BERGOGLIO MA NON MOLLO. O FORSE SÌ – IL PAPA NON STA BENE E VORREBBE LASCIARE IL TRONO DI PIETRO, MA NON PUÒ FARLO FINCHÉ NON RIESCE A LEGIFERARE SULLO STATUTO DI “PAPA EMERITO” - ANTONIO SOCCI: “D'IMPROVVISO, OLTRETEVERE RITENGONO CHE SIA URGENTE E IMPROROGABILE EMANARE DELLE REGOLE. PERCHÉ DI COLPO TANTA FRETTA? C'È ARIA DI DIMISSIONI E DI NUOVO CONCLAVE. I PROBLEMI CHE PERÒ SI AFFACCIANO SONO ENORMI…”

 

 

papa francesco bacia la mano di ratzinger

L’85ENNE BERGOGLIO, ACCIACCATO DA SERI PROBLEMI DI SALUTE, POTREBBE LASCIARE IL TRONO DI PIETRO? - LA RISPOSTA È SÌ SE FRANCESCO RIESCE A LEGIFERARE SULLO STATUTO DEL “PAPA EMERITO” (TITOLO CHE SI È INVENTATO RATZINGER MA CHE NEL DIRITTO CANONICO NON ESISTE), ALTRIMENTI NO - LA PARTITA DEL DOPO-BERGOGLIO SARÀ ITALIANA, TRA PAROLIN E ZUPPI: IL PRIMO SOSTENUTO DAI CARDINALI OCCIDENTALI E (IN PARTE) LATINOAMERICANI, IL SECONDO DAI TERZOMONDISTI - PERCHÉ DA QUATTRO ANNI FRANCESCO FIRMA GLI ATTI SOLO COME “VESCOVO DI ROMA” COME SE

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/rsquo-85enne-bergoglio-acciaccato-seri-problemi-salute-potrebbe-280504.htm

 

IL PAPA HA FRETTA DI LEGIFERARE SUL RITIRO

Antonio Socci per “Libero quotidiano”

 

BERGOGLIO RATZINGER

Ieri il Papa - all'udienza con i parlamentari cattolici - ha esordito così: «Vorrei chiedere scusa, per non parlare ancora in piedi, ma ancora sono nel periodo post-operatorio e devo farlo seduto. Scusatemi». Che il pontefice abbia un problema di salute è noto, ma non è chiaro qual è la situazione.

 

Abbiamo visto lunedì scorso (su queste colonne) tutti i dubbi e le domande che sono state sollevate dalla comunicazione ufficiale vaticana sull'intervento chirurgico del 4 luglio. Da più parti si ripete ciò che l'agenzia "Infovaticana" ha scritto il 10 agosto: «La salud del Papa no es la quen dicen».

 

antonio socci

Questi problemi di salute possono portare alla rinuncia, perché a parlare di dimissioni come una possibilità- in caso di malattia o di vecchiaia - è stato lo stesso Francesco fin dall'inizio del suo pontificato. Il 26 maggio 2014 dichiarò: «Io credo che un Vescovo di Roma, un Papa che sente che le sue forze vengono meno perché adesso si vive tanto tempo - deve farsi le stesse domande che si è posto Papa Benedetto».

 

Poi a La Vanguardia (ripresa dall'Osservatore romano del 13 giugno 2014) dichiarò: «Papa Benedetto ha compiuto un gesto molto grande... dato che viviamo più a lungo, giungiamo a un'età in cui non possiamo continuare a occuparci delle cose. Io farò lo stesso, chiederò al Signore di illuminarmi quando giungerà il momento e che mi dica quello che devo fare, e me lo dirà sicuramente».

 

PREVISIONI

i nuovi cardinali incontrano ratzinger

Inoltre il quotidiano argentino La Nación ha recentemente riportato l'intervista rilasciata il 16 febbraio 2019 da Francesco al giornalista e medico Nelson Castro, che ha scritto un libro sulla salute dei papi. Alla domanda su come lui immagina la sua morte, Bergoglio ha risposto: «Da papa, in carica o emerito che sia. E a Roma. In Argentina non ci ritorno».

 

Come si vede quindi Francesco anche di recente ha previsto la possibilità di dimettersi e diventare "papa emerito", evidentemente per motivi legati alla salute o all'età. Ora, come ha scritto Luis Badilla, «la malattia che ha colpito papa Francesco è severa e degenerativa» (è «un dettaglio molto significativo che molti in queste ore sottovalutano, ignorano o manipolano») e la severità di questa malattia ha indotto subito papa Bergoglio a manifestare concretamente in Vaticano l'idea di lasciare.

