tiziano renzi laura bovoli

''NON SONO LADY TRUFFA''. TIZIANO E LAURA RENZI DEPOSITANO UNA MEMORIA: ''NON VENGO IN AULA PER NON PIANGERE, VOGLIO TUTELARE I MIEI NIPOTI'' - LUIGI DAGOSTINO: ''HO PAGATO FATTURE ESORBITANTI PER SUDDITANZA PSICOLOGICA, ERANO I GENITORI DEL PREMIER''. MA PER LORO, IL POTERE DEL FIGLIO LI HA DANNEGGIATI. EPPURE L'AZIENDA DI FAMIGLIA, CON MATTEO A PALAZZO CHIGI, È PASSATA DA 1,9 MILIONI DI FATTURATO A 7,2

Giacomo Amadori per ''La Verità''

 

tiziano renzi e laura bovoli al balcone di casa 1

Manca solo la sentenza, che, salvo imprevisti, arriverà il prossimo 7 ottobre, dopo brevi discussioni. Ieri si è conclusa la fase istruttoria nel primo processo ai genitori di Matteo Renzi, Tiziano e Laura, quello per le due presunte fatture false da 195.200 euro Iva compresa. La sensazione è che la bilancia del processo stia pendendo dalla parte dell' accusa, portata avanti dalla pm Christine von Borries, per due semplici motivi: uno dei tre imputati, Luigi Dagostino, ha dato una versione discordante rispetto a quella dei genitori e non sono mai state trovate le consulenze collegate alle fatture, consistenti in due studi di fattibilità per un centro del gusto, una Eataly in miniatura alle porte di Rignano sull' Arno. Agli atti sono finite solo tre paginette e cinque piantine allegate a una mail, ma mai depositate negli archivi delle aziende coinvolte.

casa di tiziano renzi e laura bovoli

 

Ieri era il giorno dell' esame degli imputati, ma l' unico a presentarsi al cospetto del giudice Fabio Gugliotta per difendere la propria onorabilità è stato Dagostino, imprenditore pugliese trapiantato in Toscana.

 

SUDDITANZA PSICOLOGICA

Nel quarto d' ora in cui ha parlato, Dagostino ha negato di aver truffato il gruppo Kering (a suo dire il costo delle fatture era stato scontato nel prezzo di vendita di una società dello stesso imprenditore) e ha difeso il lavoro fatto con la sua Tramor srl per far crescere The Mall, un centro commerciale in grado di dare lavoro a 800 persone in tempi di crisi. A trarne giovamento anche i Renzi. «In quegli anni diventiamo abbastanza amici e poi, verso gennaio 2015, gli propongo di studiare questa situazione (un centro per il food, ndr); dopo qualche settimana, a fine febbraio-metà marzo, la Kering ci conferma di volere acquistare la Tramor; allora io verso maggio comunico ai Renzi di fare subito i conti e di mandarmi le fatture del lavoro che avevano fatto sino ad allora.

casa di tiziano renzi e laura bovoli 3

 

Dico la verità, quando ho ricevuto le fatture sono rimasto abbastanza perplesso per l' importo. Però loro in quel momento erano i genitori del presidente del Consiglio non ho ritenuto di contestare le fatture perché ho subito un po' la sudditanza psicologica. L' unico errore che ho commesso è stato questo. Mi rendo conto che per il mercato era un prezzo esoso, però, ho accettato le fatture e le ho fatte pagare, dopodiché non ho più avuto rapporti di lavoro con il dottor Renzi e la signora Bovoli, tanto è vero che abbiamo messo in liquidazione in tempi non sospetti, molto prima che iniziasse l' indagine, la società che avevamo realizzato insieme per gestire certe situazioni relative al marketing. In ogni caso quelle contestate non sono fatture false».

 

L' unica cosa che Dagostino ha ammesso è «un po' di leggerezza» e ha ribadito di aver pagato il conto anche perché «non erano stati presi degli accordi scritti per quanto riguarda il prezzo, ma solo verbali». Le dichiarazioni di Dagostino hanno fatto storcere il naso ai difensori dei Renzi. Per esempio l' avvocato Federico Bagattini davanti alle telecamere ha affermato: «Se Dagostino avesse ritenute effettivamente esose le fatture avrebbe potuto non pagarle.

