salvini e i referendum sulla giustizia

C'È UN FANTASMA CHE SI AGGIRA TRA I PARTITI: QUELLO DEL REFERENDUM - SE DOMANI LA CONSULTA DARÀ IL VIA LIBERA AL VOTO POPOLARE, COME HA FATTO INTENDERE IL NUOVO PRESIDENTE DELLA CORTE AMATO, GLI ITALIANI SARANNO CHIAMATI A VOTARE SU OTTO QUESITI, SEI SULLA GIUSTIZIA OLTRE A DUE SU EUTANASIA E CANNABIS: TUTTI ARGOMENTI CHE RISCHIANO DI SPACCARE ANCORA DI PIÙ LA GIÀ FRAMMENTATA MAGGIORANZA DI GOVERNO...

Niccolò Carratelli e Francesco Grignetti per "La Stampa"

 

MARCO CAPPATO PROMUOVE IL REFERENDUM EUTANASIA

È uno dei passaggi politici più delicati di quest'ultimo anno di legislatura. Perché, se domani la Corte costituzionale darà il via libera ai referendum su giustizia, eutanasia legale e cannabis, le crepe nella già frammentata maggioranza di governo non potranno che allargarsi.

 

Gli otto quesiti (sei solo sulla giustizia), infatti, affrontano questioni che dividono profondamente le forze politiche che sostengono Draghi e, soprattutto nel campo del centrosinistra, rischiano di spaccare i partiti al loro interno.

 

referendum giustizia2

Anche per questo, sono in molti a tifare in silenzio perché dalla Consulta arrivi uno stop almeno ad alcuni dei quesiti proposti. Gli stessi che non hanno troppo gradito le parole del neo presidente della Corte, Giuliano Amato, sulla necessità di impegnarsi «per consentire il voto popolare e non cercare il pelo nell'uovo».

 

Non è certo un caso, ad esempio, che in aula alla Camera sia appena stata portata la legge sul suicidio assistito (esame poi rinviato a marzo), che affronta in modo diverso e più sfumato lo stesso tema del referendum.

 

Un modo per far vedere che, finalmente, in Parlamento si prova a legiferare sulla materia. Anche se non c'è alcuna garanzia che la legge arriverà mai all'approvazione, così come quella sulla cannabis, ferma in commissione Giustizia a Montecitorio, che affronta parzialmente lo stesso tema del referendum.

 

referendum giustizia

Sulla giustizia, invece, un paio di quesiti intrecciano la riforma del Csm appena varata dal governo, che passerà all'esame del Parlamento, con tutte le incognite del caso. Tra l'altro, se arriverà il via libera della Consulta, si dovrebbe votare per i referendum negli stessi giorni delle amministrative, probabilmente l'ultimo weekend di maggio o il primo di giugno. Un incrocio esplosivo, destinato a smuovere il quadro politico in vista delle elezioni del 2023.

 

LE CARRIERE SEPARATE E LA RESPONSABILITÀ CIVILE

Sono 6 i referendum sulla giustizia portati avanti da Lega e Partito radicale. I temi: riforma del Csm, responsabilità diretta dei magistrati, equa valutazione dei magistrati, separazione delle carriere dei magistrati, limiti agli abusi della custodia cautelare, abolizione della legge Severino.

 

MATTEO salvini PRO referendum giustizia

In estate sarebbero state raccolte 4 milioni di firme, ma alla fine la Lega ha preferito portarli avanti attraverso le nove Regioni a guida di centrodestra, piuttosto che sottoporre le firme al vaglio della Cassazione.

 

Il più dirompente riguarda la separazione delle carriere dei magistrati. In caso di vittoria al referendum, il magistrato dovrà scegliere all'inizio della carriera la funzione giudicante o requirente, per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale.

 

presentazione dei referendum sulla giustizia promossi da lega e partito radicale 1

Ma sarebbe clamorosa anche la responsabilità civile diretta del magistrato (attualmente è indiretta: si può fare causa allo Stato, che si potrà rivalere sul magistrato solo in caso di dolo o colpa grave) da parte del cittadino che si sente leso nei suoi diritti.

 

Altri di fatto saranno svuotati dalla riforma Cartabia, come ad esempio la possibilità per un magistrato di candidarsi al Csm senza necessità di firme di altri colleghi; oppure quello sul voto di avvocati e professori di diritto nel processo di valutazione dei magistrato.

 

presentazione dei referendum sulla giustizia promossi da lega e partito radicale

Quanto alla tagliola sugli amministratori locali condannati in primo grado, che a norma di legge Severino vengono sospesi: in Parlamento sta camminando una proposta del Pd per limitare gli automatismi ai «reati gravi».

