boris johnson

BORIS SI DÀ UNA CALMATA PER EVITARE DI FARE LA FINE DI SALVINI? - ''NON HO MENTITO ALLA REGINA''. ACCUSATO DI AVER RAGGIRATO LA SOVRANA PER AVERE IL ROYAL ASSENT (FIGURIAMOCI SE BETTY SI FA FREGARE COSÌ), ORA LA QUESTIONE DELLA CHIUSURA DEL PARLAMENTO È IN MANO ALLA CORTE SUPREMA. MENTRE ESCE IL RAPPORTO INTEGRALE SUI POTENZIALI EFFETTI DEVASTANTI DELLA BREXIT - MA JOHNSON, DA BRAVO SIMIL-TRUMP, DOPO AVER FATTO IL PAZZO POTREBBE CHIUDERE UN NUOVO 'DEAL'

boris johnson regina elisabetta

 

1. BREXIT: JOHNSON, NON HO MENTITO A REGINA SU STOP PARLAMENTO

 (ANSA) - Boris Johnson respinge le accuse dell'Alta Corte della Scozia che ieri ha decretato come illegale la sospensione del Parlamento britannica da lui decisa in queste settimane e nega d'aver mentito alla regina nel suo 'advice' per ottenere il Royal Assent sul provvedimento: "Assolutamente no", è stata la risposta al riguardo del premier Tory alla Bbc. Johnson ha poi notato come, a differenza dei giudici scozzesi, "l'Alta Corte di Londra si sia detta pienamente d'accordo" col governo sulla legittimità della sospensione. Ora - ha concluso - "dovrà essere la Corte Suprema (del Regno) a decidere".

 

 

2. BREXIT: RAPPORTO SHOCK SU NO DEAL, 'PARLAMENTO RIAPRA'

 (ANSA) - Si intensifica la polemica sulla sospensione del Parlamento britannico dopo la pubblicazione nelle ultime ore del testo integrale del rapporto Yellowhammer sui potenziali effetti "peggiori" d'una Brexit non deal tenuto finora segreto dal governo di Boris Johnson. Il documento, trapelato in parte sui media nelle settimane scorse, è stato rilasciato sulla base di una recente mozione della Camera dei Comuni che intimava all'esecutivo di farlo.

BORIS JOHNSON DONALD TRUMP

 

Ipotizza fra l'altro lo scenario di "approvvigionamenti ridotti" per alcuni cibi e prodotti alimentari; intoppi per un periodo fino a 6 mesi nell'importazione di certi medicinali; una fase di aumento di prezzi particolarmente concentrati sulle persone a basso reddito; code di tir ai porti sulla Manica; eventualità di proteste di piazza e di scontri fra militanti anti e pro Brexit. Un quadro allarmante, denuncia il leader laburista Jeremy Corbyn, accusando Johnson di essere pronto a esporre ai rischi di un no deal in particolare i ceti più svantaggiati. Anche se il governo minimizza la portata del rapporto.

 

Rispondendo agli allarmi, il ministro della Difesa, Ben Wallace, ha definito oggi i contorni della cosiddetta Operazione Yellowhammer ipotizzata dal rapporto alla stregua non d'una previsione realistica, ma di uno scenario estremo. Evidenziando le notevoli risorse stanziate nel frattempo per allontanarlo. Mentre il numero tre del governo Johnson, Michael Gove, responsabile dei preparativi del no deal, ha sottolineato come il testo in questione risalga all'inizio di agosto e come da allora siano state approntate misure - che ha promesso di rendere note a breve - per "mitigare" i rischi. Il rapporto, redatto da gruppi di lavoro istituiti dallo stesso esecutivo Tory, fa comunque riferimento al contesto tratteggiato come allo "scenario peggiore realistico".

BORIS JOHNSON E IL RAPPORTO DIFFICILE CON I TORY

 

Di qui la reazione di Keir Starmer, ministro ombra del Labour per la Brexit, secondo cui esso rende "più necessaria che mai la riconvocazione del Parlamento": tuttora chiuso - malgrado la sentenza di ieri di tre giudici scozzesi che ne ha decretato illegittima la sospensione voluta dal premier fino al 14 ottobre - in attesa del ricorso pendente dinanzi alla Corte Suprema. Una sospensione rispetto al cui iter il governo s'è del resto rifiutato di aderire a una seconda richiesta approvata dai Comuni: quella di rendere pubbliche anche le mail e i messaggi di diversi stretti collaboratori di Johnson per far luce su presunte trame anticipate rispetto allo stop temporaneo imposto alle Camere. Richiesta definita "illegale" e "scorretta" per l'asserita violazione indiscriminata della privacy e del riserbo dei rapporti interni a Downing Street che comporterebbe.

