grillo di maio di battista casaleggio

ATTENZIONE, CADUTA STELLE – "DIBBA" E LE SUE TRUPPE, DOPO LA TRANVATA DELLA LORO PUPILLA LARICCHIA IN PUGLIA, ATTACCANO DI MAIO: MA ORMAI L’ALLEANZA DEI GRILLINI CON IL PD NON È IN DISCUSSIONE - LUIGINO E GRILLO VANNO D’AMORE E D’ACCORDO E L’UNICO OBIETTIVO È ROMPERE L’ASSE CONTE-ZINGA - CI SARÀ LA SCISSIONE? PIÙ PROBABILE CHE SI VADA VERSO UNA LEADERSHIP COLLEGIALE. IL POVERO CRIMI DOPO AVER PRESO SCHIAFFI DA TUTTI È INFURIATO...

ALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIO

1 – M5S, SCISSIONE A UN PASSO DIBBA: SCONFITTA EPOCALE E DI MAIO GUARDA AL PD

Emilio Pucci per “il Messaggero”

 

La prima resa dei conti ci sarà domani all'assemblea dei gruppi parlamentari. Truppe già schierate e scissione dietro l'angolo. Al fianco di Di Maio, tornato a dettare la linea, c'è l'ala governista' che preme sulla convocazione sugli Stati generali al più presto (e non diluiti in più tappe), sul rafforzamento dell'alleanza con i dem (anche per le prossime amministrative e per le politiche) e su un organismo collegiale che possa prendere le redini del Movimento.

 

grillo fico di maio di battista

E se sarà lui a guidarlo occorrerà farlo per una sorta di acclamazione. «Non si torna indietro per nulla», avvertono chiaro e tondo i suoi. Dall'altra parte della barricata c'è Di Battista che ieri ha picchiato duro con chi leggi sempre Di Maio ha festeggiato per il Sì al taglio dei parlamentari, considerato che alle regionali «M5S ha subito la sconfitta più dolorosa della storia».

 

LUIGI DI MAIO SORRIDENTE PER IL RISULTATO DEL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI

Con Dibba ci sono gli ortodossi, esponenti del fu governo giallo-verde come Lezzi, Toninelli e Grillo, una quindicina di deputati e una piccola pattuglia al Senato dove però i numeri per la maggioranza sono già risicati. M5S è sull'orlo di un burrone tanto che in queste ore è tornato a farsi sentire il fondatore Grillo con telefonate e messaggi affinché si eviti la rottura interna e perfino il presidente della Camera Fico, che pur dando ragione a chi sottolinea come il Movimento abbia «perso le elezioni», invita ad un confronto sulle idee e non su chi debba essere al volante della macchina.

 

Vincenzo Spadafora Pietro Dettori Alfonso Bonafede Riccardo Fraccaro

Di Maio, dopo una cena con i fedelissimi Spadafora, Bonafede e Fraccaro, ieri è tornato a perorare la causa del «basta con la terza via». L'analisi parte dal modello Pomigliano' dove ha retto e così in altri comuni, soprattutto della Campania l'asse con i dem.

 

beppe grillo luigi di maio

«C'è stata una forte polarizzazione del voto. Lo schema a tre non ha funzionato. Dobbiamo tenere conto del fatto che dove siamo in coalizione spesso andiamo meglio nelle urne. E questo deve farci valutare anche intese con liste civiche», afferma il ministro degli Esteri che non ci sta a perdere tempo.

 

O-NE-STÀ

ALESSANDRO DI BATTISTA DAVIDE CASALEGGIO

Di fronte alla eventualità di una kermesse web guidata da Casaleggio i dimaiani sono pronti a ripetere lo slogan usato nelle piazze per gli avversari: «Onestà». Quell'onestà che questa la tesi manca a chi il riferimento è al figlio di Gianroberto vorrebbe un Movimento in mano agli attivisti con Di Battista nelle vesti di depositario del credo.

 

ALESSANDRO DI BATTISTA COMMENTA LA SCONFITTA DEL MOVIMENTO 5 STELLE ALLE REGIONALI

La terza carica ha invitato i duellanti a deporre le armi: «Occorre - il suo appello - mettere in discussione qualsiasi cosa per andare avanti, guardarci in faccia. Quando ci siamo detti queste cose, senza guerra tra bande e personalismi e egocentrismi, allora potremo intraprendere una strada». Gli Stati generali? «Siano permanenti, non uno spot».

 

La soluzione? «La responsabilità delle colpe e dei meriti è collettiva. Serve una governance collegiale. E io sono sempre disposto a dare una mano». Parole che pero' non abbassano la tensione. La lettura delle elezioni da parte di Di Battista è impietosa: «Abbiamo perso dovunque, abbiamo perso da soli e in alleanze». Inutile a suo dire parlare di leadership: «Per M5S è una questione di identità e di comunità. Abbiamo perso non solo i voti, ma gli attivisti. Senza di loro non resta niente».

