matteo salvini luigi di maio nicola zingaretti

IL ''FATTO'' LO VUOLE - GIOVANNI VALENTINI LANCIA IL MATRIMONIO M5S-PD: ''CON LA CRISI GIALLO-VERDE IL MOVIMENTO GUIDATO DA LUIGI DI MAIO PUÒ APPORTARE AL PD DI ZINGARETTI UN IMPULSO DI RINNOVAMENTO E DI TENSIONE MORALE, TANTO PIÙ DOPO I RECENTI SCANDALI SULLA SANITÀ; MENTRE VICEVERSA I "DEM" POSSONO ASSICURARE UN CONTRIBUTO DI COMPETENZA E DI ESPERIENZA ALLE NUOVE LEVE PENTASTELLATE''

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO COME BUD SPENCER E TERENCE HILL

Giovanni Valentini per ''il Fatto Quotidiano''

 

La politica è l' arte del possibile, diceva nel suo proverbiale pragmatismo Otto Von Bismarck, il "Cancelliere di ferro" che nella seconda metà dell' Ottocento fondò l' impero tedesco. Oggi, a quasi tre secoli di distanza, la rapidità con cui evolve la vita politica contemporanea dimostra che anche ciò che era impossibile fino a qualche anno o mese fa può diventare possibile nell' arco di poco tempo.

 

salvini di maio

Di fronte alla crisi annunciata della maggioranza giallo-verde, minata nelle fondamenta dalla sua eterogeneità e dall' incompatibilità genetica dei due partner di governo, il matrimonio d' interesse che a giugno scorso ha partorito il "contratto di governo" tra il Movimento 5 Stelle e la Lega appare destinato ormai a essere sciolto dal richiamo alla realtà e da quella che la scrittrice francese Simone de Beauvoir chiama "la forza delle cose" in un suo celebre libro del 1963.

 

Tanto risultava impossibile e impraticabile un accordo fra il M5S e il Partito democratico all' indomani dell' ultima campagna elettorale, arroventata dalle accuse e dalle polemiche reciproche, tanto appare possibile adesso dopo il bagno istituzionale dei Cinque Stelle e i cambiamenti intercorsi nel frattempo all' interno dei Democratici. I veleni e le scorie seminati abbondantemente dalla conflittualità tra le due forze politiche, l' una considerata antisistema e l' altra identificata a torto o a ragione con l' establishment, non sono stati ancora smaltiti completamente dai rispettivi elettorati. E può darsi, anzi, che i residui di quella conflittualità continuino a inquinare i rapporti fra le opposte fazioni come accade alle tifoserie di due squadre di calcio impegnate in un derby permanente.

VIGNETTA BENNY - DI MAIO E ZINGARETTI

 

Ma a questo punto, per ribaltare un' espressione di manzoniana memoria, quello fra M5S e Pd è un matrimonio che "s' ha da fare", almeno per due buone ragioni. La prima è la necessità o l' urgenza di aggregare un' alternativa potenziale e credibile al centrodestra a trazione leghista, guidato dal sovranismo autoritario di Matteo Salvini con inclinazioni vagamente xenofobe e razziste.

 

giovanni valentini (2)

La seconda ragione consiste nel fatto che entrambe le forze politiche hanno bisogno di integrarsi a vicenda per candidarsi al governo del Paese, coltivando le loro affinità di fondo in modo da diventare complementari l' una all' altra. Un matrimonio di opportunità, dunque, se non proprio d' amore o di passione, anche al di là delle diffidenze e delle ostilità che tuttora dividono le loro "famiglie" d' origine.

 

Sotto il primo aspetto, l' escalation leghista accreditata dai sondaggi d' opinione prelude chiaramente a una ricostituzione dello schieramento di centrodestra con la leadership del Capitano e la sua conseguente candidatura alla testa del governo. Per fermare questa deriva in atto, o quantomeno per contrastarla, occorre aggregare un fronte progressista in grado di competere alla pari.

 

Nel Parlamento attuale, il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico rappresentano rispettivamente il 32 e il 18 per cento, a cui bisogna aggiungere le componenti minori del centrosinistra e la formazione di Liberi e Uguali (3%): ciò vuol dire che sulla carta una maggioranza alternativa con più del 51 per cento già esiste e potrebbe essere ulteriormente rafforzata dopo le prossime europee.

CATIUSCIA MARINI NICOLA ZINGARETTI

 

Di contro, la coalizione di centrodestra - uscita vincitrice dalle ultime politiche - arriva nel suo complesso al 37 per cento. Sotto il secondo aspetto, quello di un' eventuale integrazione fra i Cinquestelle e i Democratici, è evidente che - superando le contrapposizioni della campagna elettorale - il Movimento guidato da Luigi Di Maio può apportare al Pd di Nicola Zingaretti un impulso di rinnovamento e di tensione morale, tanto più dopo i recenti scandali sulla Sanità che hanno coinvolto i suoi esponenti in Basilicata e in Umbria; mentre viceversa i "dem" possono assicurare a loro volta un contributo di competenza e di esperienza alle nuove leve pentastellate.

 

 Certo, si tratta di un processo graduale e laborioso, non privo di rischi e di incognite. Occorre aprire preliminarmente un confronto, magari più approfondito e impegnativo di un "contratto di governo", per definire programmi, obiettivi e condizioni. Ma c' è forse nel Parlamento attuale, e tanto più in un futuro Parlamento investito dal vento sovranista, un' alternativa al predominio delle destre? E come si può pensare, altrimenti, di respingere i pericoli e le minacce che incombono sulla nostra democrazia? A questi interrogativi, per certi versi inquietanti, sono chiamati a rispondere i gruppi dirigenti del M5S e del Partito democratico.

 

NICOLA ZINGARETTI SIMBOLO PD

E con loro, i militanti e i rispettivi corpi elettorali. In questi settant' anni di storia politica italiana, dalla Costituzione in avanti, abbiamo già assistito al superamento di antichi steccati, prima fra cattolici e laici; poi fra democristiani, socialisti e comunisti. Quello che sembrava impossibile è diventato possibile. È tempo di fare un altro tentativo coraggioso per salvaguardare l' interesse generale del Paese.

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")