di maio calvosa donnarumma bastianini

5STELLE, L’ORGIA DEL POTERE – DI MAIO: CARO PD, SE DOBBIAMO INGOIARE DESCALZI E PROFUMO, NON BASTA LA PRESIDENZA DI ENI (LUCIA CALVOSA, CHE BRILLA NEL CDA DEL “FATTO”) E NON BASTA NEPPURE SIMIONI ALL’ENAV E DONNARUMMA A TERNA. VOGLIAMO ANCHE UNA BANCA: GUIDO BASTIANIANI A MPS – SANSONETTI: “L’ENI SPESSO HA ASSUNTO IL CONTROLLO DI ALCUNI GIORNALI: MAI UN GIORNALE AVEVA AMBITO AD ASSUMERE LA PRESIDENZA DELL’ENI”

Carlo Di Foggia e Carlo Tecce per “il Fatto quotidiano”

 

luigi di maio con profumo e de gennaro alla leonardo di pomigliano

"Abbiamo ingoiato Descalzi, dovete cedere anche voi", e dopo un istante, appena il Pd ha compreso il messaggio non distensivo dei 5S , a Palazzo Chigi si è interrotta la riunione in videoconferenza dei partiti di maggioranza per le nomine di Stato.

 

Il distanziamento sociale imposto dalla pandemia non ha temperato le tensioni - ormai da considerare un elemento irrinunciabile dei negoziati - fra i pentastellati e i democratici, accorsi in massa e con idee opposte all' incontro convocato. Tutti lì presenti con l' illusione di siglare un accordo per il rinnovo delle aziende a controllo pubblico e perciò di rimuovere la sensazione di spartirsi il bottino (di poltrone).

DESCALZI GRILLO

 

Al tavolo c' era un oceano di correnti, i pentastellati Vito Crimi, Riccardo Fraccaro , Stefano Buffagni , i democratici Andrea Orlando , Dario Franceschini , il ministro del Tesoro, nonché "azionista" principale delle partecipate, Roberto Gualtieri . Nessuno la pensava come l' altro, dentro i partiti, tra i partiti.

guido Bastianini

 

"Abbiamo ingoiato Descalzi, dovete cedere anche voi", è l' effetto collaterale di chi - e parliamo dei Cinque Stelle - ha accettato la logica della distribuzione dei posti. "Abbiamo ingoiato Descalzi", vuol dire non vi abbiamo - ai dem e non solo - intralciato il piano di riconferma dell' amministratore delegato di Eni, seppur imputato per corruzione in un processo per una tangente da oltre un miliardo di dollari e inquisito per gli affari della moglie in conflitto di interessi con la multinazionale del petrolio. Roba da far impallidire i nostalgici delle origini dei Cinque Stelle.

 

giuseppe conte lorenza bonaccorsi riccardo fraccaro

"Dovete cedere anche voi", è un segnale che la ripartizione delle caselle da occupare andrà rivista, e di fretta perché i termini per presentare ufficialmente le liste scadono lunedì. Ai Cinque Stelle non basta la bandierina della presidenza di Eni come presunto, davvero presunto, contraltare all' indigesto Descalzi e non basta neppure la scelta dell' amministratore delegato di Enav, l' ente che gestisce il traffico aereo civile e di Terna, la società della rete elettrica.

 

stefano donnarumma

Fraccaro e colleghi pretendono anche l' ad di banca Mps dopo la bocciatura del candidato Mauro Selvetti e, complici le divisioni nel Pd, hanno riaperto la discussione su Alessandro Profumo (Leonardo, ex Finmeccanica) per sostituirlo con Giuseppe Giordo , un ex manager del colosso degli armamenti (oggi in Fincantieri) gradito anche al mondo della Difesa e a Giuseppe Conte .

 

Mattarella Descalzi e marcegaglia

L' offensiva dei Cinque Stelle serve ad addossare al Nazareno - che si trincera dietro il Quirinale - la decisione di rinnovare i mandati agli ad delle società quotate più importanti, cioè Eni, Enel, Poste e Leonardo. La riunione iniziata alle 16 è stata sospesa dopo pochi minuti, quando i dem si sono impuntati sulla riconferma totale degli ad, specie Profumo, brandendo Sergio Mattarella come sigillo di continuità. E si è andati avanti fino a notte.