 

luis badilla

Negli ultimi giorni però è apparso molto nervoso e sembra alternare il pensiero della rinuncia con l'intenzione di tener duro, anche se il quadro medico si complica. Questa situazione ha comunque fatto irrompere d'improvviso, nel clima lento e ovattato del Vaticano, un ospite insolito: la fretta.

 

Lo si è visto per il Motu proprio che annulla il «Summorum pontificum» di Benedetto XVI sulla liturgia tradizionale, firmato in fretta e furia da Francesco il 16 luglio, appena due giorni dopo l'uscita dal Policlinico Gemelli. La stessa fretta con cui in Vaticano, in queste ore, si sta lavorando a una norma che regoli la rinuncia papale e il papato emerito.

 

BERGOGLIO RATZINGER

Da più di 8 anni abbiamo i due papi, una situazione unica nella storia della Chiesa che in Vaticano hanno sempre minimizzato come cosa normale che si sarebbe risolta da sola. Invece ora, d'improvviso, oltretevere ritengono che sia urgente e improrogabile emanare delle regole. Perché di colpo tanta fretta? C'è aria di dimissioni e di nuovo Conclave.

 

benedetto xvi riceve francesco

Dunque procedono i lavori per definire giuridicamente i concetti di "rinuncia" e di "papato emerito". I problemi che però si affacciano sono enormi. Lo stesso papa Bergoglio, il 18 agosto 2014, tornando dalla Corea, osservò due volte che probabilmente i teologi dissentiranno sull'istituzione del papato emerito.

 

i nuovi cardinali incontrano ratzinger 1

Perché ritengono che il papato sia in una situazione teologica diversa dall'episcopato (per cui esistono i vescovi emeriti). Ma allora cosa significa la definizione di "papa emerito" che Benedetto XVI, con la rinuncia, ha applicato a se stesso? È di lui che il prossimo provvedimento di papa Francesco si occuperà? No. La professoressa Boni, nel saggio già citato che pare sia la base del lavoro condotto in Vaticano, scrive che con tale provvedimento «non si manca di deferenza o solo di tatto nei riguardi del vivente papa emerito: la legge emananda, come usuale, disporrà esclusivamente per il futuro senza alcuna retroattività (cfr. can. 9), curando semmai esplicitamente di eccettuare la "situazione" di Benedetto XVI come si è andata spontaneamente sviluppando».

 

PROBLEMI ENORMI

ratzinger bergoglio germania argentina

Un tale intervento normativo, scrive l'avvocato Francesco Patruno, dottore in ricerca di diritto canonico ed ecclesiastico, «non potrebbe "sanare" - ammesso che fosse possibile - la rinuncia di Benedetto XVI e tutto ciò che ne è scaturito nonché scioglierei nodi e le incertezze relative a quell'atto compiuto l'11 febbraio 2013, e ciò per la semplice ragione che Benedetto XVI quando ha compiuto quell'atto l'ha fatto non potendo tenere conto di una futura disciplina».

 

E l'ha fatto nei pieni poteri di Papa. Dunque la situazione attuale di Benedetto XVI emergerebbe come un "unicum", di fatto superiore alla situazione di un altro papa che si dimettesse? L'avvocato Patruno ci spiega: «Nell'ultima udienza del suo pontificato, il 27 febbraio 2013, Benedetto XVI spiegò che egli rinunciava al solo pontificato attivo, ma non a quello passivo.

 

BERGOGLIO RATZINGER

Da qui deriva la formulazione usata nell'atto di rinuncia e la qualifica di "papa emerito"». In effetti monsignor Gaenswein, spiegando l'atto di papa Benedetto (di cui è il principale collaboratore), ha parlato di «un pontificato d'eccezione», che realizza di fatto un «ministero allargato, con un membro attivo e uno contemplativo», «quasi un ministero in comune».

 

Ma - chiedo - era possibile una tale rinuncia "dimezzata"? «Se non si ritiene che sia possibile» risponde Patruno «allora si tratta di una rinuncia nulla con tutto quello che ne segue. Si può cercare di sanare andando a chiedere al papa emerito di rinunciare completamente al munus, ma in questo caso si riconosce implicitamente che egli è rimasto papa. E si apre uno scenario inedito per quanto riguarda la figura di Francesco». Dunque, non sarà facile emanare norme in questa materia. Sembra un vicolo cieco.

PAPA WOJTYLA - BERGOGLIO - RATZINGER RATZINGER E I MANIFESTI ANTI BERGOGLIObergoglio ratzinger

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”