zelensky

PER ZELENSKY SI AVVICINA IL GIORNO DEL GIUDIZIO - IN PATRIA IL PRESIDENTE DELL'UCRAINA E' DIVENTATO UN EROE NAZIONALE, MA COSA SUCCEDERA' QUANDO DOVRA' SEDERSI VERAMENTE AL TAVOLO DELLE TRATTATIVE PER NEGOZIARE UNA PACE? - SECONDO GLI ESPERTI "POTREBBE ESSERE L'INIZIO DELLA FINE DELLA SUA POPOLARITA': GLI UCRAINI NON SONO DISPOSTI A CEDERE NULLA" - NON SOLO: LA POPOLAZIONE, ORMAI ARMATA, POTREBBE DECIDERE DI NON SEGUIRLO E CONTINUARE A COMBATTERE...

Dagotraduzione dal Daily Beast

 

volodymyr zelensky

Nei giorni scorsi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i suoi consiglieri hanno sostenuto di non voler cedere alcun territorio alla Russia nella guerra in corso in Ucraina. E sebbene questa visione sia ampiamente condivisa in Ucraina, potrebbe farli finire nelle sabbie mobili della politica.

 

La posizione di Zelensky, che lui e i suoi consiglieri hanno ripetuto innumerevoli volte, è certamente ben supportata in tutto il paese. La stragrande maggioranza degli ucraini non vuole cedere alcuna terra alla Russia: secondo un sondaggio dell'Istituto internazionale di sociologia di Kiev condotto a maggio, l'82% degli ucraini è contrario.

 

volodymyr zelensky a kharkiv 7

Zelensky ha sostenuto che i combattenti ucraini sono in grado di respingere le forze russe e ha persino suggerito di voler riportare la Russia non solo ai limiti pre-febbraio 2022, ma anche di tornare indietro fino all'incursione del 2014.

 

Ma secondo Steven Pifer, ex ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina, se Zelensky e i suoi consiglieri dovessero un giorno confrontarsi con la realtà della guerra, avvicinarsi di nuovo a un tavolo dei negoziati e prendere in considerazione o fare concessioni territoriali, questo potrebbe metterli in un posizione veramente difficile.

 

volodymyr zelensky a kharkiv 4

«Zelensky dovrà prendere alcune decisioni difficili, dovrà scegliere cosa concedere e su quali posizioni di principio invece non mollare, e che tipo di concessioni potrebbero essere accettabili per il popolo ucraino» ha detto Pifer. «Penso che se arriveranno a un punto in una negoziazione sarà davvero, davvero difficile».  

 

Eppure, Zelensky sa che è solo questione di “quando” tornare al tavolo delle trattative, e non di “se”. La scorsa settimana il presidente ucraino ha detto di credere che la guerra si deciderà sul campo di battaglia, ma ha ammesso che alla fine cercherà ancora una volta un accordo. «La vittoria deve essere ottenuta sul campo di battaglia», ha detto. Ma «ogni guerra dovrebbe finire al tavolo dei negoziati».

 

volodymyr zelensky a kharkiv 5

All'inizio della guerra, i funzionari ucraini si sono presentati al tavolo delle trattative con i russi per vedere se fosse possibile raggiungere una qualche tipo di pace o un accordo. Ma la scelta di Zelensky di sedersi a quel tavolo è stata accolta con rimprovero da parte degli ucraini che hanno messo in dubbio il suo giudizio. Siccome la guerra infuria e gli ucraini sono caduti vittime delle atrocità russe, è probabile che gli ucraini stiano puntando i piedi.

 

«Gli atteggiamenti si sono induriti in Ucraina, sia nel governo che tra il popolo. Anche se Zelensky volesse fare alcune delle concessioni che 10 o 11 settimane fa erano in discussione, non sono sicuro che oggi la popolazione ucraina le accetterebbe», ha detto Pifer.

 

volodymyr zelensky a kharkiv 3

Le conseguenze per Zelensky potrebbero manifestarsi in diversi modi. Politicamente, la posizione di Zelensky ha cambiato forma dall'inizio del suo mandato. Prima che Putin invadesse l'Ucraina a febbraio, i suoi indici di approvazione interna erano bassi. Durante la fase pre-invasione, ha cercato di negare la serietà dei piani di Putin per l'Ucraina e non ha richiamato rapidamente le sue riserve, suscitando perplessità tra i leader mondiali che hanno messo in dubbio la sua capacità di giudizio.

 

Ma quando è iniziata la guerra, Zelensky ha saputo cogliere il momento, irrompendo nelle strade e combattendo al fianco dei suoi cittadini. Ed è diventato subito il presidente del popolo.

