vladimir putin

L'OSSESSIONE IMPERIALE DI PUTIN: EVITARE ALLA RUSSIA LA FINE DELL'URSS - LUCIO CARACCIOLO: "LO ZAR VLAD NON PUO’ PERDERE. OGGI LA MAGGIORANZA DEI RUSSI, PERSINO DELLA BORGHESIA RELATIVAMENTE AGIATA, VUOLE ANDARE FINO IN FONDO. PUTIN LO SA, TEME UNA RIVOLUZIONE E VUOLE GIOCARE IL TUTTO PER TUTTO – PUTIN VUOLE RECUPERARE QUANTO POSSIBILE DELLO SPAZIO SOVIETICO, A COMINCIARE DALL'INTERA BIELORUSSIA E DA GRAN PARTE DELL'UCRAINA. PER LUI LA FEDERAZIONE RUSSA È PROVISORIUM. MA COSI' RISCHIA DI…

Lucio Caracciolo per la Stampa

 

Vladimir Putin

«Se non io ora, chi, quando?». Vladimir Vladimirovi Putin lo ripeteva da tempo ai rari intimi, con quel mezzo sorriso tirato che per l'età pare smorfia. Sapendolo allenato a governare un carattere emotivo e violento, i pochissimi che si scontravano con quell'anacoluto preferivano leggervi acida battuta anziché minaccia in cifra. Fino all'alba del 24 febbraio. Quando Putin ha annunciato alla Russia e al mondo che i suoi carri armati stavano invadendo l'Ucraina. Per riportare i «fratelli» a casa. Prima che il loro appartamento diventi americano. E che al Cremlino sieda un successore, di certo meno capace.

 

L'ultimo Putin è solo. Sa che il suo potere in apparenza totale è totalmente dipendente dall'opinione pubblica. Peggio, ne è prigioniero.

 

Perché non può perdere. E perché oggi la maggioranza dei russi, persino della borghesia relativamente agiata, vuole andare fino in fondo. Quale sia questo fondo nessuno sa. Salvo che deve apparire trionfo. Nella tavolozza del totalitarismo alla russa scarseggiano le tonalità di grigio.

VLADIMIR PUTIN

 

La verticale del potere è concetto caro a Putin. Significa che tutto afferisce al capo e dal capo si dirama alle membra del gigante eurasiatico ritagliate in 85 soggetti federali assai poco soggettivi e sempre più eterodiretti. Non per questo affidabili. Quando l'autocrazia entra in guerra, suona l'allarme. Ora come mai il rischio è che il flusso dei comandi lungo la verticale s' inverta. Dal corpo alla testa. Si chiama rivoluzione.

 

Putin lo teme. Perciò ha deciso di giocare il tutto per tutto. Nella sorpresa di quasi tutti, consiglieri stretti compresi. Disinformato dai suoi e dalla paranoia che attanaglia chi troppo a lungo siede al Cremlino, ha mancato l'obiettivo principale. L'ingresso trionfale a Kiev, con epinicio canonico a Santa Sofia e sfilata militare per i viali della città madre di tutte le Russie.

PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI

 

Ne era talmente certo da ordinare ai soldati in marcia verso la gloria di portare nello zaino le uniformi da parata. Fallito o almeno rinviato l'obiettivo principale, Mosca discute di che cosa potrà essere spacciato per vittoria. E bevuto per tale dal popolo. Il popolo deciderà, prima o poi. Paradossi dell'autocrazia.

 

Guerra di Putin o guerra della Russia? La domanda dilania la comunicazione occidentale. I fatti rispondono: guerra di Putin e guerra della Russia. Per ora.

 

È raro che un popolo identifichi la sua guerra con il suo provvisorio capo. La Russia è diversa. Non perché tutti i russi siano putiniani. Niente affatto. Ma quando romba il cannone e univoca tuona la propaganda, scattano durissime sanzioni nemiche e il presidente americano bolla come «macellaio» l'omologo (si fa per dire) russo, il riflesso immediato è di stringersi al tricolore bianco-blu-rosso. Pensando forse all'imperiale nero-giallo-bianco. Un russo che Putin non lo voterebbe mai oggi potrebbe morire per lui. Per la patria. Il danno reputazionale inflitto alla Russia dal solipsismo del capo, accentuato dalla sua modestissima opinione di collaboratori, consiglieri ed esecutori, non s' elimina con un colpo di smacchiatore. Di qui l'utilità di studiare come il carattere di Putin e quello del sistema di cui è prodotto s' incrocino e rivelino reciprocamente. La parola al suo ex consigliere Vladislav Surkov, quand'era libero: «La società non ha davvero fiducia che nel capo. Sarà forse la fierezza di un popolo mai vinto, il desiderio più agevole di rendere il cammino verso la verità, o altro? Difficile dire, ma è un fatto e non è nuovo. La novità è che lo Stato non l'ignora, lo prende in considerazione e vi si riferisce nell'esercizio di tutte le sue funzioni. () Il modello contemporaneo dello Stato russo comincia dalla fiducia e tiene grazie alla fiducia.

voci di golpe contro vladimir putin 2

 

 È ciò che lo distingue dal modello occidentale, che coltiva la sfiducia e la critica. È di qui che trae la sua forza. Il nostro nuovo Stato, in questo nuovo secolo, avrà una storia lunga e gloriosa. Non sarà distrutto. Agirà alla sua maniera, otterrà e conserverà i posti migliori nella Champions League della competizione geopolitica.

 

Presto o tardi, tutti coloro che chiedono alla Russia di «cambiare comportamento» dovranno rassegnarsi ad accettarla come è. Dopo tutto, che possano scegliere è un'illusione. Putin ha un'ossessione: evitare alla Russia la fine dell'Urss. Precondizione del suo attuale progetto di rivoluzione mondiale.

 

vladimir putin

Movimento doppio. Territoriale, recuperando quanto possibile dello spazio sovietico, a cominciare dall'intera Bielorussia e da gran parte dell'Ucraina. Ma soprattutto identitario. Per Putin la Federazione Russa è provisorium. La Russia, quella vera, spiritualmente quindi spazialmente integrale, non esiste senza ristabilire la continuità della propria millenaria missione storica. Persa con il crollo dello zarismo, quindi dell'Idea Russa originaria. In questa ricerca della gloria passata, Putin rischia di distruggere la Federazione Russa in nome di una missione imperiale che non è più realizzabile.

PUTIN CON LA PISTOLA IN BOCCA INSTALLAZIONE KIEVPUTIN MURALE BELGRADO

Vladimir Putinlucio caracciolo a otto e mezzo 4voci di golpe contro vladimir putin 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)