ANCHE GLI ASSISTENTI PARLAMENTARI TENGONO FAMIGLIA – I MAGISTRATI BELGI HANNO MESSO NEL MIRINO ANCHE I PARENTI DI FRANCESCO GIORGI: A INSOSPETTIRE È L’ACQUISTO DI UN EDIFICIO A BRUXELLES DA PARTE DELL’ASSISTENTE DELL’EX EUROPARLAMENTARE ANTONIO PANZERI. CI SONO TRE BONIFICI SOTTO LA LENTE, RICONDUCIBILI AI GENITORI - PROBABILE L'APERTURA DI UN'INCHIESTA A MILANO...

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EVA KAILI FRANCESCO GIORGI EVA KAILI FRANCESCO GIORGI

1.  QATAR:CON ULTERIORI ATTIVITÀ PROBABILE UN'INCHIESTA A MILANO

(ANSA) - In Procura a Milano al momento non è ancora aperta un'inchiesta autonoma sul cosiddetto 'Qatargate'. E' probabile, tuttavia, che nei prossimi giorni, sulla base di ulteriori atti che potrebbero arrivare dai magistrati belgi o per altre attività necessarie a fronte dell'ordine di investigazione europeo trasmesso da Bruxelles ai pm milanesi, si arrivi all'iscrizione di un fascicolo con indagini del pool guidato dall'aggiunto Fabio De Pasquale.

 

ANTONIO PANZERI ANTONIO PANZERI

I magistrati milanesi, dopo le perquisizioni dei giorni scorsi nell'abitazione di famiglia, nella Bergamasca, di Antonio Panzeri, l'ex eurodeputato in carcere a Bruxelles, nella casa ad Abbiategrasso dei genitori di Francesco Giorgi, ex collaboratore di Panzeri, e nello studio di una commercialista, hanno già acquisito sette conti correnti che sono al vaglio della Gdf.

 

Nell'ordine di investigazione europeo di una quarantina di pagine viene indicato ai pm milanesi anche di sentire i genitori di Giorgi, definiti persone "interessate" all'indagine, e di farlo con la qualifica di indagati.

 

Come riportato oggi da La Verità, i magistrati belgi si concentrano anche su alcuni trasferimenti di denaro effettuati proprio dai genitori di Giorgi dall'Italia al Belgio e serviti per l'acquisto di un immobile a Bruxelles.

 

FRANCESCO GIORGI EVA KAILI FRANCESCO GIORGI EVA KAILI

Per queste e altre audizioni potrebbe essere necessario aprire un filone di indagine tutto milanese. Allo stesso tempo, se dal Belgio arrivassero ulteriori atti, come in ipotesi stralci dei verbali dell'ex assistente di Panzeri, nonché compagno dell'ormai ex vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili, gli inquirenti milanesi potrebbero cercare riscontri indagando in autonomia su un presunto riciclaggio in Italia dei soldi delle tangenti pagate da Qatar e Marocco per favorire gli interessi dei due Paesi

 

2. QATAR: DIFESA MOGLIE PANZERI, CONSEGNA SAREBBE VIOLAZIONE CEDU

la moglie e la figlia di antonio panzeri la moglie e la figlia di antonio panzeri

(ANSA) - Non va consegnata al Belgio Maria Dolores Colleoni, la moglie dell'ex eurodeputato Antonio Panzeri, pure lei come il marito tra gli arrestati nell'indagine di Bruxelles Qatargate, in quanto questo rappresenterebbe "una violazione dei diritti dell'uomo".

 

Lo hanno sostenuto in aula davanti alla Corte d'Appello di Brescia gli avvocati Angelo De Riso e Nicola Colli, difensori della donna - ora ai domiciliari e che stamani ha reso dichiarazioni spontanee -, opponendosi così alla richiesta di consegna contenuta nel mandato d'arresto europeo.

 

"Abbiamo sostenuto che non ci sono ragioni di consegnare la nostra assistita al Belgio" in quanto ciò presuppone che finisca in carcere. "Una misura più afflittiva - hanno proseguito i legali - non solo sarebbe incoerente con la misura dei domiciliari disposti lo scorso 9 dicembre dal giudice d'appello ma poiché tale misura non è stata violata significherebbe violare quando prevede la Corte europea dei diritti dell'uomo". La difesa aveva chiesto alla Corte d'Appello un rinvio che non è stato concesso. La decisione è attesa attorno alle 16.30.

