papa francesco bergoglio con il cardinale gregory

BERGOGLIO ''TRUCCA IL MAZZO'' DEL CONCLAVE: DEI 13 NUOVI CARDINALI, 9 SONO ELETTORI E SONO TUTTI SUOI FEDELISSIMI. IL 70% È STATO SCELTO DA LUI, DIFFICILE CHE ALLA PROSSIMA ELEZIONE CI SIA UN RIBALTAMENTO DI LINEA - TRA I NUOVI INGRESSI, PURE L'ARCIVESCOVO AFRO-AMERICANO DI WASHINGTON (MA NATO NELLA MALFAMATA SOUTH SIDE DI CHICAGO, COME MICHELLE OBAMA), FAVOREVOLE ALLE DONNE DIACONO, FERVENTE ANTI-TRUMPIANO E SOSTENITORE DI ''BLACK LIVES MATTER''

 

 

1 - PAPA FRANCESCO BLINDA IL CONCLAVE

Lorenzo Bertocchi per “la Verità

 

Con un annuncio a sorpresa dopo l' Angelus di ieri, papa Francesco ha reso nota la sua settima infornata di cardinali.

CARDINALE Augusto Paolo Lojudice

Il concistoro ci sarà il prossimo 28 novembre e saranno create 13 nuovi porpore, di cui 9 con meno di 80 anni e quindi elettori in un eventuale conclave. I 120 cardinali elettori presenti oggi, tenendo conto anche dell' esclusione del cardinale Angelo Becciu, a cui il Papa ha di fatto precluso questa facoltà per le note vicende di scandali finanziari, arriveranno a 128 con la nuova infornata, tenuto conto anche che il 12 novembre compirà 80 anni l' emerito di Washington Donald W. Wuerl.

 

A oggi papa Francesco ha nominato quasi il 70% dei cardinali elettori blindando così il conclave con pastori vicini alla sua agenda, come confermano anche i nomi del prossimo concistoro. Si conferma così molto lontano dal metodo che utilizzavano i suoi predecessori, più attenti a esprimere nelle nomine le diverse anime intraecclesiali.

 

MARCELLO SEMERARO CARDINALE

Tra i nuovi elettori ci sono 3 italiani, tra cui il neo nominato prefetto della Cause dei santi al posto di Becciu, monsignor Marcello Semeraro, vescovo di Albano. La nuova porpora è anche segretario del Consiglio di cardinali (il cosiddetto C6); è un uomo vicinissimo al Papa, già impegnato a sostenere l' agenda del pontefice durante il doppio sinodo sulla famiglia del 2014 e 2015, si tratta di un vescovo impegnato nella pastorale di accoglienza per le persone omosessuali. Tra i neo elettori anche il vescovo di Siena, monsignor Augusto Paolo Lojudice, 56 anni, conosciuto come «il prete dei rom».

 

Dopo le recenti dichiarazioni del Papa sulla possibile apertura a una tutela legale per coppie omosessuali Lojudice ha dichiarato che Francesco «aveva già fatto un pronunciamento ministeriale sull' Amoris laetitia, aveva messo a sistema il fatto che non perché una persona sia diversa debba essere discriminata». L' altro italiano che diventa cardinale elettore (direttamente, senza neppure essere vescovo) è l' attuale padre guardiano del Sacro convento di Assisi, Mauro Gambetti, frate minore conventuale nato nel 1965.

 

PAPA FRANCESCO CON IL CARDINAL SEMERARO

Tra gli altri nuovi cardinali elettori spiccano due nomi, quello dell' arcivescovo di Washington, monsignor Wilton Gregory, e quello del maltese Mario Grech, emerito di Gozo e segretario generale del sinodo dei vescovi. Entrambi pastori in linea con l' agenda del pontificato. La berretta rossa a Gregory rinnova la sfida lanciata a suo tempo da Francesco all' episcopato statunitense: Gregory è stato scelto come successore del cardinale Wuerl ed è parte di quella schiera di prelati che negli Stati Uniti vengono chiamati come «team Francis» di cui il capofila può essere considerato il cardinale di Chicago Blase Cupich.

 

Negli Stati Uniti Gregory è molto discusso per le sue aperture verso le diaconesse e per aver difeso il controverso padre gesuita James Martin impegnatissimo nella causa Lgbt. Il maltese Grech è un uomo di grande apertura pastorale, come ha dato modo di mostrare durante il doppio sinodo sulla famiglia schierandosi per la comunione ai divorziati risposati.

