Michele Serra per “la Repubblica”
Perdere un affare da cento miliardi dev' essere seccante. Logico, dunque, che Macron sia infuriato con americani e inglesi per avergli soffiato sotto il naso il facoltoso cliente australiano. Per altro, Boris Johnson non risulta essere troppo in ansia per i suoi rapporti con l'Europa, altrimenti non avrebbe congegnato quell'ordigno a lunga gittata che è Brexit. Quanto all'America, a parte uno scontatissimo comunicato nel quale si assicura di "condividere con la Francia una lunga storia di comuni valori democratici" (che, quanto a sostanza politica, è come dire "porti i miei saluti alla signora"), non è mai sembrata tenere in gran conto l'esistenza di una politica estera europea.
Restano, per noi profani, due domande. La prima è abbastanza futile: che se ne farà adesso la Francia di una decina di sottomarini nucleari invenduti? Fa in tempo a fermare i cantieri? Se la commessa, invece, fosse già a buon punto, li mette in magazzino? Li propone su Amazon? Li tiene per ricordo? La seconda domanda è più impegnativa. Pare che la flottiglia di sottomarini destinata all'Australia sia in funzione anticinese.
Ma la Cina, almeno per il momento, più che a fare la guerra sembra interessata a comperarsi, pezzetto dopo pezzetto, i tre quarti del pianeta. È la famosa guerra commerciale di cui tanto si parla. L'egemonia americana si è retta molto sulla supremazia militare, quella cinese punta tutto sul potere economico (per esempio: vendere a credito infrastrutture ai Paesi poveri per poi tenerli in pugno come ogni creditore tende a fare con il debitore). Nel caso l'egemonia mondiale dovesse passare ai cinesi, vale l'ottima battuta (da bar: del resto è proprio al bar che l'ha detta) del mio amico Umberto: «Tu preferiresti essere bombardato o comperato?».
Aukus Aukus Aukus Aukus - Biden Boris XI JINPING JOE BIDEN