BANANA POWER - BERLUSCONI È CONVINTO DI AVERE IN PUGNO RENZI SUL QUIRINALE: SENZA DI LUI, NON SI VOTA NESSUNO. PUNTA DRITTO SU AMATO, ALTRIMENTI CASINI. E ODIA I “CATTO-COMUNISTI” ALLA MATTARELLA

Più cresce la fronda Civati-Vendola contro Renzi, più sale il potere del Cav. Che però boccia Castagnetti, Delrio e Gentiloni - Nel weekend tratteranno i colonnelli Lotti e Verdini, ma lunedì si vedranno a quattrocchi Matteo e Silvio. Che chiederà la riabilitazione dalla condanna e decreto fiscale...

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Ugo Magri per “La Stampa

 

renzi con la bandana in testa come berlusconi renzi con la bandana in testa come berlusconi

Berlusconi adesso si sente più forte e, probabilmente, lo è. Nella condizione quasi insperata di dire la sua sul dopo-Napolitano. Rispetto a poche settimane fa, quando sembrava pronto a tutto pur di non disturbare il manovratore, il Cav mostra un altro piglio, ostenta anche in privato ben altra tranquillità. Pensa di essere tornato «incontournable», persona della quale sarà impossibile fare a meno.

 

Inaggirabile

Chiedendogli aiuto, addirittura pretendendolo sulla legge elettorale, Matteo si è messo nelle mani di Silvio. Doppiamente, sostengono a Forza Italia: perché ha acceso un debito nei confronti del Cav, il quale ora può rinfacciargli «io sono stato leale, tocca a te ricambiare». E poi perché il premier non ha più ruote di scorta né soluzioni politiche di ricambio. Dopo aver rotto con la «Ditta» Bersani-D’Alema, Renzi dovrà appoggiarsi per forza su Alfano e su Berlusconi.

 

berlusconi renzi grazie amore berlusconi renzi grazie amore

Più cresce la fronda a sinistra, più quei due risultano decisivi nel voto sul Colle. Ieri Vendola ha chiamato a raccolta i nemici del Nazareno, inteso come patto. Lungi dall’allarmarsi, il mondo berlusconiano se ne compiace perché i numeri sono numeri, Forza Italia insieme con gli alfaniani controlla 200 grandi elettori. Senza di loro il quorum è un miraggio.

 

L’asse con Ncd

sergio mattarella sergio mattarella

Per ora regge, anzi si consolida. Giura solennemente Toti: «Condivideremo le nostre scelte con Area Popolare, e consideriamo l’elezione presidenziale come l’avvio di un percorso comune che guarda lontano». Senza vecchio e nuovo centrodestra, ecco la convinzione, il premier non andrà da nessuna parte. «È lui che ha tutto da perdere, lui che rischia una brutta fine», fanno spallucce ad Arcore. Dove sono sicuri che Renzi «non sarà così pazzo da tirarci un bidone. Se ci provasse, finirebbe in un mare di guai perché Alfano ha la “golden share” del governo, noi quella delle riforme...».

 

Il prezzo del Cav

Cresce di ora in ora. Dicono quelli al corrente degli sviluppi che una candidatura Pd verrebbe accolta con grandi risate e rispedita al mittente. Berlusconi punta dritto su Amato e va sostenendo che «Renzi non mi ha detto di no, per cui io mi aspetto un sì». In subordine Silvio gradirebbe Casini (la vecchia bandiera Martino verrà spesa, se sarà necessario, nelle prime votazioni che richiedono un quorum irraggiungibile).

 

GIULIANO AMATO E ROMANO PRODI GIULIANO AMATO E ROMANO PRODI

Pollice verso nei confronti di tutti i personaggi appartenenti alla filiera sprezzantemente etichettata come «catto-comunista». Dunque pessima accoglienza riceverebbe un giurista rigoroso e serio come Mattarella. Gelo per Castagnetti. Freddezza sull’altro reggiano Delrio. Tanti dubbi su Gentiloni, che ai tempi di Prodi voleva mettere i tetti alla pubblicità Mediaset... Acqua passata, comunque: Confalonieri lo stima.

GRAZIANO DELRIO GRAZIANO DELRIO

 

Il vero obiettivo

È la pretesa solita: riabilitazione completa dalla condanna, con annessa possibilità di ricandidarsi alle elezioni nonostante la legge Severino. Il decreto fiscale, col famoso «bonus» per chi froda meno del 3 per cento, aveva aperto il cuore a Berlusconi, curioso adesso di capire se il governo intende cancellarlo oppure no. L’uomo è tutt’altro che sprovveduto.

 

Vedrà il premier martedì; però lui desidera definire ogni cosa in anticipo, perché dalla risposta di Renzi dipenderà l’atteggiamento sul Quirinale, più o meno intrattabile, dipende. Weekend che si preannuncia di fuoco per Verdini in costante contatto con Lotti (alter ego del premier). Lunedì i due si vedranno perché su certe cose è buona regola litigare a quattr’occhi, senza il maresciallo che ascolta.

LOTTI E VERDINI LOTTI E VERDINI

 

 

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