 

Shevchenko incontra Zelensky a Kiev

E anche se ha il polso del popolo ucraino e della sua determinazione a respingere la Russia, non è chiaro per quanto tempo il bagliore residuo dell’eroe politico-bellico lo farà galleggiare, soprattutto quando dovrà iniziare a prendere decisioni politicamente impegnative per il raggiungimento di una vera pace. E se Zelensky dovesse avvicinarsi a un tavolo dei negoziati, il suo futuro politico potrebbe esserne danneggiato, secondo Orysia Lutsevych, il capo del Forum Ucraina nel programma Russia ed Eurasia a Chatham House.

 

«Se Zelensky iniziasse i negoziati, potrebbe effettivamente essere l'inizio della fine della sua popolarità», ha detto Lutsevych. «Sta camminando su una linea molto sottile». Avviare negoziati politici con la Russia a questo punto sarebbe un suicidio politico, ha convenuto Olena Lennon, professore a contratto di scienze politiche e sicurezza nazionale all'Università di New Haven.

 

volodimyr zelensky 3

«Se Zelensky iniziasse a fare concessioni ora, conoscendo bene che cosa pensa l'opinione pubblica, ne avrebbe un contraccolpo. Sarebbe la fine della sua carriera», ha detto Lennon, suggerendo che potrebbe venir fuori una classe di veterani a sfidare Zelensky. «Se dovesse fare delle concessioni, ci sarebbe un massiccio movimento sociale contro di lui». Inoltre in caso di accordo, alcuni combattenti potrebbero decidere di proseguire la battaglia nonostante le decisioni di Zelensky.

 

volodymyr zelensky 2

«Se la leadership politica iniziasse a fare concessioni alla Russia, la guerriglia potrebbe diventare una possibilità reale», ha detto Lennon al Daily Beast. «Un gran numero di ucraini si è unito alle forze di difesa territoriale o si è arruolato nell'esercito. Molti altri sono armati e hanno esperienza militare. Quindi c'è un'alta possibilità che l'amministrazione di Zelensky venga minacciata da un colpo di stato militare se dovesse iniziare a fare concessioni alla Russia».

 

volodymyr zelensky 3

L'amministrazione Biden, dal canto suo, sta cercando di restarne fuori. «Non spingeremo l'Ucraina a fare concessioni e abbiamo costantemente affermato che gli stati sovrani hanno il diritto di scegliere le proprie alleanze e prendere le proprie decisioni sulla propria sicurezza», ha affermato un portavoce del Dipartimento di Stato. «Riteniamo che spetti all'Ucraina definire ciò che considera successo».

 

«Siamo concentrati sul dare all'Ucraina una mano il più forte possibile sul campo di battaglia e al tavolo dei negoziati», ha affermato il portavoce.

 

il video messaggio in bianco e nero di volodymyr zelensky

Zelensky ha insinuato che i successi in questa guerra devono prima arrivare sul campo di battaglia, vittorie che però non sono ancora andate a buon fine. Proprio la scorsa settimana, le truppe russe e ucraine hanno combattuto per la città contesa e strategicamente importante di Severodonetsk.

 

Zelensky è ora in uno spazio politicamente sicuro, perché le concessioni non sono ancora sul tavolo, ha affermato Andrew Lohsen, ex funzionario di monitoraggio presso l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) sulla missione speciale di monitoraggio in Ucraina.

 

boris johnson volodymyr zelensky a kiev

«In questo momento non è in gioco alcun tipo di concessione territoriale ucraina», ha detto a The Daily Beast Lohsen, un ex analista del Dipartimento di Stato. «Fino a quando non arriveremo a una fase in cui l'Ucraina sta davvero affrontando crescenti problemi logistici o l'incapacità di schierare effettivamente una forza difensiva competente, non credo che parleremo molto di concessioni territoriali».

 

I funzionari ucraini probabilmente non spingeranno per negoziati a breve termine, perché pensano ancora di poter respingere i russi e sono ancora preoccupati di dare a Putin quella che potrebbe sembrare una ricompensa per l'invasione. Lo sostiene Bill Taylor, ex ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina che ha servito come Incaricato d'affari ad interim nel paese dal 2019 al 2020.

 

ZELENSKY

«Non sembra che siano pronti per intavolare negoziati», ha detto Taylor a The Daily Beast. «Sanno che alcuni territori ucraini possono essere riconquistati sul campo di battaglia, e sanno anche che per altri territori ucraini, per esempio la Crimea, impiegheranno molto più tempo e sono disposti ad accettarlo».

 

«La negoziazione a questo punto sancirebbe il controllo russo su porzioni dell'Ucraina sudorientale», ha detto Taylor. «E gli ucraini - Zelensky e il popolo - non sono ancora disposti ad avviarla perché non vogliono rinunciare alle loro rivendicazioni e non vogliono neanche premiare i russi per averli invasi».

Ultimi Dagoreport

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….