calderoli autonomia differenziata

AVANZA IL DOPPIO FRONTE CONTRO L’AUTONOMIA – SONO STATE RAGGIUNTE LE 500 MILA FIRME DIGITALI NECESSARIE PER LA PRESENTAZIONE DEL REFERENDUM PER ABROGARE LA LEGGE SULL'AUTONOMIA DIFFERENZIATA – CONTEMPORANEAMENTE, SEGUENDO L’ESEMPIO DELLA PUGLIA, LA SARDEGNA HA IMPUGNATO LA RIFORMA LEGHISTA DI FRONTE ALLA CORTE COSTITUZIONALE: LA DELIBERA CONTENENTE IL RICORSO È STATA APPROVATA DALLA GIUNTA GUIDATA DALLA GRILLINA ALESSANDRA TODDE. E ANCHE LA TOSCANA SI APPRESTA A FARE LO STESSO...

 

ANCHE LA TOSCANA RICORRE ALLA CONSULTA CONTRO L'AUTONOMIA 
(ANSA) -
Anche la Regione Toscana ricorre alla Corte costituzionale contro il Governo per la dichiarazione di illegittimità costituzionale della legge n.86 del 2024, concernente le disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario. Lo rende noto la stessa Regione spiegando che "a presentare il ricorso sarà il presidente Eugenio Giani in una conferenza stampa che si terrà" domani a Firenze.

 

REFERENDUM AUTONOMIA, SUPERATE LE 500MILA FIRME ONLINE: “RISULTATO STRAORDINARIO”. E ANCHE LA SARDEGNA IMPUGNA LA LEGGE ALLA CONSULTA

Estratto dell’articolo di www.ilfattoquotidiano.it

 

RACCOLTA FIRME CONTRO L AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Supera il mezzo milione di firme digitali il quesito referendario per abrogare la legge sull’autonomia differenziata. Sulla piattaforma online del ministero della Giustizia, inaugurata a fine luglio, il contatore delle sottoscrizioni alle 14:30 del 21 agosto segna 500.329: un numero che sarebbe sufficiente anche da solo a superare il quorum di cinquecentomila firme richiesto per proporre referendum di iniziativa popolare.

 

Quella soglia, però, è stata oltrepassata già dal 31 luglio grazie al contributo dei banchetti, organizzati da sindacati, associazioni e partiti di opposizione che hanno depositato il quesito (solo la Cgil ha già certificato 164.711 firme “tradizionali”).

 

alessandra todde 5

Nel frattempo, seguendo l’esempio della Puglia, anche la Sardegna ha scelto di impugnare la legge di fronte alla Corte costituzionale: la delibera di 55 pagine contenente il ricorso è stata approvata mercoledì dalla giunta regionale dell’isola, guidata dalla pentastellata Alessandra Todde.

 

Si moltiplicano così i fronti della battaglia legale contro il provvedimento voluto dal ministro leghista delle Autonomie Roberto Calderoli, che detta il quadro normativo dei futuri accordi tra Stato e Regioni a statuto ordinario per la devolution di competenze su 23 materie, tra cui la tutela della salute.

 

“Sono orgogliosa che la Sardegna sia capofila in questa battaglia, in difesa di chi ha di meno e contro la volontà di questo governo di aumentare una disparità inaccettabile tra i territori”, dichiara Todde.

 

matteo salvini roberto calderoli

Il Coordinamento per la democrazia costituzionale, soggetto promotore del referendum, festeggia invece il superamento di quota cinquecentomila firme online: “L’obiettivo è stato raggiunto e superato. Continuiamo a firmare e far firmare e con una valanga di firme dimostriamo che i cittadini e le cittadine italiane questa legge “spezzatino” non la vogliono“, scrive il comitato in un post sui social, celebrando “un risultato davvero straordinario, e per certi versi inaspettato per la sua rapidità, peraltro conseguito in pieno agosto, un mese per nulla favorevole a questo genere di iniziative.

 

[...]

 

RACCOLTA FIRME CONTRO L AUTONOMIA DIFFERENZIATA

A queste vanno aggiunte le centinaia di migliaia di firme raccolte nei banchetti che abbiamo organizzato capillarmente in tutte le Regioni, queste sì da certificare una per una, cosa che ovviamente faremo con il massimo rigore”, spiega ancora il comitato in una nota. Per il definitivo via libera al referendum, però, bisognerà attendere la dichiarazione di ammissibilità del quesito, affidata alla Consulta che dovrà verificare il rispetto dei parametri dettati dalla Costituzione all’articolo 75 (“Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali”). [...]

RACCOLTA FIRME CONTRO L AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…