raffaele fitto giancarlo giorgetti pnrr recovery

ALTRO CHE PNRR DEI RECORD – NONOSTANTE I PROCLAMI DI MELONI, IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA VIAGGIA A RILENTO: SONO STATI MESSI A TERRA APPENA 49,5 DEI 102,5 MILIARDI INCASSATI. NEPPURE LA METÀ – A SCONFESSARE LA NARRAZIONE DELLA “PRIMA NAZIONE D’EUROPA” È LA RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO – SE LA REALIZZAZIONE DEI PROGETTI NON AVANZA, BRUXELLES TAGLIERÀ I FONDI – GIORGETTI È PREOCCUPATO PER LA MANOVRA: IL PNRR A RILENTO SIGNIFICA MENO PIL…

Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”

 

il video di giorgia meloni sul pnrr 1

Un affanno da 650 milioni in media al mese. Meno di 4 miliardi spesi, tra gennaio e giugno. Altro che Pnrr dei record, come ama definirlo Giorgia Meloni: il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha le ganasce ai piedi.

 

A sconfessare la narrazione della «prima nazione d’Europa» sono i numeri della Ragioneria generale dello Stato. L’ultimo monitoraggio di giugno rivela che sono stati messi a terra appena 49,5 dei 102,5 miliardi incassati fino ad oggi. Neppure la metà.

 

Ecco il pantano. Nonostante la revisione festeggiata come lo sprint salvifico, dopo il passo lento imputato al governo Draghi. Nonostante l’accentramento di poteri a Palazzo Chigi che, ripete il ritornello della destra, «ottimizza e velocizza». Nonostante i post sui social per festeggiare l’incasso delle rate. Nonostante le cabine di regia del «facciamoci un applauso perché siamo stati bravi».

 

[…]

 

giancarlo giorgetti raffaele fitto

A due anni dalla scadenza, la questione che sta precipitando sulle scrivanie della premier e del fedelissimo ministro-regista del Piano Raffaele Fitto non è più come recuperare i ritardi accumulati. Il rischio va addirittura oltre la necessità di capire come mantenere il ritmo, sempre più incessante, per incassare le rate semestrali.

 

Non che sia un problema da poco: per portare a casa la decima e ultima tranche bisognerà centrare 120 target, quattro volte di più rispetto a quelli che sono serviti per richiedere la sesta. Il pericolo, adesso, è ritrovarsi a fine corsa con le opere a metà e senza soldi per completarle. Perché questo recita il patto economico e politico stretto con Bruxelles: l’impegno va portato a termine nei tempi concordati, con una sequela di passaggi intermedi da rispettare.

 

PNRR

E se il Piano non avanza, i soldi non arrivano. Fin qui tutto bene o quasi. Ma se le risorse portate a casa non vengono via via spese, allora i cantieri non avanzano come dovrebbero. Alla scadenza Bruxelles tirerà una linea: se il numero dei posti negli asili nido piuttosto che quello delle ferrovie da realizzare sarà inferiore a quello stabilito, allora l’Italia riceverà un saldo più basso. Tagli.

 

Uno scenario avverso che la spesa lenta sta già iniziando a prefigurare. E che impatterebbe anche sul Pil, ridimensionando la promessa, messa nero su bianco nell’ultimo Def, di una crescita aggiuntiva del 3,4% al 2026. Sull’onda dell’entusiasmo per il via libera della Commissione europea alla revisione del Piano, l’azzardo si è fatto addirittura più consistente rispetto al 3,1% stimato qualche mese prima.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti raffaele fitto

Ma l’ultimo report della Ragioneria ha spento l’euforia. Non quella di Meloni, che si fa forte delle richieste di pagamento e degli incassi messi in fila. Anche Fitto non mostra segnali di cedimento. Invita tutti alla stanga. Si dice sicuro che i Comuni e i ministeri hanno fatto molto di più di quello che emerge dall’analisi dei tecnici del Mef.

 

Chi è preoccupato e insofferente è invece Giancarlo Giorgetti. Nelle scorse ore ha letto il report della Ragioneria. E ha preso atto che il burrone è a vista. Così allarmato, il ministro dell’Economia, da decidere di uscire allo scoperto. Lancia avvisi ai colleghi: «Spendete tanto e subito», altrimenti i conti non tornano. All’Europa deve garantire il rispetto della traiettoria di spesa indicata all’Italia per i prossimi anni come prova di fedeltà al nuovo Patto di stabilità.

 

PNRR

In casa, invece, i conti li deve fare per la prossima manovra: il Pnrr a rilento significa meno Pil. All’ultima riunione della cabina di regia ha presentato il conto: «Se non spendete quest’anno i soldi del Pnrr che dovete spendere come previsto, allora dovrò rivedere al ribasso la stima per la crescita».

 

Ma il titolare del Tesoro sa che non basta. Per questo è ritornato a insistere sulla necessità di allungare la scadenza del Pnrr, portandola oltre il 2026. «Sarebbe stato più razionale prevedere tempi più normali, non ho paura ad affermarlo nelle sedi europee», le parole dell’arrembaggio. Sa, Giorgetti, che le soluzioni sono due: avere più tempo per spendere oppure ridurre gli impegni. La seconda via è di fatto vietata [...]

 

Resta la prima opzione, ma la premier non è d’accordo. Non ora, almeno, che si è scoperta debole in Europa. E quindi ciak, si gira: nuova rata, nuovo video. Anche se intanto il «Pnrr dei record» si è trasformato in un film horror.

GIANCARLO GIORGETTI RAFFAELE FITTO

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…