L'AIUTO DI CONTE? UN MUTUO DA PAGARE - BELPIETRO: IL PREMIER PARLA DI «INTERVENTO PODEROSO» PER LE AZIENDE, MA SI TRATTA DI PRESTITI CHE SERVIRANNO IN LARGA MISURA A SALDARE LE TASSE.  TRA L'ALTRO, IL DECRETO È SOGGETTO ALL'APPROVAZIONE DI BRUXELLES. E L'EROGAZIONE DA PARTE DELLE BANCHE NON SARÀ AFFATTO AUTOMATICA

-

Condividi questo articolo


 

Maurizio Belpietro per “la Verità

 

Sapete perché non credo alle promesse di aiuti miliardari che il governo ha fatto alle imprese? Perché conosco i miei polli e so che tra il dire e il fare di Palazzo Chigi non c' è di mezzo il mare, ma addirittura un oceano. Il decreto che dovrebbe inondare di liquidità le aziende, cercando di risollevare un' economia messa al tappeto dal coronavirus, rischia di essere una gigantesca presa per i fondelli, come lo è stata la promessa che Giuseppe Conte ha fatto alle partite Iva e a chi è rimasto senza lavoro. Anche all' inizio di marzo, varando il decreto Cura Italia, il presidente del Consiglio assicurò che nessuno sarebbe stato licenziato e tutti avrebbero incassato un assegno di 600 euro.

giuseppe conte roberto gualtieri 14 giuseppe conte roberto gualtieri 14

 

Peccato che dall' annuncio all' erogazione del sussidio sia passato un mese e molti non abbiano ancora visto un euro. Stessa musica con le tasse: a parole il governo disse che sarebbero state sospese, ma in realtà il rinvio ha riguardato solo le piccole aziende, con meno di due milioni di fatturato, mentre tutte le altre hanno avuto «l' agevolazione» di un rinvio di ben quattro giorni. Insomma, quello che viene declamato con tanto di avverbi e aggettivi in conferenza stampa, quasi mai corrisponde alla realtà.

 

Ieri per esempio ho raccolto lo sfogo di un banchiere che, dopo aver ascoltato il premier, è montato su tutte le furie. «Come si fa a dire, come ha detto Conte, che la liquidità garantita dal sistema bancario sarà immediata? Il capo del governo sa benissimo che così non è e non si tratta di ritardi o ostacoli frapposti dal sistema creditizio». Eh già Giuseppi, pur di apparire, ha fatto i conti senza l' oste, annunciando prestiti a gogò, ben sapendo che le banche devono sottostare alle regole europee. In pratica, senza il via libera del commissario alla concorrenza, Margrethe Vestager, cioè di quella simpatica signora che ha bloccato il salvataggio di banche tipo Popolare di Vicenza ed Etruria, il rubinetto da cui dovrebbero sgorgare miliardi rimarrà a secco.

 

belpietro belpietro

La vicepresidente della commissione Ue potrebbe infatti eccepire che il denaro erogato altro non è che un aiuto di Stato in quanto garantito dal governo e dunque bloccare tutto. Probabilmente non accadrà, perché anche a Bruxelles si rendono conto che con l' epidemia le cose sono cambiate. Ma prima che la Vestager dia luce verde, dalle banche non uscirà un euro.

 

Fin qui siamo all' aspetto tecnico-legislativo, che ovviamente non è secondario, ma poi tra i motivi che mi inducono a dubitare della bontà dei prestiti sbandierati da Conte ci sono anche ragioni procedurali e di sostanza. Nonostante il presidente del Consiglio per farsi bello abbia caricato i toni, parlando di intervento poderoso, gli aiuti promessi non sono altro che fidi, cioè aperture di conto, sì, insomma, finanziamenti che avranno un tasso e una scadenza.

 

È molto probabile che gli interessi da pagare siano bassi, perché questo chiederà il governo alle banche, ma comunque un tasso ci sarà e anche un lasso di tempo per rimborsare il denaro ricevuto. In pratica, per far fronte all' emergenza, le aziende non sono aiutate con un contributo a fondo perduto, ma sono spinte a indebitarsi. Il che può essere una soluzione se il mercato si riprende, se cioè la situazione ritorna alla normalità, ma se così non fosse o se la fase di chiusura durasse più a lungo del previsto le imprese si ritroverebbero con un calo del fatturato e un aumento del debito: non proprio la migliore condizione per risalire la china.

margrethe vestager margrethe vestager

 

 C' è poi chi ha osservato che l' aiuto statale sarà una colossale partita di giro, perché quei soldi le società li useranno per pagare tasse e contributi. Il che farebbe contento il fisco, ma di certo non l' imprenditore, il quale sarebbe a posto con l' agenzia delle entrate, meno con tutto il resto.

 

Infine bisogna tener conto di un aspetto procedurale che non è proprio secondario. Il capo del governo ha parlato di liquidità immediata a disposizione di chi ne ha bisogno. Ma, Vestager a parte, il prestito dovrà essere autorizzato, vale a dire che la banca dovrà istruire una pratica, verificare la solvibilità e la solidità dell' azienda.

 

E tutto ciò mentre il 60 per cento del personale bancario è a casa e le agenzie lavorano part time, ricevendo le persone su appuntamento. «La realtà», spiega il banchiere infuriato, «è che oggi siamo tempestati di richieste, perché gli imprenditori hanno sentito lunedì sera la conferenza stampa di Conte. Ma noi non siamo ancora in grado di soddisfare le domande. Con la comunicazione a Palazzo Chigi si sono fatti belli, ma la realtà è un po' più brutta». Sì, insomma, conoscendo i miei polli, finirà come con i 600 euro per tutti e le tasse sospese.

angela merkel ursula von der leyen angela merkel ursula von der leyen

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MADONNA? EVITA-LA! – QUELLA VOLTA CHE MADONNA VENNE A ROMA PER LA PRIMA DI “EVITA’’ E SI INCAZZÒ FACENDO ASPETTARE IL PUBBLICO PER UN’ORA E MEZZO - IL PATTO ERA CHE SUA FIGLIA, LOURDES, VENISSE BATTEZZATA NEGLI STESSI GIORNI DAL PAPA ALLA PRESENZA DEL PADRE, CHE SI CHIAMAVA JESUS - IL PRODUTTORE VITTORIO CECCHI GORI CONOSCEVA UN CARDINALE: “PRONTO, AVREI MADONNA, L’ATTRICE, CHE VORREBBE BATTEZZARE LA FIGLIA, LOURDES, COL PADRE, JESUS… E SE FOSSE DISPONIBILE IL PAPA…” – VIDEO

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING...