mario draghi carlo bonomi

BASTERANNO ALTRI 4 MILIARDI DI EURO PER FERMARE GLI AUMENTI DELLE BOLLETTE? OGGI IL CDM VARERÀ LE NUOVE MISURE CONTRO GLI AUMENTI DELL’ENERGIA – IERI INTANTO DRAGHI HA INCONTRATO CARLO BONOMI A PALAZZO CHIGI. LO SCENARIO HORROR DEL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA: “CI SONO INTERE FILIERE CHE QUEST' ANNO PAGHERANNO PER L'ENERGIA QUATTRO VOLTE QUELLO CHE PAGAVANO PRIMA DELLA CRISI” – LE SOLUZIONI: IL RADDOPPIO DELLA PRODUZIONE DI GAS ENI E…

1 - ALLE BOLLETTE 4 MILIARDI, AI RISTORI 1,5. ECCO LE MISURE IN CDM

Da www.ilsole24ore.com

MARIO DRAGHI CARLO BONOMI

 

Le misure che il Governo metterà in campo per ridurre gli aumenti delle bollette avranno un valore complessivo di almeno 4 miliardi di euro. Secondo quanto si apprende mentre i tecnici sono ancora al lavoro sui dettagli, nel provvedimento ci sarebbe il rinnovo delle aste delle CO2 e anche la riduzione degli oneri di sistema attraverso la cartolarizzazione di una parte di essi.

 

caro bollette

La prima misura dovrebbe valere 1,5 miliardi, la seconda 2,5. Gli interventi varranno anche per le imprese. Per i sostegni ai settori in difficoltà arriva un decreto Sostegno ter, con uno stanziamento di circa 1,5 miliardi.

 

Cabina di regia, poi il Cdm

Alle 9 di venerdì 21, secondo quanto si apprende, si terrà la cabina di regia tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e i capi delegazione della maggioranza sulle misure da mettere in campo contro i rincari delle bollette e sui ristori per le attività colpite dalle restrizioni anti-Covid. A seguire si dovrebbe tenere il Consiglio dei ministri, che al momento non è ancora stato convocato.

CARO ENERGIA - ANDAMENTO PREZZI GAS E ELETTRICITA

 

In arrivo 360 milioni per discoteche, piscine, tessile

Aiuti per circa 360 milioni a una serie di attività in crisi per le restrizioni, dalle discoteche alle piscine fino alla filiera del tessile: secondo quanto si apprende da fonti di governo, tra le misure messe a punto dal Mise per il nuovo decreto coi ristori ci saranno 200 milioni nel 2022 per le attività maggiormente impattate e altri 160 milioni che andranno in parte a rifinanziare il fondo ad hoc per il sostegno di queste attività e in parte ad altri meccanismi di aiuto come il credito di imposta.

 

MARIO DRAGHI CARLO BONOMI.

Guerra: solo un primo intervento

Il decreto sostegni all’ordine del giorno del Consiglio è «un primo intervento» che «deve essere fatto con risorse a disposizione», senza ricorrere a scostamenti. «La selezione degli strumenti è pensata per arrivare il prima possibile a destinazione, si farà ricorso a strumenti già utilizzati, potrebbe essere il credito agli affitti o la riduzione dell’Imu, un sostegno attraverso il rifinanziamento di fondi esistenti e un intervento per facilitare, dove necessario, il ricorso alla cassa integrazione». Così la sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra, a parlando in particolare delle misure a favore del turismo.

 

maria cecilia guerra.

2 - GAS CALMIERATO ALLE IMPRESE SI VA VERSO IL RADDOPPIO DELLA PRODUZIONE DELL'ENI

Alessandro Barbera per "La Stampa"

 

Dopo giorni di contatti per discutere dell'unica scadenza che appassiona la politica - il voto sul Colle - alle nove di stamattina Mario Draghi riunisce la sua maggioranza per affrontare un problema serissimo per gli italiani: il caro energia.

