ursula von der leyen giuseppe conte

PER AVERE I SOLDI, VEDERE CAMMELLO - PER ACCEDERE AL RECOVERY FUND, L’ITALIA DEVE PRESENTARE UN DOCUMENTO DI CENTINAIA DI PAGINE: VANNO INDICATI PROGETTI PRECISI E PER CIASCUNO VANNO PRECISATI SCOPI, LOGICHE, COSTI, RENDIMENTI ATTESI, STRUMENTI, TEMPI DI REALIZZAZIONE, CONDIZIONI DI CORNICE PER RISPETTARE QUEI TEMPI, IMPATTI STIMATI SULL'ECONOMIA. MA ANCORA NON C'È LA TASK FORCE PER SCRIVERE IL PIANO CHE VA PRESENTATO ENTRO IL 15 OTTOBRE…

Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN

Le condizioni a volte possono riguardare anche chi le invoca per gli altri. E per l'Olanda saranno dure da rispettare almeno tanto quanto lo sono per l'Italia. Da settimane Mark Rutte insiste per rafforzare al massimo il proprio controllo sugli esborsi del Recovery Fund: il premier dell'Aia esige che un gruppo ristretto di governi, se non un governo solo, abbia il potere di bloccare i versamenti a un Paese beneficiario se quest' ultimo non avrà attuato certe riforme indicate a Bruxelles.

 

Ma questo vale per l'Olanda così come per gli altri 26 Paesi dell'Unione europea ed è qui che Rutte sarà messo alla prova. Anche lui dovrà adeguarsi alle «raccomandazioni» della Commissione per ricevere la quota dei fondi che gli spetta. Nel caso dei Paesi Bassi, ecco alcune delle richieste presentate da Bruxelles: «Correggere pienamente le caratteristiche che agevolano la pianificazione fiscale aggressiva» e «garantire la vigilanza e l'applicazione efficaci del quadro antiriciclaggio».

 

giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles

In sostanza si chiede agli olandesi di smantellare il paradiso fiscale che gestiscono da anni all'interno dell'area euro; quindi di fare di più per contrastare la circolazione di denaro sporco nel sistema finanziario. Vedremo nei prossimi anni se sarà più facile rispettare queste condizioni o quelle indicate all'Italia: un'amministrazione più efficiente, una giustizia civile più rapida. Vedremo nei prossimi mesi anche se i parlamenti di Olanda, Finlandia o magari anche solo il parlamento regionale delle Fiandre resisteranno alla voglia di bloccare la ratifica del Recovery Fund per estrarre nuovi poteri, maggiore benefici o anche solo per ripicca.

 

MARK RUTTE ANGELA MERKEL

E naturalmente vedremo nei prossimi giorni se un compromesso su questi temi è realmente alla portata. Di certo Merkel sembra così decisa che il vertice di venerdì potrebbe prolungarsi fino a domenica, con i leader dei Ventisette bloccati al tavolo di Bruxelles finché non si mettono d'accordo. Per il momento il Recovery Plan resta un cantiere aperto. E l'incertezza sulla proposta da 750 miliardi è ancora così alta che il premier, i ministri e i partiti in Italia riescono ancora a dissimularsi nel gran disordine sotto al cielo d'Europa.

 

MERKEL RUTTE

Ma presto, una a una, le pietre dell'edificio andranno a posto e la polvere si depositerà. Allora si inizierà a vedere ciò che sta accadendo in Italia e soprattutto ciò che non sta accadendo. In quest' ultima categoria - le «prove silenti», quelle che si notano per la loro assenza - va iscritta una delle vicende più singolari nella vita della maggioranza nell'ultimo mese. Perché tutti sanno che il governo fra poche settimane sarà chiamato a una prova insolita.

 

Per accedere al Recovery Fund va presentato un documento di centinaia di pagine, che deve andare molto oltre i buoni propositi iscritti nel Piano nazionale di riforme appena mandato a Bruxelles. Vanno indicati progetti precisi e per ciascuno vanno precisati scopi, logiche, costi, rendimenti attesi, strumenti, tempi di realizzazione, condizioni di cornice per rispettare quei tempi, impatti stimati sull'economia.

RUTTE KURZ MERKEL

 

Tra poco non sarà più il tempo dei libri dei sogni ma di « template », modelli di opere da realizzare compilati in base a criteri che la Commissione sta per indicare. Questo lavoro di lunga e dettagliatissima progettazione va presentato entro il 15 ottobre, per investimenti pubblici supplementari nell'ambiente o nell'innovazione da 150-170 miliardi in tre anni grazie ai nuovi fondi europei. A titolo di confronto, oggi l'Italia spende in questa categoria circa 40 miliardi l'anno: dovrà più che raddoppiare e farlo bene, perché non passerà più un'altra occasione come questa per salvare il Paese dal declino quarantennale che lo affligge. Bene, uno immaginerebbe che di fronte a una sfida del genere sia tutto un brulicare di preparativi. Ma immaginerebbe male.

 

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO ANGELA MERKEL BY OSHO

Il «piano per fare un piano», l'idea di un gruppo di lavoro interministeriale che prepari il progetto, da un mese resta chiuso (e piuttosto segreto) in un cassetto del ministero dell'Economia. Le competenze non vengono messe all'opera, i progetti non finiscono nero su bianco.

 

C'era un'idea di collocare questa «task force» nel Comitato interministeriale per gli Affari europei (presieduto dal premier), ma per ora è svanita nel nulla: la delegazione del Movimento 5 Stelle, a quanto pare, non si fida di tutto questo gran pianificare; fra i pentastellati c'è chi avrebbe suggerito di farsi dare i soldi europei per finanziare spese già esistenti, dimostrando così di non aver capito cos' è il Recovery Plan.

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

 

E intanto il tempo passa, invano. Qualcuno al ministero dell'Economia, forse per disperazione, ha finito per consultarsi con gli esperti di McKinsey, che si sono offerti di aiutare senza compenso. Sono fra i migliori. Ma neanche loro possono compensare un vuoto di iniziativa, se è un problema politico.

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…