draghi

È BASTATA LA PRIMA CONFERENZA STAMPA PER VEDERE L’ABISSO POLITICO CHE SEPARA DRAGHI DA UN CONTE CASALINO – SUL CONDONO DELLE CARTELLE, HA SAPUTO IMPORSI SUL SOLITO PAROLAIO SALVINI: “UNO STATO CHE HA PERMESSO L'ACCUMULO DI MILIONI E MILIONI DI CARTELLE CHE NON SI POSSONO ESIGERE, È CHIARO CHE NON FUNZIONA: BISOGNA CAMBIARE QUALCOSA” – SUI VACCINI HA MESSO AL MURO LA MERKEL E L’UE: ‘’BISOGNA ESSERE PRATICI, SI CERCA DI STARE INSIEME MA QUI SI TRATTA DELLA SALUTE, SE IL COORDINAMENTO EUROPEO FUNZIONA BISOGNA SEGUIRLO, SE NON FUNZIONA BISOGNA ANDARE PER CONTO PROPRIO”

Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

draghi

 

Una domanda personale, le pesa essere considerato un salvatore della Patria? Sorriso. Risposta distesa. «Si è personale, ma le aspettative su di me non mi pesano, mi auguro che le future delusioni non siano pari all' entusiasmo che c' è oggi, questo è il minimo che mi aspetto».

 

Altra domanda in qualche modo personale, lei vuole fare il presidente della Repubblica? Quando termina il suo governo? Altro sorriso, sempre a suo agio, altra risposta concessa volentieri: «L' orizzonte temporale nel quale si muove il governo lo decide il Parlamento. Il modo in cui io considero il lavoro è fare il più possibile e il più rapidamente possibile. Ma solo il Parlamento definisce l' orizzonte temporale».

DRAGHI

 

Mario Draghi illustra il decreto Ristori, afferma che i 32 miliardi di misure economiche «sono il massimo che abbiamo potuto fare», prevede un altro scostamento di bilancio, si dice consapevole che «al momento sono risposte parziali», promette che la filosofia del provvedimento «è procedere con più fondi a tutti e risarcimenti più velocemente possibile», sia verso i lavoratori che verso le imprese.

 

Ma è anche la prima conferenza stampa, una sorta di debutto, da quando ha giurato in Parlamento, e in questo caso il capo del governo in qualche modo rompe il ghiaccio con i media italiani, accetta volentieri tutte le domande, si concede più volte il dono dell' ironia.

Mario Draghi visita il centro vaccinale anti Covid dell'aeroporto di Fiumicino

 

Quello sulle cartelle è un condono? «Un condono su cartelle di 10 anni fa e per cui abbiamo limitato molto l' importo complessivo». Era necessario? «È chiaro che sulle cartelle lo Stato non ha più funzionato, uno Stato che ha permesso l' accumulo di milioni e milioni di cartelle che non si possono esigere: bisogna cambiare qualcosa». Senza il provvedimento di stralcio «in un paio di anni avremmo avuto ancora milioni di cartelle da dover esigere».

 

Cosa non ha funzionato a livello europeo, la Germania ha preso una decisione politica sulla sospensione del vaccino di AstraZeneca? È possibile dare il via libera al vaccino russo Sputnik a livello nazionale?

«Non c' è stato alcun interesse specifico tedesco. Bisogna essere pratici, si cerca di stare insieme ma qui si tratta della salute, se il coordinamento europeo funziona bisogna seguirlo, se non funziona bisogna andare per conto proprio».

 

GIUSEPPE CONTE VENDITORE DI CALDARROSTE

E questo vale anche per il rapporto fra Stato e Regioni, per l' accelerazione della campagna di vaccinazione. Draghi è diretto, non usa metafore: «Le Regioni vanno in ordine sparso e questo non va bene. Noi andiamo forte a livello nazionale ma le Regioni sono molto difformi, alcune arrivano al 25% e altre al 5%: sono difformi nei criteri e nella capacità di somministrare i vaccini». E quindi bisognerà intervenire, anche se «riscontro un' ottima volontà di collaborazione reciproca» .

 

Così com' è soddisfatto del primo Cdm, iniziato con più di due ore di ritardo, che ha comunque visto a tratti le forze politiche divise, almeno sul fisco e sullo stralcio delle cartelle: «Abbiamo cercato di condividere le diverse esigenze e per me è stata una riunione che è andata molto bene».

DRAGHI

 

Si è trovata una mediazione, la Lega in primo luogo ha puntato i piedi per un provvedimento di stralcio il più ampio possibile. Ma anche qui Draghi minimizza: «Tutti hanno bandiere identitarie, si tratta ora di chiedersi quali di queste bandiere abbiano un senso e a quali si può rinunciare senza fare un danno alla propria identità e all' Italia».

 

Poi di nuovo sull' emergenza sanitaria e sugli obiettivi che si prefigge il governo: «Abbiamo subito solo un lieve rallentamento, ma contiamo di rispettare i programmi. E per quel che mi riguarda la scuola sarà la prima a riaprire quando la situazione dei contagi lo permetterà, riprendendo perlomeno la frequenza scolastica fino alla prima media».

 

CONTE CASALINO

Si discute anche di Mes, i Fondi europei per le spese sanitarie che hanno tanto diviso il governo Conte. Anche in questo caso la risposta evoca l' esigenza di pragmatismo: «Durante le consultazioni preliminari mi è stato chiesto da molti partiti cosa pensassi del Mes, ho risposto che occorre anche in questo essere pragmatici: al momento il livello dei tassi di interessi è tale che prendere il Mes non è prioritario».

 

In più «è essenzialmente investito nella sanità, quando avremo un piano sanità condiviso dal Parlamento e dall' opinione pubblica e dal governo allora ci chiederemo se vale la pena, prenderlo senza avere un piano può significare buttare via i soldi».

MARIO DRAGHI

 

E infine ancora una domanda sui vaccini, c' è fiducia che anche su AstraZeneca, «prevarrà la razionalità degli italiani», e per quanto riguarda lui, «non ho ancora fatto la prenotazione, ma la mia classe di età è entrata» tra quelle che possono accedere alle vaccinazioni, quindi «lo farò e farò AstraZeneca, certo. Mio figlio l' ha fatto l' altro ieri a Londra, non c' è nessun dubbio, nessuna prevenzione».

draghi g7draghiMARIO DRAGHI ALLA CAMERASEI BELLA COME IL Whatever it takes di mario draghi draghi conteMARIO DRAGHImario draghimario draghi 2GIUSEPPE CONTE E ROCCO CASALINO - MEMEconte casalinoCONTE CASALINORoccobello Conte Casalino draghi

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...