 

ABDERRAHIM ATMOUN - FRANCESCO GIORGI - ANTONIO PANZERI ABDERRAHIM ATMOUN - FRANCESCO GIORGI - ANTONIO PANZERI

3. FARO DEGLI INQUIRENTI ANCHE SUI GENITORI DI GIORGI RETE DI IMMOBILI E SOCIETÀ

Giacomo Amadori François De Tonquedec per “la Verità”

 

L'inchiesta del giudice istruttore belga Michel Claise punta anche alla rete famigliare degli indagati per reati che vanno dalla partecipazione a organizzazione criminale alla corruzione.

 

Nel mirino sono finiti soprattutto l'ex europarlamentare del Pd Pier Antonio Panzeri e il suo ex assistente, il trentacinquenne Francesco Giorgi, entrambi arrestati lo scorso 9 dicembre. Nel mirino anche le loro reti famigliari che, come vedremo, sono collegate dai servizi di una commercialista, perquisita, la cui figura sta emergendo come sempre più significativa.

ANTONIO PANZERI ANTONIO PANZERI

 

Di Panzeri sono stati messi sotto osservazione almeno tre conti correnti italiani (intestati due a lui e uno alla figlia Silvia) e la documentazione di una banca brasiliana, la Lift, in cui potrebbe essere stato depositato il tesoretto dell'ex sindacalista. Ma le attività di indagine delegate alla Procura di Milano e coordinate da Fabio De Pasquale puntano anche a Giorgi.

 

Nell'ordine europeo di indagine (Oie) Claise ha chiesto alle autorità italiane di fornire tutte le informazioni disponibili in merito all'identità di sette persone: Panzeri, la sua commercialista Monica Rossana Bellini, il sindacalista Luca Visentini, l'attivista Nicolò Figà-Talamanca e poi buona parte della famiglia Giorgi.

eva kaili 1 eva kaili 1

 

Claise, scrittore di gialli di successo, ha chiesto di estendere i controlli anche ai parenti di Francesco e principalmente al padre Luciano, sessantacinquenne originario di Abbiategrasso, e alla madre Iole Valli, sessantanovenne nativa di Rho.

 

A colpire la fantasia del giudice è stata «l'acquisizione di attività finanziarie in Belgio a nome di Francesco Giorgi», dal momento che, a giudizio degli inquirenti, «durante l'indagine è emerso chiaramente» che questa è il «risultato di trasferimenti dall'Italia».

 

Invii che sarebbero serviti per l'acquisto di un edificio a Bruxelles da parte di Giorgi.

Una compravendita per cui sarebbero partiti alcuni bonifici dai conti italiani di papà Luciano e mamma Iole. In particolare sotto la lente di ingrandimento del giudice sono finiti tre invii.

FRANCESCO GIORGI - LUCA VISENTINI FRANCESCO GIORGI - LUCA VISENTINI

 

Il primo da 40.000 euro, datato 5 ottobre 2022, è riconducibile alla Valli; lo stesso giorno altri 40.000 euro sono stati trasferiti dal conto del marito, il quale il 31 agosto aveva già inviato altri 4.000 per la stessa operazione immobiliare. Tra questi trasferimenti è stato segnalato un bonifico del 30 settembre da 10.000 euro del figlio Francesco sempre destinato allo stesso acquisto.

 

antonio panzeri antonio panzeri

Insospettito da questa operazione Claise ha chiesto di procedere alla perquisizione del domicilio di Abbiategrasso di Francesco Giorgi e di qualsiasi altra sua «residenza effettiva» e «di procedere all'audizione, in qualità di indagata, della persona che ha l'uso dei locali, ovvero suo padre e sua madre, Luciano Giorgi e Iole Valli».

 

Martedì scorso nell'abitazione gli uomini della Guardia di finanza hanno sequestrato 20.000 euro in contanti e altra documentazione che, come specificato nell'Oie, dovrà essere trasferita a Bruxelles.

