giovanni sartori

ADDIO A GIOVANNI SARTORI, IL POLITOLOGO CI LASCIA A 93 ANNI. HA INTRODOTTO LE SCIENZE POLITICHE NELL’ACCADEMIA ITALIANA, HA INSEGNATO ALL'UNIVERSITA' DI STANFORD E COLUMBIA - UNA DELLE SUE ULTIME LETTERE A DAGOSPIA: ‘DITE NO AL REFERENDUM, E SOPRATTUTTO A SCHENGEN. L’IMMIGRAZIONE ECONOMICA PUO' DISTRUGGERE L’EUROPA’. INTERVISTE E ANEDDOTI, LA MOGLIE, LE SUE BATTUTE

 

UNO DEGLI ULTIMI ARTICOLI DI GIOVANNI SARTORI, UNA LETTERA A DAGOSPIA: ‘VOTATE NO AL REFERENDUM, E RIFIUTATE SHENGEN’

 

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/politologo-giovanni-sartori-scrive-dagospia-votate-no-referendum-136106.htm

 

 

INTERVISTA A DAGOSPIA (2015): “IO FAREI SPARIRE IL LIMITE DELLE ACQUE TERRITORIALI CON LA LIBIA. E AFFONDARE I LORO BARCONI VUOTI. DOPO DUE GIORNI LA PIANTEREBBERO DI SCARICARCI PROFUGHI SULLE COSTE”

 

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/politologo-giovanni-sartori-all-assalto-palazzo-chigi-renzi-ha-113265.htm

 

 

 

I NOVANTANNI DI GIOVANNI SARTORI I NOVANTANNI DI GIOVANNI SARTORI

BIOGRAFIA DI GIOVANNI SARTORI

Da www.cinquantamila.it, sito a cura di Giorgio Dell’Arti

 

Firenze 13 maggio 1924. Politologo. Uno dei più noti a livello internazionale. Albert Schweitzer Professor in the Humanities alla Columbia University di New York, professore emerito di Scienza politica all’Università di Firenze, ha pubblicato numerosi volumi. Editorialista del Corriere della Sera, è tra i più autorevoli commentatori dell’attualità politica. «Dicono che lei è altezzoso. “Certi personaggi sono dei pigmei. È inevitabile guardarli dall’alto in basso”».

 

• «Pochi studiosi italiani, certamente nessuno tra i politologi, godono all’estero del prestigio di Giovanni Sartori. A lungo docente negli Stati Uniti, prima a Stanford e poi alla Columbia University di New York, ha scritto opere tradotte in tutto il mondo su molti argomenti fondamentali: dalle definizioni della democrazia all’analisi dei sistemi di partito; dall’ingegneria costituzionale all’influenza dei mass media sulla politica.

 

I NOVANTANNI DI GIOVANNI SARTORI I NOVANTANNI DI GIOVANNI SARTORI

 A lui si deve, per fare solo un esempio, la più convincente interpretazione della cosiddetta prima Repubblica italiana, vista come un caso di “pluralismo polarizzato” per l’ampia molteplicità delle forze presenti sulla scena e per l’enorme distanza ideologica esistente fra le ali estreme. Naturalmente, come sanno bene i lettori del Corriere della Sera, Sartori non è soltanto un teorico e meno che mai un erudito asserragliato nella sua torre d’avorio. Al contrario lo si può legittimamente definire, come fa Stefano Passigli, “un politologo militante”.

 

I NOVANTANNI DI GIOVANNI SARTORI I NOVANTANNI DI GIOVANNI SARTORI

Dalle riforme elettorali alle ipotesi di trasformazione federale dello Stato, dal conflitto d’interessi alle conseguenze dell’immigrazione, non si contano i temi attuali su cui l’autore di Democrazia e definizioni (Il Mulino 1957) ha levato la sua voce spesso caustica, con una chiarezza di esposizione che non è poi così frequente tra gli studiosi di alto livello, soprattutto nel nostro Paese.

 

Se c’è qualcosa che impressiona il profano, nella prosa giornalistica del Sartori editorialista, è la sua capacità di adottare un linguaggio piano e accessibile anche quando si tratta di esporre problemi caratterizzati da una notevole complessità. E desta ammirazione anche la sua vena creativa nel forgiare espressioni che finiscono per entrare nell’uso comune: ad esempio “Mattarellum”, per designare l’ibrida legge elettorale; oppure “Homo videns” come prototipo del cittadino teledipendente, a suo avviso più facilmente condizionabile dell’elettore di una volta» (Antonio Carioti).

