silvio berlusconi mara carfagna maria stella gelmini renato brunetta antonio tajani licia ronzulli

BERLUSCONI GUARDA AL COLLE E NON VEDE CHE “FORZA ITALIA” GLI STA CROLLANDO SOTTO I PIEDI - IL “CORRENTONE” GUIDATO DAI MINISTRI IPER-DRAGHIANI BRUNETTA-CARFAGNA-GELMINI AVREBBE IL SOSTEGNO DELLA METÀ DEI DEPUTATI AZZURRI. L’OBIETTIVO È PORTARE VIA CIÒ CHE RESTA DI “FORZA ITALIA” LONTANO DAI FLIRT SOVRANISTI DEL DUO RONZULLI-TAJANI. NON SUBITO: IL TEMPO DI FAR CAPIRE AL CAV CHE IL SUO SOGNO DI SALIRE AL QUIRINALE È IRREALIZZABILE

BERLUSCONI CARFAGNA GELMINI

1 - IL CRAC DI FORZA ITALIA MA BERLUSCONI ASSOLTO PENSA SOLO AL QUIRINALE

Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria e Tommaso Ciriaco per "la Repubblica"

 

(…) Forza Italia, a 27 anni dalla nascita, scopre le correnti, anzi un "correntone" che - a sentire sempre i protagonisti dell'iniziativa - conterebbe la metà dei deputati. La strategia è chiara: porre le basi per una decisa virata di rotta che porti lontana Fi dai sovranisti, non subito ma nell'arco di qualche mese, il tempo che il voto per il Quirinale farà venir meno la necessità da parte di Berlusconi - che sogna il Colle - di tenersi stretti Meloni e Salvini. Il tempo che, in ogni caso, si delinei il futuro di questa legislatura.

 

licia ronzulli antonio tajani

Perché alla fine tutto ruota attorno all'ambizione di Berlusconi, che alleati e compagni di partito solleticano - molti senza crederci realmente - e che l'interessato coltiva con la forza di un ragazzino, peraltro rinfrancato proprio dall'assoluzione di Siena (e nell'attesa di altre sentenze).

 

Che sia tutto "un gioco della parti" è il sospetto, sull'altro fronte, di Enrico Letta. Ma Berlusconi tira dritto, e a Bruxelles dice che vede bene Draghi al Colle «ma forse è meglio che continui a fare il premier», e lo afferma con il tono di uno che vuole pista libera, nel mezzo di un ritorno in presenza sulla scena europea che si trasforma in uno show.

 

GELMINI CARFAGNA BRUNETTA

Ed è lì, a margine del vertice del Ppe, con Tajani e Ronzulli al fianco, che il Cavaliere liquida la rivolta dei ministri con nonchalance: «Le affermazioni di Gelmini? Stanno fuori dalla realtà, Non so cosa gli ha preso a questi qua». Frase accompagnata con ampi gesti della mano, come a mimare un colpo di testa, come in ogni caso a minimizzare il dissenso, a renderlo naif.

 

ANGELA MERKEL SILVIO BERLUSCONI

Così come Berlusconi sembra relegare a fatto di colore la sua alleanza con i sovranisti. «Ma no, non mi hanno chiesto di Salvini e Meloni - dice l'ex premier a Bruxelles - E poi, sanno che i miei alleati hanno la metà dei miei anni. Quindi capirai se mi devo preoccupare. Io sono il professore in cattedra, loro gli allievi».

 

Il tutto accompagnato dalla chiacchierata con Angela Merkel, cui Berlusconi regala un pezzo d'antiquariato della sua collezione. Però i ministri di Forza Italia non hanno molta voglia di scherzare.  (…)

 

matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 8

2 - MURO DI CARFAGNA E BRUNETTA «MARIASTELLA DENUNCIA UN MALESSERE DIFFUSO TRA NOI»

Adriana Logroscino per il "Corriere della Sera"

 

«Nessuno sfogo personale», piuttosto «una denuncia politica di come viene gestito il partito» e del relativo «malessere diffuso». Mara Carfagna e Renato Brunetta si schierano immediatamente a sostegno della collega di governo Mariastella Gelmini. Ma quel disappunto non è solo dei forzisti al governo.

renato brunetta mario draghi

La stessa ministra per gli Affari regionali, sfogandosi con i suoi, l'ha chiarito: «Quel che ho detto è opinione di metà del gruppo parlamentare di Forza Italia». Due giorni fa, durante l'assemblea del gruppo alla Camera, riunita per l'elezione del nuovo presidente, Gelmini aveva parlato di «partito schiacciato sulle posizioni sovraniste», di «ministri esclusi dai tavoli in cui si decide e quasi sopportati dal partito».

RENATO BRUNETTA MARA CARFAGNA

 

Parole derubricate a intemperanze da Silvio Berlusconi. All'ex premier controbatte ruvida Carfagna. «Penso che Gelmini abbia avuto il merito di esprimere un disagio profondo, diffuso e condiviso. Far finta che tutto va bene non è la migliore soluzione per chi vuole bene al proprio partito. Evidentemente ha ragione la ministra quando dice che al presidente Berlusconi viene rappresentata solo una parte della realtà». Quindi affonda il colpo riferendosi alla crisi di consensi di FI.

 

ANGELA MERKEL LICIA RONZULLI SILVIO BERLUSCONI

«Quando un'azienda dimezza il proprio fatturato si riunisce il cda e si ragiona sulle azioni da intraprendere, per non fallire. Forse ci si aspettava questo. E questo non è accaduto». Altrettanto netto Brunetta nel respingere la minimizzazione della presa di posizione di Gelmini, da parte dell'ex premier: «È inutile ignorare quanto è accaduto tra persone che ambiscono solo a rilanciare Forza Italia che ha un'occasione, ma vive un momento di difficoltà innegabile.

maria stella gelmini renato brunetta

 

Il malcontento c'è ed è figlio soprattutto della sospensione, causa pandemia, del funzionamento degli organi di partito». Gelmini ha manifestato un «malcontento generale»: insomma non è certo sola. Il conflitto tra le due anime del governo probabilmente proseguirà a bassa intensità, almeno fino all'elezione del presidente della Repubblica. Ma senza scissioni: «Nessuno si illuda che usciamo dal partito - dava la carica ai suoi, la ministra - noi la battaglia la facciamo da dentro».

matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 6matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 7

 

mara carfagna renato brunetta MARIO draghi E RENATO BRUNETTA

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”