Ricordiamo che nel trolley che aveva con sé Alexandros Kaili, suocero di Giorgi e padre della compagna dello skipper, Eva, in quel momento vicepresidente del Parlamento europeo, gli investigatori belgi hanno trovato 600.000 euro.

 

Invece nell'abitazione di Eva e Francesco sono stati sequestrati altri 150.000 euro. Ma le mazzette di contanti sono un po' il leit motiv di questa storia. Infatti anche nella casa di Panzeri, arrestato il 9 dicembre, nella capitale belga sono stati sequestrati 600.000 euro.

EVA KAILI CON IL VELO EVA KAILI CON IL VELO

Il totale dei tre sequestri ammonta a 1,35 milioni di euro cash, ma gli inquirenti belgi hanno fatto sapere di aver sequestrato più di 1,5 milioni.

 

Ma ritorniamo ad Abbiategrasso. La villa, suddivisa in dieci vani, ha una superficie di 250 metri quadrati a cui ne vanno aggiunti 50 di autorimessa. È stata acquistata nel 2005 ed è intestata a entrambi i genitori, ma non al figlio che non risulta avere beni immobili in Italia.

In compenso i suoi genitori nel 2019 hanno comprato una casa al mare, un bilocale, che si trova a Cervo, in provincia di Imperia, all'interno di un edificio denominato Mimosa.

 

Il rogito viene perfezionato il 15 giugno 2019 a Borghetto Santo Spirito. A vendere è un torinese residente a Roma. I genitori di Giorgi pagano l'immobile 150.000 euro e saldano con un assegno datato 12 giugno 2019 di Banca Intesa del valore di 135.000 euro che va sommato alla caparra inviata il 10 maggio 2019 con un bonifico di 14.990 euro partito da un conto Ing (la banca olandese) intestato a Luciano Giorgi.

 

Abderrahim Atmoun Francesco Giorgi Pier Antonio Panzeri Abderrahim Atmoun Francesco Giorgi Pier Antonio Panzeri

La contabile del bonifico viene firmata da un funzionario dell'ufficio della Ing bank n.v. Milan branch. Sempre dal conto Ing il 15 giugno escono i 3.660 euro che Giorgi senior paga all'agenzia immobiliare. Insomma per fare il loro acquisto i genitori non hanno avuto bisogno di ricorrere ad alcun mutuo o perlomeno questo è quello che appare dal rogito.

 

Ma se la radiografia degli immobili dei Giorgi è molto interessante, lo è ancora di più studiare la storia delle società di famiglia. Che si incrociano clamorosamente con le operazioni finanziarie di Panzeri. E l'anello di congiunzione è la già di citata ragioniera Benelli, di cui Claise ha chiesto la perquisizione.

 

Michel Claise Michel Claise

Il motivo è spiegato nell'ordine europeo di indagine, dove si legge che nel corso dell'inchiesta sarebbe emerso «chiaramente» che la signora Bellini «è la responsabile della consulenza gestionale e finanziaria della coppia Panzeri-Colleoni (Maria Dolores, la moglie dell'ex sindacalista, ndr)».

 

Per gli investigatori, secondo cui i guadagni di Panzeri «sembrano di natura criminale», «l'intervento dello studio Bellini potrebbe far parte di operazioni di riciclaggio».

Il 28 dicembre 2018, a cinque mesi dalle elezioni europee del 2019, viene costituita la Equality consultancy srl, con sede legale a Opera, in provincia di Milano, proprio nello studio della commercialista, in via Martiri di Belfiore.

 

Eva Kaili Francesco Giorgi Niccolo Figa-Talamanca Pier Antonio Panzeri Eva Kaili Francesco Giorgi Niccolo Figa-Talamanca Pier Antonio Panzeri

Ma nella compagine azionaria non compare Panzeri (in quel momento la situazione delle candidature è fluida e l'ex sindacalista della Cgil annuncerà di aver rifiutato l'investitura solo il 9 aprile) bensì il padre del suo assistente parlamentare (dal 2009) Francesco Giorgi.

Babbo Luciano (che detiene il 70 per cento delle quote) fa parte della compagine sociale insieme con il figlio minore Stefano (25 per cento) e con la Bellini (5) che è anche amministratrice della società insieme con Giorgi junior.

