LA APPENDINO? “FRETTOLOSA, IMPRUDENTE, NEGLIGENTE” - SONO LE PAROLE USATE DAL GIUDICE CHE HA CONDANNATO A 18 MESI IN PRIMO GRADO LA SINDACA DI TORINO PER LA TRAGEDIA DI PIAZZA SAN CARLO - LA MOTIVAZIONE DELLA SENTENZA COMPLICA I PIANI DI CONTE E DI MAIO, CHE STANNO SPINGENDO PER UNA RICANDIDATURA, NONOSTANTE LE PERPLESSITÀ DELLA STESSA APPENDINO

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CHIARA APPENDINO CHIARA APPENDINO

Giuseppe Legato e Maurizio Tropeano per “la Stampa”

 

Tre aggettivi per nulla clementi: «Frettolosa, imprudente, negligente». Se 160 pagine di una sentenza si potessero riassumere in una rosa ristretta di aggettivi, sarebbe questa quella che condensa i motivi per cui Chiara Appendino è stata condannata in primo grado per la tragedia di piazza San Carlo avvenuta il 3 giugno 2017 durante la proiezione della finale di Champions League Juventus Real Madrid.

 

conte appendino conte appendino

Li ha utilizzati il giudice Maria Francesca Abenavoli per inquadrare le responsabilità colpose della prima cittadina nell' organizzazione di quella notte maledetta chiusa con 1500 feriti e due morti.

 

Le motivazione della sentenza complicano i piani di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio di ricandidare Chiara Appendino nonostante le sue perplessità legate, appunto, all' esito dei processi.

 

La memoria dei giudici, infatti, rafforza la scelta della sindaca di non scendere in campo - è anche in attesa del processo di appello per il reato di falso in bilancio, altri sei mesi di condanna- senza però rinunciare a fare politica.

guido saracco chiara appendino 1 guido saracco chiara appendino 1

 

I vertici nazionali del M5S, invece, tramontata l' ipotesi di candidare Guido Saracco, la ritengono la più adatta e competitiva per sfidare il Pd a Torino dove il 46% dei torinesi, per un sondaggio commissionato dai Dem, ritiene che abbia governato bene. Adesso resta da capire se Di Maio e, soprattutto Conte, continueranno nel pressing sulla sindaca.

 

chiara appendino non si ricandida 2 chiara appendino non si ricandida 2

Ma che cosa c' è scritto in quelle motivazioni? «Decidendo di proiettare in piazza San Carlo la partita - scrive il giudice - Appendino ha chiesto all' amministrazione di operare in condizioni la cui criticità era evidente, disinteressandosi poi di tutti gli aspetti operativi. Secondo il Tribunale «la prima cittadina ha trascurato di assicurare il dovuto rilievo agli aspetti legati alla sicurezza non curando il bilanciamento di tale interesse (di rango nettamente superiore) con quello pur legittimo dei tifosi della Juventus di assistere alla partita».

 

paolo giordana chiara appendino paolo giordana chiara appendino

Ancora: «Ha agito attraverso il suo capo di gabinetto Paolo Giordana, ma questa non la esime da responsabilità visto il rapporto fiduciario che legava due figure apicali dell' amministrazione».

 

Insomma: «Ciò che Giordana ha fatto su indicazione o delega della Appendino è anche a lei riconducibile in quanto da ritenersi frutto di un' unica volontà». La sindaca avrebbe dovuto vigilare di più dunque. Anche alla luce "di tempi strettissimi, di un budget incerto, di un organizzatore privo di specifica esperienza nel settore e considerata la terribile stagione terroristica che l' Europa stava vivendo e che colpiva soprattutto in occasione di raduni con grande partecipazione di pubblico» avrebbe «dovuto mettere a punto un monitoraggio molto più da vicino».

di maio appendino di maio appendino

 

I suoi avvocati però non demordono: «Nella sentenza in realtà - spiega l' avvocato difensore Luigi Chiappero - hanno trovato accoglimento molte nostre considerazioni. Il giudice ritiene insussistenti numerosi profili di colpa sugli aspetti autorizzativi che hanno consentito la proiezione della partita.

 

Ancora, si legge come non fosse l' organo apicale del Comune a dover vigilare sull' osservanza delle prescrizioni imposte dalla Commissione Provinciale di Vigilanza. Restiamo convinti che, allo stesso modo, non spettasse alla prima cittadina seguire, anche sotto il profilo tecnico, l' evoluzione organizzativa dell' evento. Sarà uno degli aspetti fondanti dell' atto d' appello, con il quale chiederemo la piena assoluzione perché col senno del poi è facile dire che tutto era prevedibile».

alessandro di battista chiara appendino alessandro di battista chiara appendino CHIARA APPENDINO CHIARA APPENDINO giuseppe conte bacia chiara appendino e alberto cirio sta a guardare giuseppe conte bacia chiara appendino e alberto cirio sta a guardare chiara appendino giuseppe conte chiara appendino giuseppe conte chiara appendino alessandro di battista 1 chiara appendino alessandro di battista 1

 

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