daniele franco e mario draghi

ASSALTO AL METODO DRAGHI - I PARTITI HANNO CAPITO DI NON CONTARE UN CAZZO E PROVANO A MINARE LA MANOVRA CON UNA CARICA DI SEIMILA EMENDAMENTI. DENTRO C’È DI TUTTO: LA FLAT TAX DELLA LEGA, IL CASHBACK DEI GRILLINI, GLI SGRAVI PER LE ASSUNZIONI DI RENZI - ANCHE I SINDACATI ROMPONO LE UOVA NEL PANIERE A “MARIOPIO” DOPO L’INCONTRO CON FRANCO: “SIAMO INSODDISFATTI. SI È DIMOSTRATO INDISPONIBILE A RACCOGLIERE VALUTAZIONI E…”

1 - MANOVRA NO DEI SINDACATI

Paolo Baroni per "la Stampa"

 

MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

Draghi incontra i 5 Stelle ed inizia a sminare il terreno politico attorno alla manovra. Al ministro dell'Economia Franco, che in serata ha ricevuto i leader di Cgil, Cisl e Uil, invece non riesce di fare altrettanto: tant' è che ora si riaffaccia lo spettro dello sciopero generale.

 

Mentre Patuanelli & Co. incassano l'appoggio del premier sul reddito di cittadinanza con la garanzia che il provvedimento, nonostante il pressing di Salvini, non verrà toccato, Landini, Sbarra e Bombardieri escono dal Mef a mani vuote. «Incontro negativo» sintetizza il segretario generale della Cgil.

MAURIZIO LANDINI LUIGI SBARRA PIERPAOLO BOMBARDIERI

 

«Siamo insoddisfatti - fa sapere il leader della Cisl - il ministro dell'Economia si è dimostrato indisponibile a raccogliere valutazioni, approfondimenti anche di natura tecnica finalizzati a modificare l'impostazione emersa dalla cabina di regia con i partiti che, secondo noi, è sbagliata e inadeguata perché non mette come priorità la riduzione della tassazione fiscale a favore dei redditi medi, popolari, bassi dei lavoratori dipendenti e pensionati».

 

il ministro stefano patuanelli foto di bacco (1)

Deluso anche il segretario generale della Uil: «Franco, senza un pezzo di carta, ci ha rappresentato i risultati della cabina di regia e noi abbiamo riconfermato che si tratta di una scelta sbagliata, perché riduce i fondi per la sanità tagliando l'Irap, si dimentica di precari e part-time, che sono quelli che durante la pandemia hanno consentito al Paese di reggere, e non dà nulla ai redditi più bassi.  Basti pensare che chi guadagna da 60 a 200 mila euro avrà 200 euro di sconto come chi ne guadagna 25 mila».

giuseppe conte mario draghi

 

Perimetro blindato

«Di fatto ci è stato presentato l'accordo di maggioranza come perimetro dentro il quale muoversi e per noi quel perimetro non va bene, va allargato, così non funziona - ha spiegato poi Landini -. Per noi gli 8 miliardi devono andare tutti ai lavoratori dipendenti e pensionati e non è accettabile che dai 15 ai 30mila euro il ritorno sul piano della tutela del salario sia del tutto insufficiente».

 

MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

I tre sindacalisti dal governo si aspettano risposte anche sulle pensioni e su altre questioni legate alla manovra, ma al momento non ci sono altri incontri fissati. «E per noi questo è un fatto non positivo - ha sintetizzato Landini - Per questo mobilitazione e le assemblee nei luoghi di lavoro devono proseguire e nei prossimi giorni, in tempi molti rapidi assieme a Cisl e Uil valuteremo tutto ciò che è necessario per far cambiare idea al governo ed alle forze di maggioranza perché stanno commettendo un errore».

 

MARIO DRAGHI E MAURIZIO LANDINI

«Non è previsto un ulteriore incontro - ha confermato Bombardieri - e quindi noi faremo le nostre valutazioni». In realtà Franco ai sindacati ha offerto un tavolo tecnico per approfondire tutti i dettagli della riforma concordata con le forze di maggioranza e dunque «già ampiamente discussa e non certo calata dall'alto» fanno presente dal Mef.

 

È vero che il perimetro è quello già fissato dalla cabina di regia, ma margini per intervenire ci sarebbero, a partire dalle detrazioni.

 

«La legge di bilancio non è scritta sulla pietra» avrebbe detto ad un certo punto Franco. Disponibilità che però ai sindacati non pare sufficiente. «Vedremo il tavolo tecnico - ha spiegato Sbarra -. Ma noi chiediamo un tavolo politico, non per travolgere l'impianto su cui si è trovato l'accordo ma per correggerlo, migliorarlo e adeguarlo alle nostre elaborazioni. Il governo deve ragionare col sindacato sulla necessità di dare un forte segnale di riduzione delle tasse su lavoro e pensioni».