 

E poi se le ha considerate esose significa che la prestazione c' era, infatti se avesse ricevuto fatture per operazioni inesistenti avrebbe dovuto restituirle dicendo che era un tentativo di truffa». A fine udienza i legali dei Renzi hanno depositato le spontanee dichiarazioni messe per iscritto dai loro assistiti. In esse si rivendica il valore del servizio di consulenza offerto a Dagostino.

LAURA BOVOLI E TIZIANO RENZI

 

«SEMPRE PAGATO LE TASSE»

Renzi senior ha vergato: «Ho lavorato per mesi» al progetto «con Luigi Dagostino. () Ho girato con lui in tutta Italia () Qualcuno afferma che il valore della prestazione sarebbe stato più basso dei 140.000 euro oltre Iva pagati. Punti di vista». Rimarca il suo know-how, costruito in oltre tre decenni, e ribadisce che lo studio di fattibilità era «un lavoro frutto dell' ingegno» difficile da valutare sotto l' aspetto venale.

 

Nelle dieci pagine di memoria i Renzi hanno ribadito più volte anche di aver pagato il dovuto su quei denari e non solo su quelli: «Ho sempre pagato tutte le tasse, non ho mai fatto fatture false» ha scritto Tiziano; Laura ha aggiunto che una società che fatturava 5 milioni di euro «non aveva bisogno né interesse di intestarsi un progetto falso, rischiando di rovinare tutto». Bagattini con La Verità aggiunge: «A istruttoria finita possiamo sostenere che non vi sia stato un euro di evasione».

MATTEO E TIZIANO RENZI

 

Ma forse non è questo il punto. Infatti l' articolo 8 della norma che sanziona l' emissione di fatture per operazioni inesistenti dice che commette il reato chi fa carte false per consentire l' evasione non a se stesso, ma a terzi, in questo caso il gruppo Kering, che nella propria memoria ammette di aver tratto un vantaggio fiscale da quei documenti e di aver poi dovuto porvi rimedio.

 

«HO PRODOTTO RICCHEZZA»

Nelle sue «dichiarazioni spontanee scritte» i coniugi hanno sottolineato di aver lavorato per 35 anni senza problemi con la giustizia o l' Erario. Tiziano si è atteggiato a un Silvio Berlusconi in sedicesimo: «Sono partito dal basso, dal fondo, ho fatto impresa, sono cresciuto grazie alla passione, all' impegno, al sacrificio () se fossi rimasto fermo nel mio lavoro come insegnante oggi non sarei qui. Ma ho scelto di investire per creare lavoro, ricchezza, benessere: è forse reato questo?» ha rivendicato con afflato retorico.

tiziano renzi e laura bovoli

 

«NON SONO LADY TRUFFA»

Laura ha confessato il dramma di questi mesi: «Sono nonna di dieci ragazzi e bambini e ho vissuto con dolore il nodo con il quale i media hanno descritto la mia vita () cerco per quanto posso di recuperare tranquillità per i miei nipoti.

 

Questo e unicamente questo spiega perché ho rinunciato a sottopormi ad esame e a comparire oggi () Mi scuso di nuovo per non essere in aula. Ho quasi 70 anni e non ho mai avuto nessun problema con la giustizia fino agli ultimi 12 mesi dove sono passata da cittadina irreprensibile a criminale incallita. Da nonna premurosa a "Lady Truffa", per quello che vedono i miei nipoti sui social network. E non reggo l' emozione. E non mi va di piangere in pubblico».

 

«DANNI DAL FIGLIO PREMIER»

Infine Tiziano è arrivato a sostenere che l' avere avuto un figlio premier avrebbe danneggiato i loro affari (sebbene l' azienda di famiglia, la Eventi 6, con Matteo a Palazzo Chigi, abbia visto crescere il proprio fatturato da 1,9 milioni di euro a 7,2), visto che già nel 2004, quando il loro ragazzo è diventato presidente della Provincia, avevano dovuto «abbandonare tutti i rapporti negoziali con società partecipate da enti pubblici a cominciare da quello con la Centrale del latte di Firenze».

 

luigi dagostino

Un concetto che il babbo ci tiene a rimarcare: «Ho sempre lavorato: non ho avuto bisogno di avere il figlio premier per lavorare. () Se è un reato chiamarsi Renzi, allora sono colpevole, non c' è nemmeno bisogno di celebrare un processo». Sino al climax finale: «Giudicatemi per le prestazioni che ho svolto e per le tasse che ho pagato, non per il nome che porto».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...