C'È UN SECONDO ''WHISTLEBLOWER'' NELL'UCRAINAGATE (IN REALTÀ NON CE N'È MANCO UNO) - SICCOME LA PRIMA TALPA È GIÀ STATA COMPROMESSA, NON AVENDO ASCOLTATO IN PRIMA PERSONA LA TELEFONATA, SI FA AVANTI UN ALTRO MEMBRO DELL'INTELLIGENCE AMERICANA, CON CONOSCENZA DIRETTA DELLA FAMIGERATA CONVERSAZIONE CON ZELENSKY. CAMBIA POCO VISTO CHE TRUMP NEL FRATTEMPO HA DETTO IN PUBBLICO QUELLO CHE DISSE IN PRIVATO, INCITANDO UCRAINA E CINA A INDAGARE SUI BIDEN

-

Condividi questo articolo


Paolo Mastrolilli per “la Stampa

TRUMP AL TELEFONO TRUMP AL TELEFONO

 

C' è almeno un secondo «whistleblower» che accusa il presidente Trump sul caso Ucraina.

Lo hanno confermato ieri i suoi avvocati, rivelando che ora rappresentano «multiple talpe», e quindi lasciando aperta la possibilità che i loro assistiti siano più di due.

Questo è uno sviluppo pericoloso per il capo della Casa Bianca, per diversi motivi: primo, il nuovo «whistleblower» ha una conoscenza diretta dei fatti, e perciò è più credibile; secondo, proprio per questa ragione potrebbe aggiungere altri dettagli imbarazzanti all' inchiesta sull' impeachment.

 

Il procedimento era stato avviato dopo che il 12 agosto scorso la prima talpa aveva denunciato al Congresso la telefonata del 25 luglio, in cui Trump aveva chiesto al collega di Kiev Zelensky il «favore» di riaprire l' indagine sulla compagnia energetica Burisma, per la quale aveva lavorato il figlio di Joe Biden, Hunter.

TRUMP ZELENSKy 1 TRUMP ZELENSKy 1

 

Secondo il «whistleblower» il presidente aveva violato la legge, perché aveva condizionato gli aiuti militari americani all' Ucraina e una possibile visita alla Casa Bianca al rilancio di un' inchiesta che aveva lo scopo di colpire il suo principale avversario democratico nelle elezioni del 2020. Trump ha risposto che la talpa aveva solo informazioni di seconda mano, e quindi non sapeva cosa diceva, e la sua sollecitazione a riaprire l' indagine su Burisma aveva solo lo scopo di combattere la corruzione, non quello di colpire un rivale politico.

 

Ieri Mark Zaid, avvocato del primo autore della denuncia, ha rivelato alla televisione «Abc» che il suo studio adesso ne difende anche un secondo. Il titolare dello studio, Andrew Bakaj, ha aggiunto via Twitter: «Posso confermare che la mia squadra rappresenta multipli whistleblower».

volodymyr zelensky volodymyr zelensky

 

La novità è importante perché secondo Zaid la nuova talpa fa sempre parte della comunità dell' intelligence, ma ha una conoscenza diretta dei fatti, al punto che l' Inspector General l' aveva interrogata proprio per verificare i dettagli della denuncia originaria. Il secondo whistleblower non ha presentato una denuncia aggiuntiva, perché non era necessario, ma ha chiesto la protezione legale per collaborare anonimamente all' inchiesta.

 

La replica di Biden

Il punto che ha una conoscenza diretta dei fatti, e quindi forse ha assistito alla chiamata, taglia le gambe alla difesa di Trump secondo cui i suoi accusatori non sanno di cosa parlano. Inoltre se era presente potrebbe aggiungere nuovi dettagli non contenuti nella trascrizione della telefonata pubblicata dalla Casa Bianca, capaci di confermare la motivazione del presidente ad offrire un «do ut des» a Zelensky per colpire Biden.

 

JOE E HUNTER BIDEN JOE E HUNTER BIDEN

Ieri il candidato democratico ha risposto alla tempesta mediatica, che gli sta facendo perdere terreno nei sondaggi e nei finanziamenti elettorali, pubblicando un editoriale sul Washington Post in cui accusa Trump di aver abusato i suoi poteri: «Non ti consentirò di distruggere me e la mia famiglia». Al momento però solo tre senatori repubblicani, Romney, Sasse e Collins, hanno criticato il presidente, confermando che sarà molto difficile arrivare alla maggioranza qualificata di due terzi necessaria a far approvare l' impeachment.

joe biden con il figlio hunter joe biden con il figlio hunter TRUMP E BIDEN TRUMP E BIDEN

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…