DANIELE FRANCO E MARIO DRAGHI

 

Il nodo Superbonus Al Mef scintille, a palazzo Chigi invece la riunione con Draghi è stata «serena e proficua», ha spiegato Stefano Patuanelli.

 

«Condividiamo i principi della manovra che utilizza gli spazi di crescita in modo espansivo per sostenere le nostre imprese» ha poi aggiunto il capodelegazione dei 5 Stelle, che ieri è tornato a chiedere di rimuovere il limite Isee per il Superbonus destinato alle abitazioni monofamiliari. Per i 5 Stelle è «particolarmente restrittivo», che poi è quello che volevano i tecnici del Mef che hanno scritto la norma.

 

FLAT TAX

2 - DALLE TASSE AL SUPERBONUS AL SENATO PARTE LA CARICA DEI SEIMILA EMENDAMENTI

Luca Monticelli per "La Stampa"

 

Un mese per approvare la manovra. Seppur breve, il sentiero sarà accidentato e pieno di insidie. Lo dimostrano i 6.290 emendamenti presentati in commissione Bilancio al Senato. Forza Italia ne ha depositati 1.108, seguono il Movimento 5 stelle con 988, il Pd 865, la Lega 976 e Iv 468. Gruppo Misto e Autonomie rispettivamente 890 e 210. Fdi, che siede all'opposizione, si attesta a quota 785.

 

ecobonus ristrutturazioni

L'iter è all'inizio, l'esame a Palazzo Madama deve ancora entrare nel vivo: gli emendamenti ora subiranno una prima scrematura con le verifiche legate all'ammissibilità e poi i gruppi si metteranno d'accordo per discutere solo una minima parte delle proposte di modifica che hanno intasato le caselle mail degli uffici. Gli emendamenti "segnalati" saranno certamente meno di un migliaio.

 

Ma per attendere le prime votazioni in commissione bisognerà aspettare almeno un'altra settimana. La volontà è quella di chiudere il provvedimento al Senato tra il 18 e il 20 dicembre e ottenere dalla Camera un via libera lampo. Ovviamente saranno necessari due voti di fiducia. Sono però tanti i temi che potrebbero mettere in difficoltà il governo e infiammare lo scontro tra i partiti.

cashback

 

La Lega rilancia sull'estensione della «Flat Tax» al 15% per gli autonomi tra i 65 e i 100 mila euro di reddito e vuole azzerare l'Iva sui beni di prima necessità. Matteo Salvini torna a chiedere la riduzione delle risorse del reddito di cittadinanza per sostenere altre voci come la disabilità e i contratti delle forze dell'ordine.

 

Sul potenziamento del fondo da 2 miliardi pensato per abbassare gli aumenti delle bollette di luce e gas sono d'accordo tutti i partiti, ma i margini sono limitati e il parlamento ha a disposizione solo 600 milioni di euro di coperture extra. Forza Italia spinge per incrementare il taglio delle tasse da 8 a 10 miliardi, destinando all'Irap e all'ampliamento della no tax area «i soldi che saranno risparmiati grazie ai controlli contro gli abusi sul reddito di cittadinanza», dice Antonio Tajani.

mario draghi

 

Il Movimento 5 stelle punta forte su quelle che sono diventate le sue nuove misure di bandiera: il Superbonus e il cashback. Nel primo caso, gli emendamenti formulati prevedono l'estensione della maxi detrazione edilizia del 110% al 2022 sulle villette senza limiti di Isee. Mentre il cashback cambia pelle e diventa "fiscale", ovvero con il rimborso immediato delle spese detraibili.

 

Piovono emendamenti anche dal Pd. Si va dall'esenzione del canone sui tavolini all'aperto dei ristoranti all'aumento delle risorse per i centri antiviolenza; dalla semplificazione del Superbonus alla riduzione dei costi dell'energia. Nel pacchetto pure l'allargamento dell'Ape sociale e della Naspi.

 

ecobonus ristrutturazioni

Fra i provvedimenti avanzati da Italia viva ci sono le assunzioni con sgravi contributivi per gli under 30, un potenziamento dell'apprendistato, una no tax area per i giovani e un pacchetto di norme per incentivare le pari opportunità.

 

Il metodo di Draghi sulla legge di bilancio è «quello giusto», sottolinea il segretario del Pd Enrico Letta al Tg1. Tuttavia centrodestra e renziani rischiano di mandare sotto il governo sul reddito di cittadinanza se il testo non sarà davvero blindato.

daniele franco mario draghi andrea orlando conferenza stampa sulla manovra

Ultimi Dagoreport

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…