 

I loro poteri sono disgiunti per le attività ordinarie. L'oggetto sociale della Equality consulting, che ha un capitale di 10.000 euro, è praticamente quello di una ong e non ha niente a che fare con il lavoro di rappresentante di prodotti farmaceutici di Giorgi senior. Leggiamo gli obiettivi: «Realizzare una rete ampia, trasparente e ben informata di partenariati.

 

banconote sequestrate a panzeri e eva kaili 6 banconote sequestrate a panzeri e eva kaili 6

Aiutare a rimuovere alcuni degli ostacoli alla collaborazione esistenti tra le culture differenti attraverso iniziative volte a promuovere e divulgare i diritti umani e la protezione delle libertà fondamentali», «sviluppare reti tra diversi soggetti, Ong, organizzazioni imprenditoriali e controparti nei Paesi terzi, per facilitare il dialogo e le opportunità che consentono legami economici e culturali più forti all'interno dell'Ue e nei suoi Stati membri» e, infine, «promuovere gli scambi e la cooperazione tra soggetti, situati in altre aree geografiche di riferimento».

 

FRANCESCO GIORGI FRANCESCO GIORGI

Nelle mani del più giovane dei Giorgi (che secondo la sua pagina Linkedin in quel momento era apprendista in una società di autonoleggi), insomma, c'è, come detto, una specie di organizzazione non governativa. Che il primo anno ottiene ottimi risultati. A fronte di un valore della produzione iscritto a bilancio di 240.000 euro, l'utile di esercizio è di 102.500 euro. Ma quando quel bilancio viene chiuso, Giorgi padre e figlio hanno lasciato la società. Il 23 luglio 2019, a 20 giorni dalla prima plenaria del Parlamento europeo che si è svolta il primo luglio, i due cedono le quote.

 

PIER ANTONIO PANZERI Abderrahim Atmoun PIER ANTONIO PANZERI Abderrahim Atmoun

Una parte (il 40% della società) di quelle di Luciano va a Dario Vittorio Scola, suo socio di vecchia data (dal 2001) in un'altra ditta, la Sunflower srl che si occupava (attualmente risulta inattiva) della rappresentanza di prodotti farmaceutici. Altre quote (il 30%) del genitore finiscono in mano a tale Manfred Forte, che rileva anche una parte (il 10%) di quelle di Stefano. Il restante 15% viene ceduto dal giovane Giorgi alla solita Bellini, la commercialista di Panzeri e, sembra, non solo sua.

 

Il 5 settembre Stefano lascia alla donna anche la guida della società, che grazie a una modifica allo statuto passa all'amministratore unico. In quello stesso mese Panzeri fonda la sua ong a Bruxelles, la Fight impunity, di cui Francesco (che nel frattempo è diventato assistente dell'europarlamentare Andrea Cozzolino) ricopre il ruolo di «senior advisor». Nel 2020, forse anche per la pandemia, le cose per la Equality consultancy non vanno come il primo anno: il valore della produzione crolla a 81.000 euro e il bilancio annota perdite per 51.000.

luca visentini luca visentini

 

E così il 18 novembre la società viene messa in liquidazione e la Bellini ha il compito di portare avanti le ultime pratiche della società, tra cui l'approvazione del bilancio del 2020. Dall'8 giugno del 2021 la Equality consultancy non esiste più.

 

Ieri siamo andati ad Abbiategrasso per cercare di parlare con i genitori di Francesco Giorgi, agli arresti in Belgio. Un'enorme siepe protegge la famiglia da occhi indiscreti. Solo dall'ingresso pedonale e da quello del box auto si riesce a scorgere qualcosa. Per esempio i sobri addobbi natalizi, una coccarda appesa al cancelletto e un filo di lucine gialle. Le persiane sono chiuse. Fuori da una finestra è appesa una bandiera arcobaleno della pace. Un citofono semi distrutto stride con tutto il resto. Suoniamo ma non risponde nessuno. I vicini passano frettolosamente. Qualcuno evita di rispondere alle domande. Altri ci liquidano con un «non so nulla» di circostanza. Sarà il prosieguo delle indagini a dirci qualcosa in più. Ha collaborato Salvatore Drago.

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