 

A favore dei quesiti della Lega vanno considerati Giorgia Meloni (ma non su tutti), Forza Italia, ed Emma Bonino a nome di +Europa. Da ricordare che pure Matteo Renzi ha firmato per i quesiti. Contrari Pd, M5S e LeU.

 

SI APRIRÀ LA STRADA AL SUICIDIO ASSISTITO

Il referendum sull'eutanasia legale propone di modificare l'articolo 579 del Codice penale, relativo all'"omicidio del consenziente". Punta a eliminare alcune parti del testo, in modo da rendere legittimo l'operato del medico che somministra un farmaco letale a un paziente o lo prepara per l'assunzione autonoma da parte dell'interessato.

 

referendum eutanasia

Ad oggi, questa azione viene punita con il carcere da 6 a 15 anni. Se vincesse il sì, l'eutanasia attiva potrà essere consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e sul testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla sentenza della Corte costituzionale sul "caso Cappato": il paziente richiedente deve essere tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitali e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze insopportabili, oltre che pienamente capace di prendere una decisione libera e consapevole.

 

vasco rossi firma per il referendum per l eutanasia legale 3

L'eutanasia rimarrà sempre un reato, equiparato all'omicidio, se commessa contro una persona incapace di intendere e volere o il cui consenso sia stato estorto con la violenza oppure contro un minore di 18 anni.

 

Il referendum è stato promosso dall'Associazione Luca Coscioni e dal Partito Radicale, sostenuto da +Europa e da Sinistra Italiana. Tra i principali partiti, quelli di centrodestra sono schierati nettamente contro, mentre nel centrosinistra regna una certa ambiguità: né il Pd né il M5s hanno ancora preso una posizione chiara e ufficiale sulla questione, salvo dichiarazioni di singoli esponenti.

 

«Per loro si porrebbe un problema politico - dice il deputato di +Europa, Riccardo Magi - sarebbe un esame di maturità, in particolare per il Pd».

 

LA LIBERALIZZAZIONE DELLE DROGHE LEGGERE

Il referendum sulla cannabis interviene sul "Testo unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope", sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative legate al possesso di droga.

 

sit in alla camera per il referendum sulla cannabis 7

Propone, innanzitutto, di depenalizzare la coltivazione delle piante e di non prevedere più il carcere per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis, con eccezione dell'associazione finalizzata al traffico illecito.

 

Al momento, la coltivazione per uso personale può essere punita anche con il carcere, da 2 a 6 anni, oltre che con una multa: molto dipende dalla valutazione del giudice, in base alla quantità. In generale, si calcola che più di un terzo dei nuovi ingressi in carcere sia dovuto a reati di droga.

 

sit in alla camera per il referendum sulla cannabis 5

Sul piano amministrativo, il quesito punta a eliminare la sanzione della sospensione della patente di guida e del "patentino" per i motorini, oggi prevista per chi viene trovato in possesso (in qualsiasi contesto) di una piccola quantità di droga per uso personale. Una sospensione da 1 a 3 mesi, disposta dal Prefetto, che è stata applicata a un milione e mezzo di persone da quando la legge è in vigore.

 

sit in alla camera per il referendum sulla cannabis 3

Va precisato che la guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di cannabis continuerebbe comunque a essere punita dall'art. 187 del Codice della strada.

 

Il referendum è stato promosso da varie associazioni, tra cui Luca Coscioni, Antigone e Forum Droghe, oltre che da +Europa e Partito Radicale. Tra le forze politiche, contrario il centrodestra, non pervenuto il centrosinistra: nessuna posizione ufficiale da parte di Pd e M5s, se non dichiarazioni di singoli esponenti.

 

Articoli correlati

IL CENTRODESTRA SI E' SCIOLTO COME NEVE AL SOLE - ANCHE IL REFERENDUM FA LITIGARE SALVINI E MELONI

IL CONTE DELLE SUPERCAZZOLE - PEPPINIELLO APPULO SUI REFERENDUM PER EUTANASIA E CANNABIS FA UN PASSO

ALTRO CHE RIVOLUZIONE, L\'EUTANASIA E\' ANCORA UN MIRAGGIO - IL TETRAPLEGICO MARIO ESULTA, MA...

LA CASSAZIONE HA DATO IL VIA LIBERA I SEI REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA PROMOSSI DA LEGA E RADICALI

BUZZI&CARMINATI: SIAMO FELICI DI CONDIVIDERE UN PERCORSO POLITICO CON SALVINI- IL MOTIVO

AMATO SUI REFERENDUM: NON CERCARE PRETESTI PER IMPEDIRE IL VOTO

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...