salvini borghi bagnai

''NON FIRMIAMO UN CAZZO'' - SE NON BASTANO GLI ATTI PARLAMENTARI, BORGHI E BAGNAI TIRANO FUORI IL MESSAGGIO DI SALVINI DATATO 12 GIUGNO E RIFERITO ALLA RIFORMA DEL FONDO SALVA-STATI. IL LEGHISTA OGGI ACCUSA IL PREMIER DI AVER AGITO CONTRO IL VOLERE DELLA SUA MAGGIORANZA. ACCUSA GRAVISSIMA, CHE PERÒ È DI FATTO CONFERMATA DA DI MAIO VISTO CHE HA CHIESTO IL RINVIO DELLA RATIFICA. E CONTE TEME CHE IL SUO INTERVENTO LUNEDÌ NON CHIARIRÀ NÉ SBLOCCHERÀ NULLA

 

 

 

1. QUANDO LEGA E M5S MANIFESTARONO A CONTE LA CONTRARIETÀ AL FONDO SALVA-STATI

Elisa Calessi per ''Libero Quotidiano''

 

È un mercoledì mattina.

MESSAGGIO DI SALVINI A BAGNAI SUL MES NON FIRMIAMO UN CAZZO GIUGNO

La seduta 192, come si legge nel resoconto parlamentare, comincia alle 9,35. C' è l' aria condizionata, perché siamo al 19 giugno. Nella guerra che si è scatenata in queste ore tra Matteo Salvini e il premier Giuseppe Conte, proseguita ancora ieri, bisogna tornare a quel mercoledì di metà giugno: prima della pausa estiva e della rottura del governo gialloverde. Come prassi, il presidente del Consiglio, in prossimità di un vertice europeo, viene a riferire al Parlamento.

 

 Conte spiega che, tra l' altro, si parlerà della riforma del trattato sul Meccanismo europeo di stabilità. La bozza in discussione, ricorda, è il frutto in un vertice del dicembre 2018. A proposito dei ruoli tra Commissione e Mes spiega che il fondo, «se necessario, potrà seguire e valutare la situazione macroeconomica e finanziaria dei suoi membri, compresa la sostenibilità del loro debito pubblico».

Lega e M5S hanno dubbi. E li illustrano, senza molti convenevoli. Parla per primo Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera: «La riforma prospettata è pericolosa».

 

borghi salvini bagnai

Ricorda che la Lega si è opposta, a suo tempo al Fiscal Compact e al voto sul Fondo salva-Stati. «Ma l' evoluzione che si sta pensando è ancora più spaventosa», dice, perché il Fondo salva-Stati «ha già dimostrato che cos' è: andate a chiederlo ai bambini greci! È quello strumento che, con i soldi di tutti, è stato utilizzato per salvare le banche francesi e tedesche che avevano fatto speculazione finanziaria in Grecia sulla pelle della gente, andando a chiudere gli ospedali, andando a privare la Grecia delle infrastrutture strategiche, andando a tagliare i diritti sociali in quel Paese». Qui, si legge nel resoconto, scattano gli applausi dai banchi della Lega e del M5S.

 

«E ora noi vorremmo far sì che tale strumento entri nei Trattati europei? Che sia qualcosa di vincolante da cui non si possa più uscire? Noi vogliamo che il controllo sulla tenuta dei conti pubblici dei Paesi Ue non sia più fatto dalla Commissione ma dal Fondo salva-Stati? Vogliamo che, con i soldi di tutti, intervenga a sua discrezione, senza un controllo politico, ad aiutare soltanto i Paesi che hanno i conti a posto?». Pausa. «Questa è una follia e noi non possiamo permetterlo». Di nuovo applausi. Conclusione: «Non possiamo parlare di Europa sociale e poi portarci la troika in casa».

MESSAGGIO DI SALVINI A BORGHI SUL MES NON FIRMIAMO UN CAZZO GIUGNO

 

«NON S' HA DA FARE»

Francesco D' Uva, capogruppo del M5S, non è da meno: «Avallare nella sua forma attuale la riforma del Trattato del Mes significherebbe legittimare proprio quelle stesse regole fiscali che stiamo criticando da anni». La bozza attuale «prevede che l' accesso alle linee di credito precauzionali per gli Stati richiedenti sia subordinata al rispetto di parametri fiscali come il rapporto deficit-Pil non superiore al 3%, un rapporto debito pubblico-Pil al di sotto del 60% o, in caso di valori superiori, che il rapporto sia ridotto di un ventesimo in media nei due anni che precedono la richiesta.

 

Sulla base di questi tre parametri ci sono otto Paesi dell' area euro, tra cui l' Italia, che sarebbero esclusi dalla possibilità di richiedere assistenza al Mes, a meno che non firmino un memorandum che commissarierebbe il Paese». Chiede, quindi, che «l' Italia» si faccia «sentire con inflessibilità. Non si deve procedere oltre su questa riforma, se non vengono affrontati seriamente due altri dossier: l' assicurazione europea sui depositi bancari e il bilancio unico dell' Eurozona».

claudio borghi 1

 

TUTTI D' ACCORDO

Conte, nella replica, dà ragione a Lega e M5S: «Ritengo sia un buon suggerimento quello di invitare», e cita la risoluzione della maggioranza, «"a promuovere, in sede europea una valutazione congiunta dei tre elementi del pacchetto di approfondimento dell' Unione economica e monetaria"».