I NOVANTANNI DI GIOVANNI SARTORI I NOVANTANNI DI GIOVANNI SARTORI

 

• Tra i suoi saggi: Pluralismo, multiculturalismo e estranei. Saggio sulla società multietnica (Rizzoli 2000), Elementi di teoria politica (Il Mulino 2002), Mala tempora (Laterza2004), Homo videns. Televisione e post-pensiero (Laterza 2007), La democrazia in trenta lezioni (Mondadori 2008), Il sultanato (Laterza 2009), Il paese degli struzzi (Ambiente 2011), Logica, metodo e linguaggio nelle scienze sociali (Il Mulino 2011).

giovanni sartori riceve la gran croce cilenagiovanni sartori riceve la gran croce cilena

 

• Ha espresso i suoi timori sull’economia di mercato, che «ha per circa duecento anni promosso la liberaldemocrazia, mentre ora la minaccia con un’accelerazione fuori controllo, la cui implosione può travolgere anche la democrazia che aveva allevato».

 

• «“Un rompiballe”, lo liquidò una volta Berlusconi, ed è stato sufficiente perché la sua armata lo accusi ripetutamente di “boria intellettuale”, cecità (“il politologo che non sa niente di politica”, scrive Baget Bozzo), presunzione arrogante (“crede di essere l’ombelico del mondo”, disse di lui Marcello Pera). È l’inventore delle scienze politiche nell’accademia italiana, ha messo in cattedra o formato più generazioni di politologi (tra cui Giuliano Urbani e Domenico Fisichella, ma è un terreno minato, alla cui soglia s’arresta), è autore di innumerevoli e ponderosi saggi sulla democrazia e sulla dottrina dello Stato eppure nell’era di Berlusconi è trattato come un massimalista “piantagrane”, ribelle dispettoso da tenere a bada. La proscrizione non lo intimidisce, ma qualche venatura di inquieta malinconia gliela procura» (Simonetta Fiori).

Giovanni Sartori e Isabella Gherardi Giovanni Sartori e Isabella Gherardi

 

• «Cos’è il potere? Far fare a un altro quello che altrimenti, di sua iniziativa, non farebbe».

• «Berlusconi le azzecca. Perché le dice tutte, perciò a volte ci prende».

• «In politica oggi non se ne salva uno. Evitiamo di fare nomi, ma oggi, a destra come a sinistra non vedo proprio nessuna personalità di spessore, non uno statista in pectore. Niente».

Giovanni Sartori e Isabella Gherardi dietro Gianfranco Pasquino Giovanni Sartori e Isabella Gherardi dietro Gianfranco Pasquino

• «Quando devo scrivere un articolo, di regola sessantasei righe, preferisco dormirci sopra. Lo devo tranquillizzare, rendere meno concitato. Così lo metto al riparo da querele».

 

• Nella sua casa di New York ha un tavolo da lavoro « un pezzo del Settecento, molto stretto e lungo circa tre metri, il mio tavolo preferito».

• Su Barack Obama, che negli anni Ottanta studiò Scienze politiche alla Columbia University dove lui insegnava: «Io non l’ho mai visto questo Obama, in nessuno dei corsi. Ne sono offeso. Allora: o aveva altri obiettivi o faceva il lavativo. Io ero noto come professore severo. Quindi i lavativi mi scansavano. Ho questa prevenzione a titolo personale, e oggi per vendetta non lo voterei. Se ha saltato i miei corsi non sa nulla di democrazia, di partiti, né di buona logica».

 

Giovanni Sartori e Isabella Gherardi Giovanni Sartori e Isabella Gherardi

• Ha conosciuto molti presidenti americani: «Jimmy Carter, un maniaco della precisione. Noiosissimo. Ronald Reagan, di cui sono stato amico. Era di una rozzezza assoluta, ma dotato di un senso comune straordinario. Sapeva per istinto cosa andasse fatto o no. La moglie Nancy consultava spesso i chiromanti e Ronald, nonostante facesse di testa sua, aveva tra le fonti di informazioni anche un manipolo di maghi. Bush senior lo conobbi quando era vicepresidente. Di lui dicevano che era un eterno secondo. In realtà, conosceva come pochi la macchina militare ed economica».

