AIUTO, HO UN ATTACCO DI QUORUM - SUL REFERENDUM PROPOSITIVO SENZA QUORUM, ARRIVA LA FRENATA DI SALVINI CHE METTE IN ALLARME IL M5S: “UN MINIMO DI QUORUM BISOGNA METTERLO, ALTRIMENTI QUA SI ALZANO IN 10 E DECIDONO COSA FARE”

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Dino Martirano per il “Corriere della Sera”

 

matteo salvini luigi di maio matteo salvini luigi di maio

Sul referendum propositivo senza quorum, ora arriva la frenata della Lega con un Matteo Salvini che mette in grande allarme il M5S: «Un minimo di quorum bisogna metterlo, altrimenti qua si alzano in 10 e decidono cosa fare», annuncia il vicepremier che non nasconde le preoccupazioni per quello che considera una salto senza rete.

 

Si annuncia travagliato, dunque, il voto in commissione alla Camera sulla riforma Fraccaro (in Aula forse la prossima settimana) che, su uno stesso tema, prevede anche un «ballottaggio-spareggio» senza quorum tra una proposta di legge di iniziativa popolare e un testo eventualmente varato dal Parlamento.

 

Il referendum propositivo senza quorum, ha detto la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati nella sua intervista al Corriere , «può mettere in discussione il futuro della stessa democrazia rappresentativa».

 

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E così anche nella maggioranza - mentre il Pd ha già presentato in commissione 67 emendamenti - si fanno strada i dubbi della Lega sulla formula di «democrazia popolare» in lizza con quella parlamentare: «Con la Lega troveremo un' intesa sul referendum», dice il capogruppo grillino Francesco D' Uva. Ma l' ostacolo da superare ora è molto serio per la coalizione anche perché il deputato Igor Iezzi, salviniano della prima ora, ha già proposto, con un emendamento, il quorum di validità del 33%. Riccardo Magi (+Europa) chiede invece «limiti chiari alle materie su cui sarà possibile attivare il referendum per evitare una evidente deriva plebiscitaria» .

 

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Ma i temi che dividono la maggioranza sono anche altri. Sulla legittima difesa già approvata dal Senato, Salvini avverte gli alleati grillini: «Spero che non facciate scherzi. Nessuno vuole regalare le pistole, il mio modello non è quello americano ma quello svizzero dove in una casa su due c' è un proprietario armato...». Salvini dice questo con un occhio rivolto anche al Guardasigilli, il grillino Alfonso Bonafede, che non ha mai amato questa legge che punta, attraverso il «grave turbamento», a non intralciare la difesa armata degli italiani seppure nel domicilio e nei luoghi dove si svolgono le attività professionali.

 

Sul decreto sicurezza, che ha innescato la rivolta dei sindaci non solo di centrosinistra, Salvini e Di Maio sembrano invece marciare compatti ma il M5S deve curare molti mal di pancia interni al Movimento ipersensibile sul tema immigrazione. Nel Pd, il senatore Mauro Laus critica la presidente del Senato che ha parlato di «anarchia» se i sindaci «dovessero non rispettare la legge». Dice di trovare bizzarro che «parli di rischio anarchia e poi resti impassibile e tollerante verso i metodi del governo Lega-M5S».

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Per Giorgio Mulè (che insieme ai parlamentari Gasparri, Calabria, Vitali difende la seconda carica dello Stato), quelle del senatore Laus «sono affermazioni avventate che provocano imbarazzo nello stesso Pd». Sui tagli degli stipendi dei parlamentari Salvini tende la mano al M5S: «Sono sacrosanti». E sul tema Sestino Giacomoni (FI) lancia la sua proposta provocatoria: «Se prima del mandato il parlamentare non lavora si potrebbe riconoscergli il reddito di cittadinanza come indennità» .

 

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