 

CARLA RUOCCO ALESSANDRO DI BATTISTSA VIRGINIA RAGGI LUIGI DI MAIO

In questo caos, con Bugani esponente della vecchia guardia, vicino a Casaleggo e oggi al fianco di Raggi - che ci mette anche il carico da novanta («Non c'è nessun motivo di esultare, abbiamo perso due milioni di voti in 8 anni», afferma), finiscono nel mirino pure i ministri. «Non ci hanno portato neanche un voto», il refrain'dei malpancisti che si sentono tagliati fuori.

 

Il rimpasto fa gola a tutti ma aprire il cantiere della ristrutturazione del governo può essere pericoloso. Sarebbe meglio cercare di distribuire incarichi sul lato organizzativo alla Lezzi e ad altri, per depotenziare Di Battista. Sarà una guerra sui numeri, con il rischio scissione sempre più concreto.

 

VIRGINIA RAGGI E MAX BUGANI

2 – IL M5S VA A CONGRESSO TRA I VELENI DI BATTISTA: «È LA PEGGIORE SCONFITTA»

Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”

 

Il terremoto che ci si aspettava ci ha messo 24 ore ad arrivare ma poi ha scosso i 5 Stelle dalle fondamenta. E alla fine del movimento tellurico resta quel che è nell'aria da mesi, se non da anni: la sfida tra Luigi Di Maio, in corsa per tornare sulla tolda di comando, e Alessandro Di Battista, che prova a restare in partita.

 

È quella «guerra per bande» che Roberto Fico evoca poco dopo, per scongiurarla. Il giorno dopo la vittoria al referendum e la sconfitta alle Regionali, la sfida viene allo scoperto. Max Bugani, collaboratore di Virginia Raggi, parla di otto milioni di voti persi in due anni e spalleggia Di Battista: «A furia di selfini gaudenti faremo la fine di Narciso».

LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA BY LUGHINO

 

Di Maio continua a proporsi come leader di fatto, intestandosi la vittoria, denunciando gli errori di altri. E rivendicando la necessità delle alleanze. Poi ecco Di Battista entrare in scivolata con una diretta dirompente, nella quale critica «l'eccesso di esultanza» per la «più grande sconfitta della storia del M5S».

 

Spiega che hanno perso tutti, lui pure, chi si è alleato e chi no. Il passaggio più delicato è sulla leadership: «Una crisi identitaria non si risolve cambiando Tizio con Caio o facendo tornare Sempronio». Immagine plastica che si potrebbe tradurre con Tizio-Crimi, Caio-Di Battista e Sempronio-Di Maio. Spiega l'ex deputato che «puoi metterci anche De Gaulle, e non ne abbiamo, ma perdi lo stesso».

 

GIANNELLI - LA DANZA DEI 5 STELLE

Poi due riferimenti chiari a Di Maio: «La leadership forte c'è stata e abbiamo dimezzato i voti con la sconfitta epocale alle ultime Europee». Il leader, allora, era Di Maio. Ed è lui il ministro «campano» che, con altri, non ha frenato il crollo di Valeria Ciarambino (dimaiana). Di Maio è sconcertato. Ma come, si chiede, «Ale» aveva scritto un messaggio proprio ieri per dire che il sì al referendum era merito di Luigi, e poi se ne esce così? In realtà Di Battista i complimenti pubblici per il sì al referendum li ha fatti, ma a Riccardo Fraccaro.

 

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

Con tanto di autocritica perché lui non ci credeva. Dopo Di Battista parla Fico, che stigmatizza «personalismi ed egocentrismi». Di chi? Di Di Maio o di Di Battista? O di entrambi? Quello che unisce tutti, in realtà, è la decisione di mettere in piedi in fretta i famigerati Stati Generali, già ai primi di ottobre. Tutti chiamano al dibattito, al confronto. Dopo il grido di «onestà», ora è il turno di «identità! identità!». Tutti o quasi sono per la leadership collegiale. Molti, però, sospettano che Di Maio voglia fare il primus inter pares . Lui giura di no. Di Battista non avrebbe in mente nessuna scissione (non ne ha più le forze) e ci starebbe anche, a rientrare in partita.

luigi di maio vito crimi

 

Secondo Di Maio, quello che davvero non gli va giù è il richiamo all'alleanza con il Pd. Secondo altri, lo stesso ministro non sarebbe affatto convinto dell'alleanza e la userebbe solo in chiave tattica. Quel che è probabile è che si andrà a una leadership collegiale. Si fanno già i nomi. Dentro Di Maio, Di Battista, Paola Taverna (che ha stretto un patto di ferro con Di Maio), Carla Ruocco e un uomo di Fico.

DI MAIO DI BATTISTA

 

Prima è possibile un organo di traghettatori, magari già deciso giovedì con la congiunta. E Crimi? È infuriato, stufo di essere preso a schiaffi da tutti. Compreso Casaleggio, che ha fallito il blitz (evocato da Di Battista), cioè un voto anticipato del leader su Rousseau. Proprio per questo, in molti ora temono una sorpresa dal figlio del fondatore.

 

 

Ultimi Dagoreport

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…