gianni letta silvio berlusconi mario draghi

L'ETERNO RITORNO DI GIANNI LETTA - MENTRE SALVINI, GHEDINI, RONZULLI E TAJANI SPINGONO PER ANDARE A VOTARE, IL SOLITO GIANNI LETTA A BERLUSCONI HA SPIEGATO CHE VOTARE ORA PORTEREBBE IL PAESE NEL CAOS E LO HA INCORAGGIATO A SOSTENERE DRAGHI – CECCARELLI: "IL DOTTOR LETTA" RESTA IL MIGLIOR DISPOSITIVO DI FACILITAZIONE DELLA VITA PUBBLICA, UN INTERRUTTORE SALVAVITA DI LEGISLATURE IN BILICO. PERCHÉ DOVE C'È LETTA C'È SPERANZA, ANCHE PER QUESTO GOVERNO..”

Filippo Ceccarelli per repubblica.it

 

GIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONI

Dove c'è Gianni Letta nulla è impossibile. Non si dirà qui che tutto è possibile perché la risolutezza dell'affermazione farebbe un torto a un'antica sapienza secondo cui le faccende del potere debbono risolversi da sole, al massimo incanalandole in modo che nessuno possa poi vantarsi di averle portate a compimento a dispetto di questo o di quell'altro, eccetera.

 

Dove c'è Gianni Letta - e c'è sempre! - la soluzione è comunque a portata, se non di mano, almeno di possibilità, immaginazione, spiraglio o "pertugio", come preziosamente è fiorito ieri a proposito della sorte del governo sulle labbra del segretario Pd, per ragioni parentali e non solo aduso ai canoni dello ziolettismo.

 

Ma siccome qui non si vuole esagerare, tanto meno peccare di lecconaggio, conviene far presente che personaggi volpini alla Gianni Letta sono sempre esistiti; e tanto più si notano nel tempo vanamente ruggibondo dei leoni, incarnando un'illustre tradizione della politica da sempre impegnata ad addomesticarne le asprezze delle contese, una particolare attitudine che si rispecchia a sua volta in una trattatistica che, a voler essere smargiassi, tiene assieme un po' di Guicciardini e un po' de "Il Cortegiano" di Castiglione, poi il vescovo Seyssel e la dissimulazione onesta di Torquato Accetto, la lezione di Azorin e l'oracolo della prudenza di Baltasar Graciàn oltre al "Perfetto cancelliere" di Bartolomeo Carli Piccolomini (ristampato di recente da Aragno).

GIANNI LETTA BERLUSCONI

 

Ora, tirare in ballo un tale biblio-armamentario a proposito di Crippa & Dadone è un atto di fede e al tempo stesso un vezzo cui gli attempati panchinari del giornalismo di palazzo non riescono a resistere. Sta di fatto che "il dottor Letta" - tale è il titolo ufficiale - resta il miglior dispositivo di facilitazione della vita pubblica, una specie di valvola di sicurezza, un interruttore salvavita di legislature in bilico.

 

Se vuole, trova sempre il tempo e infatti te lo ritrovi là dove - ma solo in teoria - non te lo aspetteresti: a benedire l'affollato compleanno di Goffredone Bettini alla Storta, per dire, così come a villa Zagara, Sorrento, come officiante dell'autoproclamazione di Mara Carfagna quale "Queen of Dragons", regina di Draghi. Tali gli ultimi avvistamenti.

letta berlusconi andreotti spadolini

Tutto dice che oggi stia consigliando Berlusconi a incoraggiare la resilienza del governo tecnico.

 

Che il Cavaliere continui ad affidarsi a lui è anch' esso uno di quei misteriosi incidenti della storia di fronte al quale si rimane ammutoliti, ogni volta indecisi se sorprendersi o sghignazzarne. Impossibile infatti immaginare due tipi più diversi.

 

Eppure Letta è lì ormai da diversi decenni, «squisito - l'indicava l'altro giorno Confalonieri - per dieci anni copresidente dei governi berlusconiani». Pare sia stato Scalfaro, il più severo e diffidente dei democristiani, a favorirne ruolo e presenza: «Non pensi di andare a Palazzo Chigi senza questo signore », così lo indicò dopo la vittoria del 1994. «Non ci penso proprio» rispose Silvione che lo aveva accanto fin dall'assalto all'etere. A Letta è toccato, lo scorso inverno, l'"ingrato compito" di fargli rinunciare al Quirinale.

berlusconi letta

 

Nomine, crostate, emendamenti, carriere, premi, affari delicati e grazie dei fiori. Un suadente uomo- sistema, ubiquo, protocollare, ma cerimonioso; una tale leggenda da proiettarsi nell'immaginario per interposta segretaria, signora Lina Coletta, già proclamata la mejo che esiste dal Riformista: dopo i successi di Sanremo è stata attribuita come zia all'omonimo direttore dell'intrattenimento prime time Stefano (quando sono soltanto originari di Rojo del Sangro). Perché dove c'è Letta c'è speranza, anche per questo governo nato di "salvezza nazionale" e messo in crisi dall'inceneritore di Santa Palomba.

 

letta berlusconisilvio berlusconi gianni letta fedele confalonieri vittorio sgarbi gianni letta e berlusconimassimo sestini berlusconi letta e galliani BERLUSCONI GIANNI LETTA PAOLO ROMANI VISITANO MARCO PANNELLA -4LETTA, BERLUSCONIconfalonieri berlusconi letta letta confalonieri berlusconi galliani

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO