annalisa chirico matteo renzi all evento altran del paris air show

UN'ALTRAN VITA È POSSIBILE - RENZI FA IL POLITICO O IL LOBBISTA? INGAGGIATO DA ALTRAN GROUP, AZIENDA FRANCESE DELLA DIFESA, PER UN CONVEGNO, IL GETTONE FU PAGATO NON A LUI MA A UN'ASSOCIAZIONE DEDICATA A SPADOLINI (NON LA FONDAZIONE, CHE DICE DI NON AVER NIENTE A CHE FARE CON ARMI E MISSILI) - È LO STESSO RENZI CHE HA PROPOSTO DI FARE E DISFARE FUSIONI TRA LEONARDO E FINCANTIERI, RIVALI DI ALTRAN, RESPINTE DAI MANAGER?

 

 

COSÌ MONSIEUR RENZI FU INGAGGIATO DALL'AZIENDA DELLA DIFESA FRANCESE

Carlo Tecce per “il Fatto Quotidiano

 

Altran Group, un' azienda francese della Difesa che lavora in Italia, ha ingaggiato Matteo Renzi per un convegno. Però i soldi non sono transitati sui conti dell' ex premier - e dunque sfuggono ai controlli sulla trasparenza dei politici - ma sono finiti a un' associazione culturale. Renzi è a suo agio più col francese che con l' inglese. Il 19 giugno scorso era all' Air Show di Parigi, il rinomato Salone dell' aeronautica militare e civile, con i galloni di ex premier italiano, senatore semplice di Firenze, ancora nel Pd e perciò capo di una minoranza di un partito di opposizione.

annalisa chirico matteo renzi all evento altran del paris air show

 

Ha interloquito in francese nei convenevoli con i dirigenti di Altran Group, multinazionale di consulenza e ingegneria nei settori del- l' aerospazio, ma è intervenuto in inglese, per ragioni di protocollo, al dibattito su tecnologia e geopolitica nel padiglione per le conferenze degli stessi francesi di Altran Group con la moderatrice Annalisa Chirico, giornalista inserita in plurimi ambienti.

 

Così la delegazione italiana, in missione all' Air Show Parigi, per difendere l' industria italiana, in perenne e feroce concorrenza con i francesi, avrà notato l' inopinata presenza di Renzi, schierato nell' altro campo. Quello dei rivali.

 

Adesso Altran Group ha un interlocutore privilegiato nel governo italiano che quel giorno di giugno fu invitato per "rispondere a dieci domande su quesiti globali", si presume in veste di oratore. Perché le leggi contro la corruzione, come precisa Altran Group, società quotata in Borsa, impediscono di finanziare movimenti o esponenti politici.

 

matteo renzi

Renzi fa sapere al Fatto che non ha ricevuto denaro da Altran Group, ma che l' evento era gestito da un' associazione culturale che porta il nome di Giovanni Spadolini, repubblicano, fiorentino, giornalista e storico, direttore del Corriere, primo ministro, presidente del Senato, senatore a vita. Il professor Cosimo Ceccuti, che custodisce il pensiero dello studioso Spadolini con l' omonima Fondazione, l' unica associazione riconosciuta, smentisce ogni legame con un salone di velivoli che sganciano bombe: "Noi non c' entriamo con le armi e discutere di ciò mi fa sorridere.

Il nostro rapporto con la Francia si limita a una mostra su Napoleone, assai amato da Spadolini. Io non dispongo del censimento di ciascun gruppo che si rimanda alla memoria di Spadolini, ma se fosse di una certa rilevanza, le garantisco, l' avrei captato".

villa il gioiello fondazione spadolini

 

L' azienda francese conferma la nostra ricostruzione e sull' ingaggio di Renzi spiega: "Altran gli ha proposto, in quanto ex primo ministro, una discussione su 'dieci domande su questioni globali: i dieci maggiori rischi in campo tecnologico e geopolitico nel 2020'. Altran Group ha pagato un gettone una tantum all' associazione che ha gestito la partecipazione di Renzi allo stand di Altran.

È la sola relazione con Renzi".

 

Nel novembre 2014, ai tempi di Chigi, Altran Group era a un tavolo della cena di raccolta fondi del Pd per una spesa "inferiore a 1.000 euro". Nessuno svela il compenso per Renzi, che spiega al Fatto di non esser mai stato pagato da aziende, ma sempre - come avvenuto in oltre 50 occasioni in giro per il mondo - da agenzie specializzate o associazioni che organizzano tale tipo di incontri.

 

spadolini

Il gigante Capgemini ha avviato un' offerta pubblica di acquisto amichevole dei connazionali di Altran Group, un' operazione da 3,6 miliardi di euro per creare un' azienda di 17 miliardi di fatturato e oltre 250mila dipendenti. Pure Renzi spesso discetta di fusioni di società a controllo statale, come per Fincantieri che fabbrica navi da crociera e da guerra e Leonardo (ex Finmeccanica) che si occupa di aerospazio civile e militare.

 

Il 17 settembre l' ex premier Renzi ha lasciato il Pd con una lunga intervista, una sorta di testamento anche sentimentale di un politico che ha raggiunto per due volte la segreteria del Nazareno e guidato l' Italia per mille giorni. Non è riuscito, però, a non cedere all' ossessione di suggerire il futuro di Leonardo e Fincantieri: "Non sono interessato a mettere il naso nelle nomine, ma voglio dire la mia sulla strategia. Perché continuiamo a tenere divise Leonardo e Fincantieri? Non rischiamo di farci mangiare da partner europei che investono più di noi sullo spazio e sulla difesa?".

 

altran group

Al contrario, gli amministratori delegati Alessandro Profumo di Leonardo e Giuseppe Bono di Fincantieri sono convinti che "unirsi sia un limite". Ai francesi, semmai, farebbe piacere assistere a una contrazione di Leonardo e Fincantieri.

 

C' è da sperare, dicono i più maliziosi, che Renzi non abbia trovato ispirazione nella trasferta parigina. Un paio di anni fa, durante il governo di Gentiloni, Altran Group ha tentato di acquistare l' italiana Next, ma Palazzo Chigi l' ha bloccata con il golden power, i poteri speciali, per "assicurare la tutela degli interessi nazionali della difesa e della sicurezza". E Leonardo non collabora più con Altran per attività sensibili che richiedono il nulla osta sicurezza. A quale titolo, allora, Renzi viene ospitato da Altran e poi si esercita su Leonardo e Fincantieri?

altran group

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…