kennedy reagan roosevelt wilson

ALTRO CHE SCERIFFI DEL MONDO, I PRESIDENTI AMERICANI SONO STATI UNO PIU’ MALATO DELL’ALTRO! DALL’ICTUS CHE PARALIZZÒ WILSON NEL 1919 ALLA SERIE DI PATOLOGIE CONTRO CUI LOTTÒ KENNEDY - ROOSEVELT NEL 1944, IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, NASCOSE AGLI AMERICANI I TEST MEDICI CHE CERTIFICAVANO CRISI DI ANGINA E ARTERIOSCLEROSI GALOPPANTE. I PRIMI SEGNI DELL’ALZHEIMER DI REAGAN SI ERANO MANIFESTATI GIÀ ALL’INIZIO DEL SECONDO MANDATO...

Paolo Valentino per il Corriere della Sera - Estratti

 

wilson

Nel 1994, cinque anni dopo aver lasciato la Casa Bianca, Ronald Reagan in una commovente lettera agli americani ammise di avere l’Alzheimer. In realtà, come avrebbe rivelato il figlio Ron, i primi segni del morbo si erano manifestati già all’inizio del secondo mandato, quando la nuova squadra di collaboratori che la moglie Nancy aveva voluto per il marito si accorse che qualcosa non andava. Sempre più spesso il presidente ricorreva all’uso di parole come «thing» o «stuff» per indicare cose di cui non ricordava il nome.

 

Così forti erano i timori, che la notte prima di prendere servizio come nuovo capo di gabinetto, Howard Baker ricevette un memorandum segreto, nel quale un celebre giurista suo amico suggeriva di considerare l’ipotesi di ricorrere al XXV emendamento, che permette di rimuovere un presidente incapacitato.

 

Dwight Eisenhower

Non se ne fece nulla. In parte perché Reagan era stato molto abile, già durante la campagna elettorale per la rielezione, a sgomberare il tema dell’età (aveva 76 anni all’epoca) esploso dopo la disastrosa performance nel primo dibattito contro il candidato democratico Walter Mondale. Quando se lo trovò di fronte per il secondo duello, Reagan esordì con una battuta rimasta agli annali: «Non intendo fare dell’età il tema di questa campagna e non approfitterò per ragioni politiche della giovane età e dell’inesperienza del mio avversario».

 

The Gipper venne rieletto a valanga, concluse accordi storici sul disarmo, fece approvare una generosa legge sull’immigrazione che oggi verrebbe bollata come opera di terroristi antiamericani e chiuse la presidenza con un gradimento popolare del 67%.

 

franklin delano roosevelt

Ma il tema rimane. Nelle ore in cui Joe Biden getta clamorosamente la spugna sul ring della più drammatica elezione presidenziale nella storia americana, la trasparenza sulla salute dei leader della Casa Bianca torna al centro dell’attenzione generale.

 

La carica politica più potente del mondo esercita una pressione immensa su chi la ricopre, sottoponendolo a stress fisici e psicologici spesso insostenibili. Gli americani si aspettano leader forti e in salute e vogliono sapere tutto sulle loro vere condizioni fisiche e mentali. Ma, come anche il caso Biden dimostra, non sempre è stato così.

 

Per non risalire fino ad Abraham Lincoln, che soffriva di forti depressioni e probabilmente anche di un disordine genetico che riduce la vista e favorisce disfunzioni cardiache, malattie mai rivelate, il caso forse più clamoroso fu quello di Woodrow Wilson, presidente dal 1913 al 1921, vittima di un ictus nel 1919 che lo lasciò parzialmente paralizzato e non più in grado di esercitare la sua funzione.

lincoln gatto

 

(...)

Franklin D. Roosevelt, il presidente del New Deal, era stato colpito a 39 anni, nel 1921, dalla polio che lo costrinse per il resto della vita su una sedia a rotelle. Ma questo non gli impedì di seguire un cursus honorum ineguagliato nella storia americana: due volte governatore di New York e quattro volte presidente degli Stati Uniti, dal 1933 al 1945, prima che il limite dei due mandati fosse imposto per legge.

 

Roosevelt fece di tutto per nascondere la sua disabilità e trasmettere al pubblico americano un’immagine di grande energia, inventandosi perfino un modo di «camminare» per brevi tratti, indossando sotto i pantaloni dei tutori per le gambe, usando un bastone e sostenendosi al braccio di suo figlio o di un collaboratore. Più grave fu che nel 1944, in piena campagna elettorale, egli nascose agli americani i test medici che certificavano alta pressione, coronarie intasate con ricorrenti crisi di angina, arteriosclerosi galoppante. «La salute del presidente è assolutamente ok», mentì il suo medico personale, l’Ammiraglio Ross McIntire. Roosevelt vinse il suo quarto mandato, ma un anno dopo, nel 1945, morì in seguito a una massiccia emorragia cerebrale.

john f. kennedy

 

Anche il repubblicano Dwight Eisenhower, il generale che aveva vinto la Seconda guerra mondiale, presidente dal 1953 al 1961, nascose le sue patologie. In particolare, la gravità dell’infarto avuto nel 1955 dopo il quale alcuni cardiologi gli avevano sconsigliato di correre per la rielezione. Fu rieletto, ne ebbe un altro nel 1957, ma riuscì a portare a termine il suo secondo mandato.

 

Per John F. Kennedy, il più giovane presidente eletto fino a quel momento, l’immagine di vigore e vibrante vitalità, «il testimone che passa a una nuova generazione di americani», fu uno degli elementi decisivi del mito di Camelot. In realtà Kennedy lottò per tutta la vita con una incredibile serie di patologie, a cominciare dal morbo di Addison, una insufficienza surrenalica cronica, che lo costringeva ad assumere quantità industriali di cortisone e altre medicine. Un incidente di guerra, inoltre lo condannò per tutta la vita ad atroci mal di schiena, che lui teneva a bada con forti dosi di antidolorifici.

ronald reagan

Ultimi Dagoreport

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…