montanari salvini meloni

L'ANTISOVRANISMO PORTA BENE - "LA VERITÀ" POLEMIZZA PER L'ELEZIONE DI TOMASO MONTANARI A NUOVO RETTORE DELL'UNIVERSITÀ PER STRANIERI A SIENA: "RICOPRE INNUMEREVOLI INCARICHI PUR ESSENDO SEMPRE PRONTO A LAMENTARSI DELL'ITALICA DECADENZA. SALVINI E' IL SUO BERSAGLIO NUMERO UNO E NE HA ANCHE PER GIORGIA MELONI. COSA ACCADREBBE SE UN INTELLETTUALE DI DESTRA VENISSE COPERTO D'INCARICHI?"

Giuliano Guzzo per "La Verità"

 

tomaso montanari 5

C'è poco da fare, l'antisovranismo porta bene. Non si spiega altrimenti il continuo successo accademico, editoriale e culturale, di figure che più tuonano contro l'area avversata e più ottengono incarichi e ruoli di prestigio.

 

Un esempio da manuale è quello di Tomaso Montanari, storico dell'arte che lunedì, con quasi il 90% dei voti, è stato eletto nuovo rettore dell'università per stranieri di Siena.

 

tomaso montanari al tavolo con la sinistra

L'incarico sarà effettivo a partire dal prossimo 9 ottobre, ma all'eletto sono già giunte le congratulazioni di rito, a partire da quella del rettore uscente, Pietro Cataldi, che elogiando il suo successore ha posto l'accento sul suo «profilo così caratterizzato».

 

tomaso montanari 4

In effetti, il «profilo» di Montanari caratterizzato lo è eccome. In primo luogo dagli innumerevoli incarichi ricoperti, pur essendo l'uomo sempre pronto a lamentarsi dell'italica decadenza.

 

tomaso montanari

Sì, perché il nuovo rettore dell'università per stranieri di Siena, oltre che docente nello stesso ateneo, è già: presidente del Comitato tecnico scientifico per le Belle arti del ministero per i Beni culturali, membro del Consiglio superiore dei Beni culturali, membro dei comitati scientifici degli Uffizi a Firenze e dei Girolamini a Napoli.

 

tomaso montanari 1

Non è finita: presiede l'Istituto italiano di studi filosofici di Napoli, è socio dell'Istituto veneto di scienze, lettere e arti e lo scorso ottobre il ministro Dario Franceschini, forse temendolo poco valorizzato, l'ha nominato presidente del cda e della Fondazione archivio museo Richard Ginori.

 

Un'abbondanza di poltrone cui corrispondono, venendo a un secondo tratto del «profilo» del neorettore senese, uscite abrasive, attenzione, contro colui che ne è il bersaglio numero uno, vale a dire Matteo Salvini.

 

tomaso montanari da lilli gruber

Contro il leader leghista lo storico dell'arte è scatenato, come provano le sue sparate anche delle ultime settimane. Per dire, il 4 maggio, ospite da Lilli Gruber, la quale è solita invitarlo in veste oracolare a Otto e mezzo, il Nostro ha rispolverato con nonchalance arditi accostamenti al nazionalsocialismo: «Anche Hitler aveva consenso, la Lega al governo è un pericolo».

 

Ai primi di giugno, sempre la Gruber, ha stuzzicato il colto ospite chiedendogli che ne pensasse - vista la scelta di Salvini di donare un rosario agli altri leader del centrodestra, a margine d'un vertice - di simili manifestazioni pubbliche di fede.

 

matteo salvini e giorgia meloni

«Rivoltanti, ripugnanti», è stata la replica di Montanari, il quale ne ha pure per Giorgia Meloni e per il successo del suo libro, che alcune librerie si son rifiutate di tenere. Una censura, assicura lo storico dell'arte, che è gesto da ritenersi «non solo lecito, ma encomiabile e ormai necessario».

 

tomaso montanari 2

Ora, tutto ciò pone un dubbio: che accadrebbe se un intellettuale di destra, espresse simili idee, venisse coperto d'incarichi? Certo, c'è Vittorio Sgarbi, il quale però è difficile da inquadrare politicamente e, in ogni caso, è uno. Invece intellò à la Montanari, intoccabili nonostante le idee tutto fuorché moderate, ce ne sono molti.

 

simon levis sullam

Si pensi a Simon Sullam, docente di Storia alla Ca' Foscari di Venezia: condivise su Facebook una foto dei libri di Giorgia Meloni «a testa in giù», suscitando scalpore. Ciò nonostante, Sullam risulta essere ancora al suo posto pure in seno alla «Commissione ministeriale per la conoscenza e lo studio della storia nella scuola».

 

simon levis sullam 1

In quella Commissione, peraltro, siede pure Alberto Melloni, docente all'Università di Modena e Reggio Emilia, editorialista di La Repubblica, chief scientific advisor della Commissione Ue - anche lui non proprio privo di titoli, insomma -, il quale, nel novembre 2019, ebbe a paragonare il cardinal Ruini e Matteo Salvini a Von Papen e Hitler.

 

alberto melloni

Ecco che, allora, il quesito si ripropone: come mai agli accademici progressisti sia concesso, pure dopo esternazioni al vetriolo contro i politici da loro detestati, di ricoprire gli stessi incarichi di prima o, addirittura, di riceverne altri?

 

L'equazione più odio antisovranista uguale più titoli meriterebbe approfondimenti. Anche se, a ben vedere, rispecchia l'idea per cui detestare una certa parte, semplicemente, non è odio, ma qualcos'altro: militanza, senso civile, magari, vai sapere, addirittura amore.

 

tomaso montanari

Prova ne sia il mancato scandalo per quanto accaduto a Bologna giorni fa, con l'inizio della settimana transfemminista, che terminerà sabato, segnato da una manifestazione di assai dubbio gusto: un «pestaggio grafico» - realizzato disegnando impronte - sui volti di Giorgia Meloni, Simone Pillon, Mario Adinolfi, Viktor Orbán, Donald Trump e papa Francesco e, va da sé, Matteo Salvini.

tomaso montanari 3tomaso montanari a otto e mezzoTOMASO MONTANARI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…