giorgia meloni sergio mattarella

AVVISATE MATTARELLA! MELONI VUOLE SPACCHETTARE IL MINISTERO ALLE PARI OPPORTUNITÀ E FAMIGLIA: L'OBIETTIVO È SCORPORARE LE DELEGHE E CREARE UN MEGA-DICASTERO SENZA PORTAFOGLI CON PARI’ OPPORTUNITA’, AFFARI GIOVANILI, SPORT DA AFFIDARE ALLA FEDELISSIMA CHIARA COLOSIMO - EPPURE L'ACCORPAMENTO DELLE PARI OPPORTUNITÀ CON LA FAMIGLIA, NATO CON IL GOVERNO CONTE 2, FU VOLUTO FORTISSIMAMENTE DAL PRESIDENTE MATTARELLA E POI CONFERMATO DA MARIO DRAGHI…

Giovanna Vitale per repubblica.it

 

giorgia meloni.

Al di là delle parole, pronunciate nei comizi o vergate nei programmi elettorali, contano i fatti. E i fatti al momento dicono che la prima donna presidente del Consiglio mai incaricata in Italia - a proposito, Giorgia Meloni vorrà essere chiamata presidentessa, oppure declinata al maschile? - non ha fra le priorità né le politiche di genere né le pari opportunità. Come se la sua incredibile ascesa nell'agone politico, tradizionalmente maschilista e a tratti persino misogino, potesse assorbire tutto, derubricando a questioni di poco conto le decennali battaglie e i tanti progetti in cantiere per una vera eguaglianza fra i sessi.

 

CHIARA COLOSIMO

Andrebbe in questa direzione la decisione di rimodulare le deleghe di governo e di fatto cancellare il dicastero alle Pari Opportunità e Famiglia. Nel disegno che la futura premier si appresterebbe ad attuare, infatti, la prima delega verrebbe scorporate dalla seconda (che resterebbe un ministero a sé stante) per essere associata - udite udite - agli Affari giovanili e allo Sport. Un mix di competenze talmente eterogeneo da risultare di difficile gestione. A meno di non volerne trascurare qualcuna.  

 

Eppure l'accorpamento delle Pari Opportunità con la Famiglia, nato con il governo Conte 2, fu voluto fortissimamente dal presidente Mattarella e poi confermato da Mario Draghi. Da sempre convinto, il capo dello Stato, che "ancor oggi vi sono ostacoli e disparità nell'accesso al lavoro, nella retribuzione, nella mobilità", come ebbe a dire in un celebre discorso l'8 marzo di quattro anni fa. E siccome "talvolta gli ostacoli rendono difficile la conciliazione con i tempi di cura della famiglia", mettere insieme le due materie sarebbe stato il modo migliore per promuovere una legislazione efficace a favore delle donne.

 

 

 

GIOVANNI DONZELLI CHIARA COLOSIMO

Spiega la ministra uscente Elena Bonetti: "Fu proprio Mattarella a cogliere la necessità strategica di portare avanti la parità di genere anche attraverso le politiche familiari per abbattere le discriminazioni, che ancora oggi purtroppo esistono e fanno sì che una donna debba scegliere se essere lavoratrice o madre. Senza una sinergia fra queste deleghe probabilmente non avremmo potuto approvare il Family Act, del quale vanno ora messi a punto i decreti attuativi. Smontare un sistema che funziona mi pare una scelta grave, che rischia di penalizzare non solo le donne ma pure la comunità Lgbtq perché è proprio da qui che passano tutti gli interventi contro la discriminazione di genere".

 

 

SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI MEME

Evidentemente, però, Meloni è di diverso avviso. E sembra abbia tutta l'intenzione di creare un mega-dicastero senza portafogli - Affari giovanili, Sport e Pari Opportunità - da affidare a una fedelissima che, per tenacia e storia politica, sembra il suo clone: la neo-deputata di Fratelli d'Italia Chiara Colosimo. Classe 1986, l'ex consigliera regionale del Lazio è una predestinata: non solo perché prenderà la stessa delega (alla Gioventù) dalla quale la "cara leader" cominciò la cavalcata nelle istituzioni nazionali, dopo una gavetta nelle amministrazioni locali.

 

Per la ministra in pectore, Giorgia è un modello da seguire fin dal liceo, quando - 19 anni orsono - si fece eleggere rappresentante d'istituto al Convitto Nazionale di Roma e incontrò la squadra di Azione studentesca, che allora lavorava nella sezione della Garbatella in cui Meloni militava. Da lì è stato un attimo: prima si prende la guida di Azione giovani, i pulcini di Alleanza nazionale; quindi, a 24 anni entra in consiglio regionale; diventa presto uno dei motori di FdI nel granaio laziale e poi responsabile di Atreju, l'annuale festival della destra italiana all'ombra del Colosseo che è servito a Meloni per crescere e intessere relazioni. Averne infine ereditato il collegio elettorale di Latina è dunque molto più d'una investitura.

 

mattarella meloni

Ora toccherà a questa sorella d'Italia 36enne occuparsi di parità di genere: a patto che gliene resti il tempo, fra una promozione delle attività sportive e una iniziativa a favore dei giovani. Che poi il rischio è sempre lo stesso: dimenticarsi delle donne. Per Meloni, la prima in assoluto che è riuscita a varcare la soglia di Palazzo Chigi, sarebbe un peccato davvero capitale.

 

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."