 

Lucia Calvosa

I nomi che circolano, alcuni lasciati circolare per essere bruciati, non hanno subito grosse variazioni. Lucia Calvosa, per i Cinque Stelle, avrà una presidenza, in ordine: Eni, Enel e Poste. A Fabio Innocenzi indicato dal Tesoro per Mps, i Cinque Stelle oppongono, con un certo vigore, Guido Bastianiani ex Carige.

 

Tornando a Leonardo: i dem provano a insistere sull' ex banchiere Profumo, mentre vacilla la presidenza di Gianni De Gennaro , ma l' ex capo della Polizia all' ultima curva sa sempre stupire tutti. C' è stata l' ipotesi De Gennaro per la presidenza di Eni, come rimane quella di Luciano Carta (servizi segreti esteri) per Eni o proprio per Leonardo.

PAOLO SIMIONI

 

L' impresa di fare pace - vedrete, accadrà - non dipende unicamente da Pd e 5S , ma va allargata ai partner minori, Italia Viva di Matteo Renzi , la sinistra di Roberto Speranza , poi il vaglio del Tesoro e ancora alcune postazioni riservate a Conte (come la presidenza di Poste) e la benedizione del Colle. È così lunga che non poteva non cominciare con una suggestiva e spettacolare videoconferenza sospesa, per poi litigare e litigare ancora finché ogni seggiola non sarà assegnata

piero sansonetti foto di bacco

 

LOTTIZZAZIONE, “IL FATTO” VUOLE PER SÉ LA PRESIDENZA DELL’ENI

Piero Sansonetti per “il Riformista”

 

È in corso la madre di tutte le battaglie politiche interne alla maggioranza. Forse la vincerà Travaglio. La posta è il vertice dell’Eni. Conquistare il vertice dell’Eni vuol dire conquistare una posizione determinante per tutta l’economia italiana. E anche per la politica. Spesso il presidente dell’Eni è stato una specie di ministro degli Esteri ombra. Con Di Maio alla Farnesina poi, il gioco è facile. Ottenere il comando dell’Eni, oltretutto, vuol dire anche avere una certa influenza sull’editoria.

 

La battaglia ora è soprattutto tra Pd e 5 Stelle. Diciamo battaglia per intendere, in sostanza, lottizzazione. Almeno, quando la facevano i Dc si diceva così. Non so se per i 5 Stelle il termine stona. La novità, stavolta, è che nello scontro tra partiti si è inserito un giornale. Appunto, Il Fatto Quotidiano.

 

LUIGI DI MAIO MARCO TRAVAGLIO GIUSEPPE CONTE

E pare che la spunterà. Il Pd avrebbe accettato che la presidenza dell’Eni sia assunta da Lucia Calvosa. Non sapete chi è? Beh, è una manager abbastanza importante e fa parte del Consiglio di amministrazione del Fatto. Una cosa del genere non era mai successa.

 

L’Eni spesso ha assunto il controllo di alcuni giornali: mai un giornale aveva ambito ad assumere la presidenza dell’Eni. Nei giorni scorsi il quotidiano di Travaglio si era in effetti occupato spesso delle vicende interne all’Eni. In particolare con un fuoco di sbarramento sull’amministratore delegato, De Scalzi.

LUIGI DI MAIO NELLA REDAZIONE DEL FATTO CON MARCO TRAVAGLIO

 

Però tutti pensavano che questa attenzione fosse dovuta solo alla solita smania giudiziarista del Fatto, pronto a sparare a palle incatenate contro De Scalzi per alcuni avvisi di garanzia. Nessuno immaginava che la lotta a De Scalzi potesse essere invece una strategia di negoziato per ottenere la Presidenza.

 

Conflitto di interessi? No, per carità: casomai interessi di conflitto. Bisogna dire che i 5 Stelle e Travaglio magari hanno molti difetti ma non mancano di fantasia nell’immaginare le proprie vie al potere. Il potere vero, eh, non gli orpelli e i baldacchini. Meno auto blu e più carburante.

.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?