bonisoli

BONISOLI? BONANULLA! - CLAUDIO STRINATI CONTRO IL MINISTRO DELLA CULTURA, DI CUI NON SI RICORDA UNA SINGOLA AZIONE SIGNIFICATIVA IN UN ANNO DI GOVERNO - ''VUOLE TOGLIERE AD ALCUNI ISTITUTI MUSEALI LA LORO AUTONOMIA CONQUISTATA CON LA RIFORMA FRANCESCHINI. NON SI CAPISCE PERCHÉ CAMBIARE QUALCOSA CHE STA FUNZIONANDO''

Claudio Strinati per ''Il Messaggero''

 

Il Ministro dei Beni Culturali Bonisoli intenderebbe togliere ad alcuni istituti museali italiani la prerogativa dell’autonomia in larga parte conseguita sotto il dicastero Franceschini. Questo ha provocato la reazione sdegnata di personalità esperte e competenti che è dunque necessario ascoltare. Il Sindaco di Firenze Nardella in particolare ha biasimato il provvedimento che colpirebbe anche un museo del livello delle Gallerie dell’Accademia.

il ministro alberto bonisoli foto di bacco (2)

I Musei autonomi sono ormai diventati il motore del Ministero e sono in un certo senso il fiore all’occhiello della riforma Franceschini che ha anche permesso, sia pur tra roventi polemiche, l’ inserimento di Direttori stranieri nel gruppo dei nuovi Dirigenti.

 

E non capisco bene, almeno al vaglio delle prime notizie ancora imprecise e incomplete, perché si debba smantellare, sia pure in parte, una cosa buona e giusta (a parer mio, beninteso) attuata dalla riforma Franceschini visto che i risultati conseguiti non sembrano affatto cattivi come ben dimostrano gli esempi di Sylvain Bellenger a Napoli, di Eiche Schmidt a Firenze, di James M. Bradburne a Milano.

 

L’errore di smontare una riforma che funziona non sembrerebbe la migliore applicazione di quel principio sacrosanto del cambiamento sulla cui base l’attuale Governo si è insediato e sta lavorando. La realtà attuale sembra dimostrare come l’autonomia dei Musei maggiori abbia generato buonissime conseguenze sul piano culturale, amministrativo e finanziario.

 

alberto bonisoli marisela federici

Nondimeno penso fermamente che non sia nemmeno giusto essere a priori contrari a innovazioni che possano anzi debbano migliorare le cose. Bisogna solo chiedersi onestamente se sia questo il caso o meno, augurandoci che si possa avviare nell’occasione un civile dibattito e non una delle consuete risse ricattatorie tra fazioni di potere, caratteristiche, mi pare di notare, di ben altri comparti della vita pubblica con grave danno generale.

 

L’altro problema che si profila accanto a quello dell’autonomia dei Musei, è la temuta perdita di centralità di Roma nell’ambito di questo progetto ministeriale là dove la strada maestra è invece quella di un rafforzamento di quell’accordo specifico (che dovrebbe essere una sorta di logica appendice al contratto di Governo) tra Stato e Ente locale riservato alla peculiare gestione e protezione del patrimonio culturale della città eterna, come emerge sempre più chiaro nella complessa questione del Parco del Colosseo la cui natura giuridica non può che essere indirizzata verso una omogenea e organica politica di gestione che mantenga certamente gli assetti proprietari prescritti dalla tradizione, ma rendendoli compatibili con le esigenze di una politica che veramente possa definirsi di cambiamento..

annarosa mattei claudio strinati foto di bacco

 

Ma in realtà questo andirivieni di riforme, controriforme, cambiamenti, accorpamenti il portato inevitabile della storia del Ministero stesso. La sua nascita fu gravata, per così dire, da una sorta di peccato originale che si è sempre portato dietro e non ha mai trovato un Redentore capace di sciogliere il nodo gordiano delle sue origini malgrado la presenza nel corso degli anni di personalità messianiche e dotate di spirito profetico e visionario. Nardella lo ha notato quando afferma che in ogni caso il Ministero sta pensando di istituire una nuova Direzione Generale quella dei Contratti, tanto per accentuare quella grottesca deformazione burocratica che ha continuato a moltiplicarsi in una specie di vera e propria metastasi.

kircher Claudio Strinati

 

Il Ministero nacque nel 1974 per Decreto Legge su afflato nobilissimo di personalità tardo risorgimentali (Giovanni Spadolini prima di ognuno) che avvertivano l’ apparente scandalo che in un Paese come l’ Italia detentore massimo di beni culturali a questo mondo, non ci fosse un Ministero apposito. Così fu preso un pezzo di Pubblica Istruzione (la Direzione Generale Antichità, Belle Arti, Accademie e Biblioteche) un pezzo di Ministero dell’Interno (Archivi di Stato) un pezzo di competenze della Presidenza del Consiglio (non subito, l’Editoria) e fu creato l’unico Ministero che avesse il “per” nella dicitura. Fino a quel momento si riteneva che il patrimonio artistico nazionale e le biblioteche fossero fattore essenziale di formazione e identità del popolo italiano (si pensava anche che esistesse un popolo italiano così come pronunciato in Costituzione).

dario franceschini

 

Musei, Biblioteche, luoghi monumentali andavano tutelati e rispettati onde fungessero da educatore primario di una Nazione peculiare come l’Italia. Poi è passato il tempo. Al Ministero per i Beni culturali e ambientali ( dicitura originaria) è stato aggiunto il Turismo, poi è stato aggiunto lo Sport, fattore primario di formazione, benessere ed educazione del cittadino.

 

 

alberto bonisoli luigi di maio

Poi lo Sport è stato tolto, poi è stato tolto il Turismo. Poi sono stati meglio inseriti il Cinema, il Teatro, lo Spettacolo all’aperto e altre cose.

 

A questo punto la proliferazione era inevitabile. Chi stabilisce allora se il Museo delle civiltà all’ Eur è degno di essere autonomo, lo è il Castello di Miramare a Trieste e non la pinacoteca nazionale di Bologna? Ma quali sono i poteri effettivi e propri del dirigente del Museo autonomo? Quale il suo rapporto col Ministero centrale? Purtroppo la verifica dei poteri è sempre incerta e intanto crescono gli Uffici, i controlli, i Direttori generali e sempre meno è chiaro chi comandi legittimamente e chi no.

il ministro bonisoli a pompei

Il Ministro deve affrontare e risolvere questo tipo di problemi: la politica di tutela e la legittimazione delle competenze e del legittimo potere. Risolto questo va tutto a posto.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."