giorgia meloni reddito di cittadinanza

ADDIO REDDITO – IL GOVERNO È AL LAVORO PER RIMODULARE IL SUSSIDIO DI CITTADINANZA: SECONDO IL VICEMINISTRO MAURIZIO LEO, SI POTREBBE TAGLIARE DI UN MILIARDO PER FINANZIARE LE MISURE CONTRO IL CARO BOLLETTE – IL DATO CHOC DEL RAPPORTO DELLA CORTE DEI CONTI: IN DUE ANNI SOLTANTO 536 PERCETTORI SONO STATI ASSUNTI…

giorgia meloni giancarlo giorgetti

1. PENSIONI:GIORGETTI,QUOTA 41 IPOTESI, POSSIBILI RISPARMI RDC

(ANSA) - Sulla possibile introduzione di misure di pensionamento per chi ha 41 anni di contributi, "posso dire che questa misura non è esclusa: rientra nella logica che ho annunciato, che nell'ambito della voce ci dovrà essere qulche forma di compensazione: a titolo meramente indicativo può darsi che qualche economie dal reddito di cittadinanza e dalla sua manutenzione". Lo ha detto il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti rispondendo in audizione sul tema delle pensioni.

 

di maio conte card reddito

2. MANOVRA:LEO,AL LAVORO PER 1 MLD DA RDC CONTRO CARO BOLLETTE

(ANSA) - Di reddito di cittadinanza "si stanno occupando i colleghi del lavoro. Se attraverso una serie di controlli e una serie di misure, si riesce a reperire un miliardo, su cui stanno lavorando tutti i colleghi del lavoro, questo viene messo prioritariamente a beneficio del caro bolletta". Lo afferma Maurizio Leo, viceministro dell'Economia. "La nostra strategia politica è di separare i casi in cui le persone non possono lavorare, che vanno sempre salvaguardati, e gli altri su cui si può intervenire con meccanismi di controllo che possono generare questo flusso di 1 miliardo, che può essere utilizzato nella prossima legge di bilancio".

 

maurizio leo giorgia meloni

3. MANOVRA:M5S,SU RDC ORRIBILE GIOCO SU PELLE FAMIGLIE

(ANSA) - "Il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo (Fratelli d'Italia) esce allo scoperto: 1 miliardo di euro per il caro bollette si può recuperare dal Reddito di cittadinanza. Un'idea davvero geniale: togliere fondi a disoccupati e lavoratori poveri che non riescono a pagare le bollette per aiutare… chi non riesce a pagare le bollette". Così un post del M5s. "Pur di piantare le proprie bandierine e cercare il consenso, FdI, Lega e Forza Italia ne tirano fuori una al giorno. Un orribile gioco fatto sulla pelle di cittadini e famiglie in difficoltà, senza la minima forma di rispetto". "Forti con i deboli, deboli con i forti".

giancarlo giorgetti

 

4. SOLO 536 ASSUNTI CON IL REDDITO

Sergio Rizzo per “MF”

 

Parola di Giorgia Meloni: «Sono contro il reddito di cittadinanza. La sfida non è mantenere i disoccupati con la paghetta statale, ma trasformarli in occupati!» (Ansa, 8 ottobre 2018).

Nei giorni della legge finanziaria 2023, in cui anche i partiti che si sono sempre opposti al reddito di cittadinanza e ora guidano il governo discutono non di abolire il sussidio, ma di come tenerlo in vita, è assai istruttivo riavvolgere il nastro della memoria.

 

CONTE REDDITO

«Garantisce a tutti di avere un reddito al di sopra della soglia della povertà e di inserirsi nel mondo del lavoro», diceva Beppe Grillo a maggio del 2017. Gli faceva eco Alessandro Di Battista, uno dei big del suo Movimento 5 Stelle che si preparava a scalare Palazzo Chigi: «Il reddito di cittadinanza è una legge che crea lavoro».