 

Famiglia borghese « Mio padre dirigeva il lanificio di Stia, non lontano da Arezzo, che ora è diventato un museo dell’arte della lana. Non ci ho mai più messo piede. Mi fa soffrire questo posto dove ho trascorso buona parte dell’infanzia. È un grumo legato alla memoria di mio padre. Durante la guerra, mentre tutti scapparono via, lui restò lì per provare a difendere la sua fabbrica e i 450 operai che vi lavoravano. Seguire le sue orme? Non sarei stato adatto. Non ho un buon carattere. E i cappotti preferisco indossarli più che produrli».». Imparò presto l’inglese: «I miei, da bambino, mi presero una nanny inglese e l’estate venivo spedito in Inghilterra».

GIOVANNI SARTORI GIOVANNI SARTORI

 

• Sul ventennio fascista e sulla guerra: «Fino al 1937, con un popolo diviso fra scetticismo e adesione, il regime non somigliava per niente al suo gemello tedesco. La fine invece fu dura e terribile. Ricordo le squadre nere della Repubblica di Salò: rastrellavano, torturavano e ammazzavano. A quel tempo fui richiamato alle armi e mi guardai bene dal presentarmi. Sapevo che se venivo preso sarei stato da disertore fucilato. Come accadde a due miei amici.

 

Ero terrorizzato. riparai in una villa in campagna. Poi i tedeschi cominciarono a rastrellare quella zona. Fuggii attraverso i campi rientrando a Firenze. Giunto in città, mi nascosi per alcuni mesi nella casa di uno zio. Restai lì, senza quasi mai uscire dalla stanza. I giorni passavano lenti fino a quando scoprii che in casa c’era una biblioteca rifornita di testi filosofici. Soprattutto Croce e Gentile. E naturalmente Hegel. Non avendo di meglio, li lessi tutti. Fu così che a vent’anni ebbi la mia iniziazione filosofica». [Antonio Gnoli, Rep 17/11/2013]

 

• «Mi laureai nel 1946 in Scienze politiche e sociali. E poi ho vivacchiato per alcuni anni, come poteva accadere allora in un’Italia che ancora non si capiva bene dove andasse. Nel 1950, per un colpo di fortuna - il caso ha sempre giocato un grande ruolo nella mia vita - divenni professore di Storia della filosofia e insegnai la materia fino al 1956». [Antonio Gnoli, Rep 17/11/2013]

xc10 sartori phROmbraxc10 sartori phROmbra

 

• Religione « Non sono credente, né religioso. Ma neppure un mangiapreti. (…) Niente di particolare. Salvo il fatto di ritenere la Chiesa responsabile, con il suo avallo alla proliferazione incontrollata, di una delle possibili cause della catastrofe del mondo».

• Sulla vecchiaia: «Sono lucido, ma è come se i ricordi non stiano sempre nell’ordine giusto. E poi... Le gambe sono molli. Mi fa rabbia. Sono stato un camminatore infaticabile, uno sportivo negli anni in cui potevo consentirmelo». Ora dorme poco «Dormo poco e con l’ausilio dei sonniferi. È la vecchiaia. Ma non mi aspettavo di arrivare a questa veneranda età. Ho la fortuna di aver trovato una compagna straordinaria che amo e che ho sposato». [Antonio Gnoli, Rep 17/11/2013]

 

xc15 sartori gawronski PhMRiccardixc15 sartori gawronski PhMRiccardi

• Prime nozze con la nobildonna Giovanna di San Giuliano. Nell’ottobre del 2013 si è sposato con l’artista Isabella Gherardi che lei chiama “il prof”: «Posso dire che lui mi ha affascinato con la sua intelligenza, la sua carica vitale, il suo modo rigoroso di pensare, la capacità di attrarti e di tenerti legata a sé con la parola e il ragionamento. Senza contare le sue fulminati battute».

 

• «Vanitoso io? Molto. A Carnevale mi travesto sempre da tacchino e faccio la ruota»

GIOVANNI SARTORI E ISABELLA GHERARDIGIOVANNI SARTORI E ISABELLA GHERARDI

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...