Gli altri nuovi cardinali elettori saranno l' arcivescovo ruandese Antoine Kambanda; il filippino Jose Fuerte Advincula; l' arcivescovo di Santiago del Cile, il cappuccino Celestino Aós Braco; il vicario apostolico del Brunei, Cornelius Sim.

 

Altri quattro cardinali sono ultraottantenni, e quindi non elettori, tra essi il nunzio apostolico Silvano Tomasi, già osservatore permanente alle Nazioni Unite di Ginevra, padre Raniero Cantalamessa, cappuccino, predicatore della Casa pontificia, e il parroco del Divino Amore a Castel di Leva, don Enrico Feroci.

 

 

2 - FRANCESCO LANCIA LA SFIDA A TRUMP CON IL PRIMO CARDINALE AFROAMERICANO

PAPA FRANCESCO BERGOGLIO CON IL CARDINALE WILTON GREGORY

Domenico Agasso jr per “la Stampa

 

Mancano nove giorni alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti e papa Francesco all'Angelus annuncia la nomina del primo cardinale afroamericano della storia: Wilton D. Gregory, l'arcivescovo di Washington, che non ha esitato ad attaccare pubblicamente Trump nei giorni infuocati delle proteste di Black Lives Matter.

 

L'incarico di pastore della Capitale Usa è considerato il più influente della Chiesa americana, snodo cruciale e imprescindibile delle relazioni con il potere politico. Tradizionalmente ha stretti rapporti con i presidenti e i diplomatici, oltre che con i leader della cultura. Dunque se resterà inquilino della Casa Bianca, il tycoon avrà come «scomodo» vicino di casa non più «solo» il Capo della diocesi, ma una nuovo simbolo porporato della Chiesa universale, potenziale protagonista di un eventuale Conclave.

 

Wilton Daniel Gregory, 72 anni, originario del South Side di Chicago (dove è cresciuta Michelle Obama), nell'Illinois, si è convertito al cattolicesimo da teenager. È considerato un progressista, vicino alle sensibilità del pontificato argentino su questioni come l'ecologia, le migrazioni e la pastorale con le persone omosessuali. «Ma riesce a farsi apprezzare anche da molti cattolici della galassia opposta, i "cultural warriors" ("guerrieri culturali") delle battaglie contro l'aborto e in difesa della famiglia "tradizionale"», dice un prelato d'Oltretevere esperto di geopolitica ecclesiastica. Prima di diventare arcivescovo di Atlanta, Gregory è stato vicecapo e poi capo dei vescovi Usa per tre anni.

ARCIVESCOVO WILTON GREGORY NOMINATO CARDINALE

 

Ha reclamato con forza una svolta in Vaticano per proteggere i bambini vittime degli abusi sessuali emersi dallo scandalo rivelato dal Boston Globe nel 2002. Ed è stato tra i promotori della «Carta di Dallas» finalizzata alla protezione dei minori. Bergoglio ha «molta stima di lui e di ciò che rappresenta», racconta il prelato della Santa Sede. E infatti Francesco sceglie Gregory come guida della Chiesa di Washington il 4 aprile del 2019, anniversario dell'assassinio di Martin Luther King, ucciso a Memphis in Tennessee nel 1968. C'è chi interpreta il ruolo affidato a Gregory una sorta di prologo alle richieste del movimento Black Lives Matter contro il razzismo.

 

A maggior ragione dopo il 2 giungo scorso, quando Trump con la First Lady Melania è andato al santuario nazionale di Washington, che contiene un'ampolla di sangue di papa san Giovanni Paolo II. Il Presidente ha incassato la dura critica del vescovo «dirimpettaio», che ha denunciato l'uso politico della religione: è «incomprensibile e riprovevole» che un centro cattolico «si sia lasciato così vergognosamente strumentalizzare e manipolare in un modo che viola i nostri principi religiosi, che ci chiedono di difendere i diritti di tutte le persone, anche di quelle con cui non siamo in accordo».

ARCIVESCOVO WILTON GREGORY NOMINATO CARDINALE

 

Il Presule rincarava la dose ricordando l'impegno di Wojtyla per i diritti umani e condannando «l'uso dei lacrimogeni e di altri deterrenti per mettere a tacere, disperdere o intimidire i manifestanti per una photo opportunity», un riferimento alla foto di Trump con Bibbia in mano davanti alla Saint John's Episcopal Church su Lafayette Square. Ieri le prime parole del neo cardinale sono state di ringraziamento al Papa «per questa nomina, che mi permetterà di lavorare più strettamente con lui nell'occuparmi della Chiesa di Cristo». 

 

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?