 

E mentre il presidente dell'Anpal Mimmo Parisi, che Luigi Di Maio aveva fatto venire dall'America proclamava che «il reddito di cittadinanza è un'opportunità per far entrare i giovani nel mercato del lavoro», lo stesso biministro (Lavoro e Sviluppo) Di Maio giurava: «Non c'è il rischio che il reddito possa finire nelle tasche di chi lavora in nero». Correva l'anno 2019, per l'esattezza mese di gennaio: per trovare il lavoro ai percettori del reddito, in un Paese dove già c'erano circa 40 mila persone impegnate (molto malamente) a trovare lavoro ai disoccupati, si stavano assumendo migliaia di «navigator».

il video di giorgia meloni contro il reddito di cittadinanza 6

Dovevano essere diecimila, poi seimila, e alla fine tremila.

 

Ai disfattisti che parlavano di un disastro, dagli oppositori politici alle imprese che denunciavano di non riuscire a trovare persone disposte a lavorare, i militanti grillini rispondevano con notizie strabilianti. Come quella raccontata a fine novembre 2020 dai parlamentari calabresi del Movimento, secondo cui nella sola Calabria i navigator avrebbero trovato, e nell'anno del signore 2020 funestato dalla pandemia, 25.500 posti per i percettori del reddito di cittadinanza.

 

Un numero pazzesco, che avrebbe fatto fare un balzo mostruoso al tasso di occupazione in Calabria, dove tutti i dipendenti privati non sono che 260 mila appena su circa 2 milioni di abitanti. Parliamo ovviamente di quelli regolari.

luigi di maio e domenico parisi 2

 

Impossibile dire come si possano conciliare notizie di questo tenore con le statistiche ufficiali. Che sono di tenore diametralmente opposto. Ma è sicuro che se queste statistiche sono affidabili qualcosa dev' essere andato proprio storto.

 

E a leggere il rapporto del magistrato della Corte dei conti Antonio Buccarelli sulla gestione dell'Inps nel 2020 è decisamente più che una semplice sensazione.

La relazione ricorda che la legge sul reddito contiene una norma che consente a chi assume con contratto regolare i beneficiari di portare a credito d'imposta l'importo residuo del reddito. Che com' è noto ha una durata massima di 18 mesi. In pratica, l'impresa che assume un giovane che percepisce, poniamo, un reddito di 600 euro da sei mesi, può beneficiare di un credito d'imposta di 7.200 euro. Mica male, no?

 

il concorso per navigator alla fiera di roma 22

Se ne ricava che verosimilmente tutti coloro che assumono un percettore di quel sussidio approfittano di questo bonus. Perché mai dovrebbero rinunciarvi, anche se per importi più modesti di quello del nostro esempio? Ma se è così, per sapere quanti beneficiari del reddito di cittadinanza vengono assunti con contratti di lavoro regolari, basterebbe sapere quanti crediti d'imposta sul residuo del reddito sono stati autorizzati. Il dato esiste, è dell'Agenzia delle entrate, si trova nel rapporto della Corte dei conti ed è semplicemente scioccante.

 

reddito di cittadinanza

Nel 2020, a fronte di 3 milioni 693 mila percettori del reddito le istanze di credito d'imposta accolte sono state 254. Duecentocinquantaquattro, ovvero lo 0,0068%. Per un importo complessivo di un milione 244 mila euro: in media 4.897 euro per ogni posto di lavoro.

Si potrà obiettare che il 2020 è stato un anno di grave crisi economica a causa del Covid, e non abbiamo i dati del 2021.

 

Conosciamo però quelli del 2019, anno di prima applicazione della legge precedente alla pandemia, quando le domande di credito d'imposta accolte sono risultate 282. Insomma, in totale in due anni solo 536 assunzioni.

 

reddito di cittadinanza

Possibile che nessuno dei politici che difendono a spada tratta il reddito di cittadinanza si sia imbattuto in questi numeri, e ci abbia fatto una doverosa riflessione? Dal punto di vista della lotta alla povertà, punto decisamente importante a maggior ragione in questo periodo con i bilanci familiari messi a dura prova da inflazione e bollette monstre, è indiscutibile che la misura abbia un senso come del resto ha confermato anche l'Istat. Diversamente in tutti i Paesi avanzati non sarebbero da molto tempo in vigore leggi di contrasto all'indigenza. Ma le cifre esposte smentiscono che il reddito di cittadinanza sia un miracoloso volano per l'occupazione, soprattutto nel modo in cui è stato configurato dal primo governo di Giuseppe Conte, votato anche dalla Lega di Matteo Salvini. (

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...