giuseppe conte dario scannapieco

BEI SOLDONI - DARIO SCANNAPIECO, VICEPRESIDENTE DELLA BEI (BANCA EUROPEA DEGLI INVESTIMENTI), UNA DELLE ISTITUZIONI CHE PARTECIPERANNO AL FINANZIAMENTO DELLA RIPRESA POST-CORONAVIRUS: ''GARANZIE FINO A 200 MILIARDI. E CON LA NOSTRA TRIPLA A FINANZIEREMO GLI STATI''. MA NIENTE È AUTOMATICO: ''L'ITALIA SI TROVERÀ UN PO' COME UN' AZIENDA CHE PER RACCOGLIERE RISORSE DAI FINANZIATORI DEVE PRESENTARE UN BUSINESS PLAN AMBIZIOSO MA CREDIBILE, CON QUATTRO ''C''''

 

Francesca Basso e Nicola Saldutti per il “Corriere della Sera

 

hoyer giuseppe conte dario scannapieco

«La settimana corrente sarà decisiva, a iniziare dall' Eurogruppo di oggi, per capire se i singoli Stati avranno il coraggio dopo le prime risposte di andare oltre e di dare un senso concreto alla parola "Unione" europea o se ci si perderà in cavilli e dubbi. Non c' è tempo: una soluzione tra qualche mese non può essere definita "soluzione"». Dario Scannapieco è il primo vicepresidente della Banca europea per gli investimenti (Bei). Sta lavorando in smart working da Roma, in costante contatto con i vertici delle istituzioni europee e italiane.

 

In Italia sta crescendo l' idea che l' Ue non stia facendo abbastanza. È così?

«Dopo una certa sottovalutazione iniziale e qualche passo falso, le decisioni che si potevano prendere con rapidità sono state prese: sospensione del Patto di stabilità, iniziativa SURE, ossia un sostegno temporaneo per attenuare le conseguenze derivanti dai rischi di disoccupazione, la revisione delle norme sugli aiuti di Stato, rimozione della necessità di cofinanziamento dei fondi strutturali e rinuncia a chiedere il rimborso dei fondi non ancora spesi. La Bce ha attivato un programma addizionale di acquisto di titoli pubblici e privati da 750 miliardi in aggiunta a quello precedente da 120 miliardi».

 

La Bei cosa sta facendo?

fabrizio palermo giuseppe conte dario scannapieco angelo borrelli

«Abbiamo presentato un pacchetto di misure attivabili subito oltre a rendere flessibili alcuni parametri di eleggibilità per i nostri prestiti in modo da sostenere il capitale circolante delle imprese, specie quelle piccole e medie».

 

In cosa consiste il nuovo fondo su cui dovrà decidere oggi l' Eurogruppo?

«Abbiamo proposto ai nostri azionisti, che sono gli Stati, un meccanismo per aumentare la capacità di intervento della Bei e del Fei: un fondo di garanzia, al momento ipotizzato in 25 miliardi ma potenzialmente aumentabile.

Sosterrebbe interventi nell' economia reale, a favore del settore privato ma anche di regioni ed organismi pubblici non sovereign per 200 miliardi. Uno schema di funzionamento simile al Piano Junker ma con una leva che possa essere pari a 8, quindi più prudente, ma concreta e calcolata sulla base di schemi Commissione-Bei già collaudati».

 

Chi finanzierà il fondo?

«Le risorse potranno venire dagli Stati ma con molta gradualità, a chiamata, quando necessario. Non c' è un onere immediato. Siamo disposti anche a finanziare noi gli Stati mettendo a disposizione la nostra tripla A. Non è escluso, in ipotesi, che per tale fondo si possano usare le risorse del Mes o della Commissione, magari anche in una seconda fase, quando saranno superati gli ostacoli oggi presenti o quando sarà approvato il nuovo bilancio Ue 2021-27, ancora in discussione. Abbiamo fatto qualcosa di simile nella crisi del 2008, aumentando del 50% in un anno il nostro volume di attività. Dobbiamo fare altrettanto oggi. Ma ripeto: l' ultima parola spetta ai nostri azionisti. Noi siamo pronti».

dario scannapieco giuseppe conte

 

Cosa sta succedendo?

«C' è una crisi economica e di liquidità delle imprese generata dal crollo della domanda. Noi abbiamo gli strumenti adatti per affrontarla: strumenti di funding e soprattutto garanzie per le banche per incentivare la loro attività creditizia a favore delle Pmi. Noi assorbiremmo ampia parte dei rischi quando le banche prestano alle imprese. Si aggiungono prodotti di controgaranzia per gli schemi nazionali di garanzia al credito, sostegno diretto alle medie aziende e alle più grandi e sostegno alle Pmi innovative».

 

Perché l' Italia sembra più in difficoltà degli altri Stati?

«L' Italia si presenta in una posizione più fragile come finanza pubblica rispetto ad altri Stati dell' Unione e quindi occorre che ogni misura non pregiudichi la sostenibilità a medio termine del debito pubblico e guardi anche alla fase successiva all' emergenza.

fabrizio palermo giovanni gorno tempini dario scannapieco

Da una crisi può nascere anche un' opportunità di ripensare al sistema Italia. Ci troveremo infatti con un elevato rapporto debito/Pil: elevato ma gestibile se si riuscirà ad accelerare il passo della crescita del Paese e conseguire un adeguato surplus primario. Occorre fare riforme - anche costituzionali - che rendano l' Italia un Paese moderno, dove fare impresa è facile, la pubblica amministrazione è efficiente, il sistema giudiziario rapido, quello fiscale trasparente ed equo e le risorse pubbliche impiegate con saggezza e soprattutto verso gli investimenti».

 

Sono le riforme che l' Ue ci chiede da tempo.

«L' Italia si troverà un po' come un' azienda che per raccogliere risorse dai finanziatori deve presentare un business plan ambizioso ma credibile. Servono 4 ingredienti, tutti che iniziano con la C: competenze, coordinamento, concretezza e, appunto, credibilità. La credibilità, ovvero la capacità di dare seguito con determinazione e con strumenti concreti a quanto annunciato, è imprescindibile per un Paese che deve ripensarsi in chiave moderna e al contempo ogni anno andare sui mercati a raccogliere diverse centinaia di miliardi.

scannapieco

Abbiamo le capacità per vincere questa sfida se sapremo guardare al Paese che vogliamo con un' ottica di medio periodo e non con la ricerca dell' effimero consenso di breve».

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?