francesco gaetano caltagirone philippe donnet leonardo del vecchio generali

LA BATTAGLIA DELLE GENERALI - ALLA LUCE DELLE ULTIME MOSSE DI CALTAGIRONE E DEL VECCHIO, LA POSSIBILITÀ DI UNA USCITA DELL’AD PHILIPPE DONNET, ALL’ULTIMO ANNO DI MANDATO, SEMBRA FARSI SEMPRE PIÙ CONCRETA - C’È PERÒ UN OSTACOLO DI NON POCO CONTO DA SUPERARE: LA LISTA PER IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI L’ANNO PROSSIMO SARÀ STILATA DALLO STESSO CDA DEL LEONE, DOVE PER IL MOMENTO CALTAGIRONE E DEL VECCHIO SEMBRANO ESSERE GLI UNICI SOCI A VOLERE UN NUOVO AD (MA LE VIE DEI SOLDI SONO INFINITE…)

francesco gaetano caltagirone philippe donnet

1 – CHI TEME L’IRRUZIONE DI CALTAGIRONE IN MEDIOBANCA AL FIANCO DI DEL VECCHIO. I DUE GUARDANO ALLE GENERALI

Estratto dell'articolo di Carlotta Scozzari per "Business Insider"

 

(...) L’ad di Generali, Philippe Donnet: il manager è all’ultimo anno di mandato e, anche alla luce delle ultime mosse di Caltagirone e Del Vecchio, la possibilità di una sua uscita sembra farsi sempre più concreta. C’è però un ostacolo di non poco conto da superare: la lista per il rinnovo dei vertici di Generali l’anno prossimo sarà stilata dallo stesso cda del Leone, dove per il momento Caltagirone e Del Vecchio sembrano essere gli unici soci a volere un nuovo ad.

Leonardo Del Vecchio

 

2 – LA BATTAGLIA DELLE GENERALI CALTAGIRONE E DEL VECCHIO SI ALLEANO IN MEDIOBANCA

Francesco Spini per "La Stampa"

 

Si punta su Mediobanca ma si guarda alle Generali. Dove si prepara l' ennesima battaglia. Manca un anno all' assemblea che, a Trieste, deciderà i nuovi assetti al vertice del primo gruppo assicurativo del Paese.

 

Le grandi manovre sono già cominciate: con un colpo a sorpresa, Francesco Gaetano Caltagirone è entrato nel capitale di Mediobanca comprando l' 1,014%. Gli acquisti sono avvenuti il 23 febbraio attraverso l' Istituto Finanziario 2012.

 

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

In questa mossa, più che il nuovo governo e l' annosa questione della blindatura del forziere d' Italia coi suoi 640 miliardi di asset da possibili appetiti esteri, c' entrano piuttosto i futuri equilibri ai vertici di Trieste.

 

Il costruttore romano è assai liquido. Anche in virtù della recente uscita dalla francese Suez, dove aveva il 3,54%, ha quasi un miliardo e mezzo in cassa disponibile per gli acquisti. È salito a circa il 2% di Anima Holding, con quote inferiori all' 1% ha diversificato in numerose posizioni azionarie.

philippe donnet

 

In tutto questo l' Ingegnere ha mantenuto una costante: la crescita nel capitale delle Generali dove, reinvestendo i dividendi, passo dopo passo è salito al 5,65%. Il che ne fa il secondo azionista proprio dietro Mediobanca (che è al 12,97%) e davanti a Leonardo Del Vecchio, che del Leone ha il 4,84%.

 

Generali Assicurazione

E proprio Del Vecchio, con le sue 85 primavere, è l' uomo nuovo di Mediobanca. È primo azionista col 13,17% e ha già in tasca il lasciapassare della Bce per arrivare al 20%. Entrando nel medesimo tinello, quello di Piazzetta Cuccia (dove, in caso di opportunità, non sono esclusi ulteriori acquisti), Caltagirone consolida e rafforza l' asse con il fondatore di Luxottica.

 

mediobanca nagel

Non solo e non tanto sul destino della banca milanese, dove l' ad Alberto Nagel è di fresca riconferma e prosegue nella sua strategia. Quanto sulle Generali, per cui con Del Vecchio, che sogna un rilancio in grande stile a colpi di acquisizioni, c' è comunione di pensiero. Si può dire che, con 81 milioni in Piazzetta Cuccia, l' Ingegnere ha comprato una polizza per tutelare i 2 miliardi investiti nelle assicurazioni di Trieste.

francesco gaetano caltagirone e malvina kozikowska foto mezzelani gmt81

 

E questo alla vigilia di un anno cruciale per il Leone alato, in cui nessuno rischierà di annoiarsi. L' appuntamento è per l' aprile del 2022, quando l' assemblea dovrà procedere al rinnovo del cda e decidere se Philippe Donnet, attuale ad delle assicurazioni di Trieste, debba restare a o lasciare il passo ad altri.

 

LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

A prima vista, le sue chance di riconferma, con la mossa di Caltagirone, non si rafforzano, anzi. L' ingegnere, che del Leone è vice presidente vicario, anche alla luce di alcuni episodi (la sua assenza come quella del rappresentante della Delfin di Del Vecchio in occasione dell' ingresso in Cattolica ne è un esempio) non è annoverato tra i più fervidi sostenitori del manager francese.

philippe donnet gabriele galateri di genola alberto minali

 

In più i soci italiani - insieme a Caltagirone e Del Vecchio sono schierati anche i Benetton con il loro 3,98% - vogliono contare maggiormente nelle scelte sul futuro del gruppo.

 

La cosa era emersa anche tre anni fa, in occasione dell' ultimo rinnovo: il nuovo cda «è l' espressione del mondo delle Generali di tre anni fa, nel frattempo qualcosa è cambiato», disse l' Ingegnere. A questo giro, rispetto alle scorse tornate, le cose a Trieste sono ulteriormente mutate.

francesco gaetano caltagirone foto mezzelani gmt42

 

Se in passato era Mediobanca ad avere in mano la regia e a stilare la lista di maggioranza, tra un anno non sarà più così. O meglio: potrebbe non essere così. Dopo la riforma della governance, il cda del Leone, rispetto alle volte scorse, potrà scegliere di procedere esso stesso a stilare la lista per il futuro consiglio.

 

Sarebbe una lista messa a punto con un procedimento molto rigoroso, seguendo pratiche internazionali con l' idea di convincere il mercato. Una lista che però richiederebbe un' unità d' intenti. Basti vedere quello che è recentemente successo in Tim, dove la riconferma dei vertici e la lista di maggioranza è stata approvata all' unanimità. Ma cosa succederebbe se una lista così concepita passasse solamente a stretta maggioranza e comunque non trovasse l' unanimità?

deCourtois_frederic

 

Si profilano mesi ad alta tensione dove si rischia di andare alla conta e far tornare il pallino ai soci, che dovrebbero evitare però ogni ombra di concerto.

Il confronto inizierà dopo l' assemblea di aprile quando cominceranno giochi e ragionamenti intorno al rinnovo del cda del prossimo anno. E le valutazioni sul futuro di Donnet.

 

Il quale, dopo aver centrato gli obiettivi, poche settimane fa ha effettuato un riassetto nelle prime linee manageriali - con l' uscita di pezzi da novanta a lui molto vicini a cominciare dal general manager Frédéric de Courtois - nell' ambito di una strategia tesa a sostenere i target che lo scorso novembre, nonostante gli effetti del covid, aveva confermato. Basterà? L' ennesima battaglia di Trieste è solo agli inizi.

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