 

BORIS JOHNSON

 

3. LA PAZZA ESTATE DEL PREMIER JOHNSON DA PIROMANE A POMPIERE?

Luigi Ippolito per il ''Corriere della Sera''

 

 

L’ultimo mattone cascato sulla capoccia bionda di Boris Johnson — la decisione della corte scozzese — arriva a suggellare una pazza estate che ha visto il termometro della politica britannica salire a livelli da emergenza climatica. Ma il piromane di turno, in questo caso, è lo stesso primo ministro, che ha messo in fila una settimana dopo l’altra gesti e parole incendiari.

 

 

boris johnson 2

Il tono lo ha dato al momento dell’insediamento a Downing Street, alla fine di luglio. La Brexit si farà il 31 ottobre, proclama, «no ifs, no buts», senza se e senza ma. È finito il tempo dei cacadubbi, la Gran Bretagna si incammina verso un radioso avvenire fuori dall’Unione europea. E non ci sono rischi, assicura, perché la possibilità di un no deal, un divorzio senza accordi, «è una su un milione». Peccato che non spieghi come farà a raggiungere questa intesa in soli due mesi, visto che ha dichiarato carta straccia il compromesso ottenuto da Theresa May.

 

Ma poco importa, confrontarsi con la realtà non è mai stato il suo sport preferito. Piuttosto, Boris viene colpito da una pericolosa malattia politica, l’annuncìte: i primi giorni di agosto sono scanditi da blitz attraverso l’Inghilterra accompagnati da proclami a raffica, «più poliziotti nelle strade», «tagliamo l’Iva», «internet in tutte le campagne» «grandi ferrovie al nord», e così sciorinando. Sembra una campagna elettorale permanente: anche se, almeno ufficialmente, non ci sono elezioni in vista. E meno male che a Brighton non hanno il Papeete beach, perché la deriva presa era quella.

 

BORIS JOHNSON COME MILEY CYRUS

Il contatto con la realtà, come spesso avviene, è a livello internazionale. Quando dopo Ferragosto Boris va a incontrare a tu per tu Angela Merkel ed Emmanuel Macron, prima del summit del G7: lui spera di far leva sul suo (dubbio) charme personale, ma gli europei non si fanno abbindolare. Gli dicono che ha trenta giorni per farsi avanti con proposte alternative: lui prova a rivenderselo in patria come un grande successo, un segnale che i pavidi europei stanno cedendo. Ma dalle cancellerie continentali arriva tutt’altra musica.

 

Boris allora fa la voce grossa, fa capire che il no deal non lo spaventa, se è quello che gli europei vogliono tanto peggio. A questo punto i deputati di Westminster cominciano a sentire puzza di bruciato e studiano le contromisure. Ma Boris pigia il piedone sull’acceleratore: e sospende il Parlamento. Gli avversari gridano al golpe, ma lui tira dritto e manda il fido scudiero Jacob Rees-Mogg a chiedere l’assenso della Regina.

 

A quel punto, tutto precipita. I deputati scagliano il colpo di coda e Boris diventa il primo premier che perde tutte le votazioni in Parlamento da quando si è insediato: Westminster gli ingiunge di chiedere il rinvio della Brexit e gli nega le elezioni anticipate.

 

BORIS JOHNSON

Boris perde la bussola. Finisce a trascinare tori per la cavezza e ad alzare la manona fra i banchi di scuola. Ma soprattutto proclama che non rinvierà mai la Brexit, «piuttosto finisco morto in un fosso». Alle sue spalle, una poliziotta sviene, mentre lui continua a farfugliare frasi inconcludenti.

 

E tuttavia... gli ultimi spifferi da Downing Street dicono che Johnson sarebbe adesso pronto a fare una mezza marcia indietro, ad accettare un compromesso che potrebbe essere ben accolto dagli europei e soprattutto digerito dal Parlamento: così sarebbe fugato lo spettro del no deal e si andrebbe a una Brexit ordinata e composta. Che ci sia del metodo nella sua follia?

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”