazioni dei treni con cui si muove di continuo. A Torino lo hanno beccato con un amico dopo aver cercato di rapinare un 77enne. Il suo complice è stato arrestato, lui libero perché non imputabile. Ma non chiede di lui. La sua ossessione è Adil, 14 anni, anche lui marocchino. «Lo hanno arrestato più di un mese fa. Aiutatemi a trovarlo, è come mio fratello. Io sono qui a Milano per lui, posso pagargli l'avvocato, posso farmi mandare i soldi dai miei genitori per pagarglielo».

 

degrado stazione centrale milano 7

Il racconto di Bilal attraverso gli atti giudiziari è scarno, quasi indecifrabile rispetto alle parole di un ragazzo molto più sveglio della sua età. Non è chiaro se chi gli sta intorno lo faccia per affetto o se, invece, viva sull'indotto dei suoi furti. Lui ogni tanto allunga una sigaretta, oppure dallo zaino tira fuori pacchetti di patatine che distribuisce come se fosse un fratello maggiore. «La tuta l'ho presa ieri, pagata 130 euro. Vedi qui? I carabinieri me l'hanno sporcata, adesso devo comprarne una nuova».

degrado stazione centrale milano 4

 

Bilal ruba, non lo nasconde. I furti commessi in questi mesi a Milano sono molti di più di quanti ricostruiti finora da polizia e carabinieri. Conosce bene i modelli degli orologi più preziosi. In via Manzoni ha tentato di sfilare un Rolex a un turista americano: «Quello era un bell'orologio, ci avrei fatto tanti soldi. Sai come mi hanno preso? Mi hanno inseguito due ragazzi in moto, mi sono venuti addosso». È quasi strafottente quando racconta di come le forze di polizia italiane non possano fargli niente. «Mi devono lasciare andare, nessuno mi può arrestare».

 

degrado stazione centrale milano 6

Poi però, quando un volontario di un'associazione si ferma a lasciargli un piatto che sembra gulash, lui accenna al futuro: «Trovatemi un lavoro, mille euro al mese. Mi bastano e non rubo più». Bilal, sei troppo giovane per lavorare: «Ho un amico a Napoli, ha la mia età e lavora». E la scuola? «Ci sono andato un anno, in Marocco: ho rubato una penna a un compagno, poi ho picchiato lui e l'insegnante. Ho fatto un casino». Noi hai paura? Lo sguardo diventa fisso: «Paura, io?».

 

degrado stazione centrale milano 5

Il vociare intorno a lui si fa silenzioso. «Tutti dobbiamo morire, non si può vivere con la paura di morire». Sul corpo ha i segni della vita in strada, chiede una pomata per curare la scabbia. Ai carabinieri hai detto che ti droghi ma in ospedale non hanno trovato tracce di stupefacenti. «Come no, prendo due pastiglie di queste al giorno. Bilal apre lo zaino e tira fuori un pezzo di blister di Rivotril, uno psicofarmaco. «Adesso quando ho finito vado a comprarne altre dieci, vado qui dietro alla Centrale».

 

degrado stazione centrale milano 1

Prende un sorso di birra e le manda giù. La voce è impastata, le parole sono trascinate nella bocca. Poi si sdraia sul gradone dell'aiuola mentre intorno gli addetti dell'Amsa spazzano via un tappeto di rifiuti e bottiglie. «Lui è un caso unico - racconta il volontario, anche lui marocchino -. Ne ho visti tanti in strada, mai un ragazzo così sveglio, con una storia così incredibile alle spalle». Bilal si volta, sorride. Gli allunga una sigaretta.

degrado stazione centrale milano 2

 

Saresti disposto a farti aiutare? «Sì, però non voglio stare chiuso in comunità. Voglio anche essere libero di stare qui, di uscire. Questa è la mia vita». «Bilal ha bisogno di una persona che lo guidi, che lo conquisti e conquisti la sua fiducia. Ma va salvato», aggiunge il volontario. Con sé ha anche un borsello a tracolla: «È del mio amico che hanno arrestato con me martedì sera. Ha detto che tempo un giorno ed è fuori, devo darlo a lui». Lo custodisce con attenzione. Com'è Milano? «Bella, ma andrò via. Sto qui solo perché voglio rivedere Adil, finché non lo liberano io lo aspetto qui».

 

degrado stazione centrale milano 8degrado stazione centrale milano 3degrado stazione centrale milano 9

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...