xi putin

ATTENTI A QUEI DUE - ALLEATI, POI AVVERSARI, POI DI NUOVO OTTIMI VICINI DI CASA, ORA CINA E RUSSIA CON XI E PUTIN HANNO FORMATO UNA PARTNERSHIP ECONOMICA, MILITARE, GEOPOLITICA E PERFINO SPAZIALE SEMPRE PIÙ STRETTA: SI PARLA DA TEMPO DI UNA NUOVA STAZIONE INTERNAZIONALE DI RICERCA LUNARE SINO-RUSSA PER FARE CONCORRENZA AL PROGETTO ARTEMIS A GUIDA AMERICANA - L'INTERSCAMBIO COMMERCIALE TRA PECHINO E MOSCA VALE 146,88 MILIARDI DI DOLLARI NEL 2021...

Gianluca Modolo per “la Repubblica - Affari & Finanza

 

vladimir putin e xi jinping

Accomunate dal "nemico" americano e dalle pressioni dell'Occidente su diritti umani, democrazia e pericolose manovre militari, Pechino e Mosca continuano a fare insieme grandi affari. L'anno appena concluso è stato particolarmente proficuo: l'interscambio commerciale tra Cina e Russia ha raggiunto il volume record di 146,88 miliardi di dollari nel 2021, un +35,8% annuo, secondo i dati pubblicati dalle dogane cinesi. Obiettivo per il 2024: arrivare a 200 miliardi.

 

E se la situazione ai confini con l'Ucraina dovesse precipitare e nuove sanzioni dovessero arrivare, allora l'abbraccio dell'orso russo con il dragone cinese aspettiamoci si faccia ancora più stretto. Un rapporto tra i due - anzi, una "partnership strategica", come sia al Cremlino sia a Zhonghanhai amano chiamarla - al momento però sbilanciato. Nel 2021 la Cina ha rappresentato circa il 18% del fatturato commerciale complessivo della Russia.

 

VLADIMIR PUTIN XI JINPING BY EDOARDO BARALDI

Al contrario, la quota russa del fatturato commerciale cinese è stata poco più del 2%. È chiaro chi tra i due faccia la parte del leone, sempre per rimanere in tema di metafore animalesche. Come arrivare all'obiettivo dei 200 miliardi? La parola chiave, anzi la materia chiave, è ancora una volta il gas.

 

Dopo l'accordo, nello scorso mese di giugno, al Forum economico di San Pietroburgo raggiunto tra la russa Novatek e la cinese Zhejiang Provincial Energy Group sulla fornitura di almeno un milione di tonnellate di gas naturale liquefatto all'anno per almeno 15 anni all'interno del progetto Arctic Lng2, durante le Olimpiadi invernali che si aprono a Pechino il 4 febbraio Vladimir Putin e Xi Jinping si incontreranno - per la prima volta da mesi - faccia a faccia: un tête à tête che servirà ai due "amici", come amano chiamarsi a vicenda, per ricominciare a parlare e forse a finalizzare l'avvio del mega gasdotto Power of Siberia 2 che attraverso la Mongolia porterà 50 miliardi di metri cubi di gas russo in Cina all'anno.

 

putin xi jinping

Mosca deve diversificare le sue esportazioni - vista la tesa situazione geopolitica - e Pechino ha un estremo bisogno di importare soprattutto per ridurre la propria dipendenza dal carbone e portare a compimento la sua rivoluzione verde.

 

Il consumo annuale di gas della Cina (che già oggi è il maggior consumatore al mondo e compra circa il 43% di gas dall'estero) dovrebbe raggiungere i 620 miliardi di metri cubi entro il 2040 e superare il petrolio come principale fonte di combustibile entro il 2050. In tempo per arrivare alla neutralità carbonica dieci anni più tardi.

 

VLADIMIR PUTIN E XI JINPING

Del progetto i due presidenti discussero anche durante l'ora e mezza di telefonata del 15 dicembre scorso. Appena un giorno dopo Putin invitò al Cremlino il presidente mongolo Ukhnaagiin Khurelsukh, terzo attore di questa partita. Di un secondo impianto, che riesca quasi a raddoppiare la quantità di gas russo verso la Cina, si parla in realtà da anni.

 

Progetto finora rimasto sulla carta per alcune incomprensioni sul percorso che dovrebbe seguire. Gazprom preferiva partire dalla Siberia occidentale e arrivare nel Xinjiang cinese passando per i monti Altai.

 

putin xi jinping

Pechino voleva che il gas arrivasse attraverso la vicina Mongolia. Alla fine i cinesi l'hanno spuntata e ci si è accordati su quest'ultimo tragitto. L'accordo, per i russi, assume una rilevanza particolare soprattutto ora con le tensioni con l'Europa riguardo alla crisi ucraina. Come faceva notare giustamente Alexander Gabuev, del Carnegie Moscow Center, parlando con il quotidiano Nikkei, «a differenza del precedente gasdotto di Gazprom verso la Cina (il Power of Siberia 1, operativo dal 2019 e che fornirà alla Cina 39 miliardi di metri cubi all'anno una volta raggiunta la piena capacità entro il 2025, ndr), questo attingerebbe agli stessi giacimenti di gas (la penisola siberiana di Yamal, ndr) che la compagnia usa per rifornire il mercato europeo.

 

un sorso di vodka xi jinping e vladimir putin

Rendere operativo il Power of Siberia 2 fornirebbe quindi a Gazprom un'ulteriore leva quando si parla con i clienti europei». Un'arma in più per aprire e chiudere i rubinetti a piacimento, insomma. Per vedere realizzato il gasdotto - se alla fine, come molti credono, la firma arriverà - bisognerà aspettare ancora qualche anno: almeno fino al 2030. Quello che si sta muovendo in terra mongola, però, è un segnale della volontà di accelerare il più possibile la realizzazione.

 

putin e xi jinping

Gazprom ha già registrato nel Paese una propria succursale e avviato contatti con il governo di Ulan Bator per iniziare la costruzione di un primo tratto tra due anni. Pure la Cina vuole accelerare: buona parte del gas naturale che Pechino importa dall'estero passa dallo Stretto di Malacca, la "superstrada dei mari", e le tensioni nel Mar cinese meridionale, con le navi americane a pattugliare, suggeriscono di provare a costruire vie alternative in fretta.

 

XI JINPING E VLADIMIR PUTIN

Alleati, poi avversari, poi di nuovo ottimi vicini di casa, con Xi e Putin i due Paesi hanno formato una partnership economica, militare, geopolitica e perfino spaziale sempre più stretta (si parla da tempo di una nuova stazione internazionale di ricerca lunare sino-russa per fare concorrenza al progetto Artemis a guida americana).

 

Un rapporto, quello tra Mosca e Pechino, che è cambiato costantemente: dal cameratismo (geloso) di Mao con Stalin, alla scissione sino-sovietica e a una quasi guerra negli anni 60, al riavvicinamento negli anni 90 e 2000. Non un'alleanza, ma un avvicinamento cruciale.

 

putin xi

A cementare lo speciale rapporto - dopo anni di diffidenze e tensioni - quest' anno dovrebbe essere inaugurato il primo ponte ferroviario che collegherà la città cinese di Tongjiang con quella russa di Nizhneleninskoye, sul fiume ghiacciato dell'Amur, o l'Heilong come lo chiamano i cinesi.

 

Oltre duemila chilometri che sono un'arteria fondamentale per connettere l'estremo Nord-Est del Dragone con la ferrovia Transiberiana. Il ponte è pronto, se ne sta lì, in attesa che i due leader lo "battezzino". Un altro tassello di questa amicizia molto speciale.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."