 

Perciò esprime parere favorevole alla risoluzione 6-00076, firmata dai capigruppo di Lega e M5S. Un documento che impegna il governo «a non approvare modifiche che prevedano condizionalità che penalizzino quegli Stati membri che più hanno bisogno di riforme strutturali e di investimenti, e che minino le prerogative della Commissione europea in materia di sorveglianza fiscale». La risoluzione è approvata.

 

Fin qui il passato. Ma la polemica è destinata a continuare almeno fino a lunedì, quando Conte riferirà al Parlamento. «Ho molti dubbi e timori», ha detto ieri il vice ministro allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni, M5S, ricordando che anche Bankitalia «si è espressa evidenziando dubbi e criticità». Mentre Matteo Salvini ancora ieri ha insistito a chiedere un incontro con il presidente della Repubblica.

Quanto a Conte, «se qualcuno ha firmato qualcosa senza dirlo agli italiani ne pagherà le conseguenze».

 

 

roberto gualtieri alberto bagnai

2. MES, CONTE ALL'ANGOLO TRA LA LEGA E IL M5S DI BATTISTA: STO CON LUIGI, NON VOTIAMOLO

Federico Capurso per ''La Stampa''

 

A palazzo Chigi c' è una certa agitazione per il clima che sta montando intorno al Meccanismo europeo di stabilità, il fondo salva-Stati sbarcato anche su Twitter con il poco benaugurante hashtag #StopMes. I sovranisti di destra, ma anche quelli di governo, pentastellati, accarezzano con diverse intensità la tesi del complotto ordito dall' Europa ai danni dell' Italia. E sono fiancheggiati, seppur con altre argomentazioni, da istituzioni bancarie come Abi e Bankitalia, decise a chiedere delle modifiche al testo.

 

Ecco perché il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiamato lunedì a riferire in Parlamento, inizia a pensare che non si risolverà tutto con un bel discorso. Osserva invece con preoccupazione l' ennesimo distanziamento dal Pd dei grillini, stavolta mosso da Alessandro Di Battista che chiede di «non votare il Mes», - sussurrano nel Movimento - con il placet di Luigi Di Maio per ricompattare il gruppo parlamentare.

conte salvini

 

Il premier si trova stretto tra due fuochi. Se in Italia parte della sua maggioranza e mondo bancario spingono per delle modifiche; oltre confine, a Bruxelles e in quelle cancellerie "amiche" che spesso, negli ultimi mesi, hanno riservato all' Avvocato del popolo elogi e onori, considerano il testo blindato e si aspettano di non restare delusi da un veto italiano.

 

Di fronte alle difficoltà di palazzo Chigi, Di Maio insiste: «Abbiamo avuto una riunione del gruppo parlamentare del M5S e siamo tutti d' accordo sul fatto che questo accordo deve essere migliorato». Ma parlando con i giornalisti a margine della cerimonia di inaugurazione della sede di Napoli di Cassa depositi e prestiti, Di Maio lascia anche aperto uno spiraglio: «Non c' è solo il Mes - dice -, ma ci sono anche una serie di strumenti che sono oggetto di riforma in questo momento, come l' assicurazione sui depositi, l' unione bancaria, e altri meccanismi. Nei prossimi giorni faremo presente tutte le perplessità che abbiamo sul Mes».

roberto gualtieri giuseppe conte 2

 

Quelli citati da Di Maio sono i tre pilastri oggetto delle riforme in cantiere a Bruxelles. E proprio sulla «logica del pacchetto» Conte insisterà lunedì, durante il suo discorso in Aula, cercando di convincere la sua maggioranza della necessità di apportare modifiche al sistema nel suo complesso, e non solo ai singoli strumenti come il Mes. Di Maio e Di Battista però vogliono entrambe le cose.

 

E Dibba, su Facebook, mette da parte la diplomazia: «Se fossi un parlamentare non voterei il Mes perché reputo che solo chiamarlo Meccanismo-Salva-Stati sia una balla colossale». E «agli ex-colleghi del Movimento dico: accelerate! Soprattutto adesso. Luigi lo sta facendo e lo sostengo per questo. Accelerate sul conflitto di interessi, sulla nazionalizzazione delle autostrade, sulla commissione di inchiesta sul finanziamento ai partiti, sul recupero dell' Imu non versato dagli istituti religiosi».

 

alessandro di battista e luigi di maio sulle piste di moena 3

Nessuno spostamento a destra del Movimento - sostiene Dibba - ma ci pensa Matteo Salvini a tirare a sé i Cinque stelle: «Noi non abbiamo cambiato idea e se anche il Cinque Stelle non lo ha fatto, CcIl leader della Lega, insieme al capogruppo alla Camera Riccardo Molinari vorrebbe portare il premier di fronte a un voto del Parlamento sul Mes prima che arrivi la possibile firma a Bruxelles e l' occasione potrebbe presentarsi la settimana prossima, quando Conte riferirà in Parlamento prima di recarsi al vertice dell' Eurogruppo. Salvini vorrebbe di più, una «nuova risoluzione», per sfidare in aula la compattezza della maggioranza. Proprio sul leghista Conte punterà il mirino lunedì. Ennesimo scontro tra i due.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...