paola de micheli carlo bertazzo ponte morandi autostrade

AUTOSTRADE RIUSCIRÀ A SFUGGIRE ALLE CAUSE PER IL PONTE MORANDI? ''C'ERA UN DIFETTO DI COSTRUZIONE'' - LA SOCIETÀ MANDA UNA LETTERA AL GOVERNO E PROVA AD ALLONTANARE IL CONTENZIOSO MILIARDARIO CHE STA BLOCCANDO LA VENDITA - TOTO, GAVIO E DOGLIANI HANNO MANIFESTATO INTERESSE, PURE SENZA MANLEVA: PER LORO CI SONO GROSSE SINERGIE, E PARTECIPEREBBERO VOLENTIERI ALLO SPEZZATINO. DE MICHELI È D'ACCORDO MA PATUANELLI VUOLE CHE CDP SI PRENDA TUTTA LA QUOTA DEI BENETTON E POI LA METTA SUL MERCATO IN UN SECONDO MOMENTO

 

CARLO TOTO

DAGONOTA - Atlantia ha ricevuto le manifestazioni d'interesse dei grandi e medi gruppi autostradali italiani: Gavio, Toto, Dogliani. Anziché vendere a Cdp, che pretende la manleva sulle cause civili legate al crollo del Ponte Morandi, potrebbe scegliere i rivali, che ovviamente possono godere di economie di scala e sinergie ben più importanti di un fondo di investimento o della Cassa depositi e prestiti, che al suo interno non ha il know-how per gestire un gigante simile.

 

le carcasse delle auto sotto il ponte morandi

Peraltro questi soggetti, pur di accaparrarsi la gallina dalle uova d'oro che ha garantito ai Benetton dividendi miliardari per 20 anni, sarebbero pronti a rinunciare anche allo scudo legale, e a rischiarsela. Il che fa capire quanto ancora valgano le quote.

 

beniamino gavio

L'Antitrust ha già fatto capire che Aspi andrebbe spezzettata tra questi gruppi, per non creare squilibri di mercato. L'alternativa in campo è che Cdp si prenda tutta la quota e poi si occupi di metterla sul mercato a fine pandemia, quando i caselli torneranno a ingolfarsi e il cash a scorrere nelle casse.

 

Nel governo ovviamente c'è scontro sul punto con la ministra De Micheli che propende per la soluzione spezzatino e il ministro Patuanelli che invece vuole la soluzione Cassa.

 

 

LETTERA DI ASPI AL GOVERNO "NEL PONTE MORANDI UN DIFETTO DI COSTRUZIONE"

Teodoro Chiarelli per “la Stampa

 

paola de micheli 2

Un grave difetto di costruzione nel ponte Morandi. Lo sostiene Autostrade per l'Italia in una clamorosa lettera inviata nei giorni scorsi al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e all'Anas e che è stata acquisita dalla Procura di Genova. Una vera e propria bomba che arriva alla vigilia del secondo incidente probatorio sul crollo del viadotto sul Polcevera che ha determinato la morte di 43 persone il 14 agosto del 2018.

 

AUTOSTRADE GRUPPO SIAS GAVIO

Sono in corso infatti i confronti di tipo tecnico fra i periti delle parti e del Gip proprio per determinare la causa del crollo in maniera condivisa da tutti. Così come è in corso anche il confronto fra i periti per individuare la causa scatenante del crollo, il cosiddetto «attivatore», posto che secondo Aspi sarebbe da escludere un cedimento strutturale del ponte. La prima udienza presso il tribunale di Genova è convocata il 4 dicembre.

 

elicoidale ponte morandi

Secondo quanto ricostruito da La Stampa, Aspi ha scritto al Mit in merito ad alcune evidenze sulla causa del crollo del Ponte Morandi che sarebbero emerse a seguito di analisi scientifiche condotte da diversi docenti universitari, nel corso degli ultimi due anni, per conto della società controllata da Atlantia, gruppo Benetton. In particolare, i periti avrebbero individuato un grave difetto nella costruzione del viadotto (il Ponte Morandi fu costruito da Condotte d'Acqua, tra il 1963 e il 1967, per conto dell'Anas dopo un bando di gara di appalto-concorso).

 

roberto tomasi autostrade per l'italia

Si tratterebbe di un grave difetto di una parte della struttura rimasto finora occulto e non diagnosticabile neppure dalle migliori tecnologie di monitoraggio presenti sul mercato. Il vizio sarebbe localizzato in un punto del viadotto ritenuto fondamentale per capire e definire le cause del crollo. Contestualmente Aspi ha inviato una lettera all'Anas informandola del presunto difetto occulto di costruzione riscontrato: questo al fine di interrompere da ogni punto di vista i termini di prescrizione per eventuali richieste risarcitorie.

patuanelli paola de micheli

 

Anas, infatti, è il committente della costruzione del Ponte Morandi e l'ente che, successivamente, l'ha affidato alla concessionaria autostradale. E' evidente che per Aspi questa scoperta, che giunge dopo due anni di analisi e verifiche tecniche, potrebbe avere effetti rilevanti sulla sua vicenda giudiziaria e sul tema della revoca minacciata dal governo: una misura che secondo la società controllata da Atlantia avrebbe conseguenze devastanti per la stessa sopravvivenza del gruppo. Il premier Giuseppe Conte il 30 settembre ha dato 10 giorni di tempo al gruppo che fa capo ai Benetton per accettare le condizioni del governo. Ormai ci siamo. Intanto Atlantia ha raccolto 13 manifestazioni di interesse di società interessate a subentrare in Aspi sulla base del percorso «dual track».

riccardo toto 2AUTOSTRADE GRUPPO SIAS GAVIOGiuseppe Conte Fabrizio PalermoBeniamino Gavio

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)