 

Ieri il premier ne ha discusso a lungo con il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, salito al piano nobile di Palazzo Chigi con l'intento preciso di terrorizzarlo. «Al Nord ci sono intere filiere che quest' anno pagheranno per l'energia quattro volte quello che pagavano prima della crisi», ha spiegato Bonomi.

 

CARO BOLLETTE GAS

Acciaio, vetro, carta, cemento, ceramica: c'è chi ritocca i listini, con il rischio di finire fuori mercato, e chi sta riorganizzando i turni per consumare nelle ore in cui l'energia costa meno. Chi non ce la fa, riduce la produzione o fa domanda di cassa integrazione. Per tamponare la situazione, il presidente degli industriali ha prospettato a Draghi tre soluzioni.

 

La prima, la più rapida: il trasferimento in via preferenziale alle aziende energivore di parte della produzione nazionale delle rinnovabili. Il passaggio avverrebbe ad un prezzo predeterminato da parte del gestore della rete. La seconda: il raddoppio della produzione di gas Eni in Italia da quattro a otto miliardi di metri cubi l'anno.

 

claudio descalzi

Anche in questo caso l'intervento verrebbe agevolato dalla firma di contratti di cessione dell'energia a prezzi predeterminati. E la terza: una estensione dei benefici fiscali per i contratti energetici delle imprese. Il governo dovrebbe accogliere le prime due richieste, più difficile la terza. Ieri sera non era ancora chiaro cosa avrebbe trovato spazio nel decreto che verrà approvato oggi.

 

Per la prima volta dall'inizio della pandemia il governo non ha molto a disposizione. Tre, forse quattro miliardi di euro, con i quali garantire i ristori anti Covid per discoteche, turismo, attività sportive e settore degli eventi, il resto per il caro energia. Nei ministeri si dà per scontato un intervento in due tempi, prima e dopo il voto sul Quirinale. Si discute da giorni di una tassa sugli extraprofitti del settore e ad un aumento del deficit.

 

CARO BOLLETTE

Nessuna delle due soluzioni sarà però varata oggi: ci sono difficoltà a scrivere una norma che non venga tacciata di incostituzionalità, e mancano le condizioni politiche per chiedere a Bruxelles nuove spese dopo una manovra da trenta miliardi. Insomma, la grana non verrà risolta nemmeno oggi. Bonomi, di fronte ad un Draghi curioso e stupito, ha spiegato di essere scettico su un calo dei prezzi a primavera.

 

Basta dare un'occhiata all'andamento dei cosiddetti futures su gas e petrolio. Il greggio, nonostante i proclami di Greta, resta il termometro di quel che avviene sui mercati: la qualità Brent ieri si è avvicinata a novanta dollari il barile, il Wti ha raggiunto gli 86. Gli analisti dicono che tornerà presto a costare cento dollari il barile, un livello che non si vedeva da dieci anni.

 

daniele franco mario draghi conferenza stampa sulla manovra

In attesa di fare scelte più coraggiose, il gettito per finanziare i ristori e il caro energia arriverà essenzialmente da due voci: le aste per le emissioni di anidride carbonica (circa 1,5 miliardi) e dalla cartolarizzazione di parte dei cosiddetti oneri di sistema, ovvero di ciò che si paga in bolletta per finanziare le energie rinnovabili.

 

I partiti si siederanno al tavolo scontenti, perché il pacchetto andrà quasi tutto alle imprese. E però l'economista Draghi sa che il costo dell'energia è una delle componenti fondamentali dell'inflazione, e che senza un intervento il rischio è che gli aumenti si trasferiscano a catena sui consumatori. Alla Bundesbank, capofila delle banche centrali rigoriste della zona euro, c'è la convinzione che l'inflazione resterà alta a lungo, e per questo spinge per rivedere da subito la strategia di politica monetaria. Per l'ex collega (Draghi) uno dei prossimi temi in agenda, anche se non è chiaro da quale dei palazzi del potere.-

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…