giorgia meloni victor orban

BOTTE DA ORBAN – LA MOSSA DEL DUCE UNGHERESE CHE SI PRENDE PIENI POTERI SCATENA I POLITICI NOSTRANI. ROBERTO FICO DICE CHE IN ITALIA NON SAREBBE MAI POTUTO AVVENIRE MA LA MELONI NON È D’ACCORDO: “CHE DIFFERENZA C’È CON IL DECRETO CHE HA DATO I POTERI A CONTE?” – SALVINI APPLAUDE ‘'ALL’AMICO'’ VIKTOR. DEL RESTO ANCHE LUI CHIEDEVA SUL BAGNASCIUGA DEL PAPEETE ‘PIENI POTERI’ E OGGI SI RITROVA BAGNINO…

Francesca Sforza per “la Stampa”

 

GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN

«Ma in fondo che differenza c' è tra l' Ungheria di Viktor Orbàn e l' Italia di Giuseppe Conte? Anche in Italia quasi tutti i poteri sono stati dati al governo con un decreto legge che il governo ha deciso di interpretare in modo molto estensivo». Le parole della leader di Fratelli d' Italia Giorgia Meloni irrompono con prepotenza nel dibattito politico italiano, mettendo al centro un tema che tocca nel vivo il nervo della nostra democrazia e delle democrazie europee in generale.

 

roberto fico

Meloni infatti fa un passo avanti anche rispetto al leader della Lega Matteo Salvini, che si è limitato a «un plauso» nei confronti del premier ungherese, ha invocato «rispetto» per la scelta ungherese e ha augurato «buon lavoro all' amico Victor Orbàn e buona fortuna a tutto il popolo di Ungheria in questi momenti difficili». Meloni ha messo sullo stesso piano i Dpcm del presidente del Consiglio, che come ha ricordato il presidente della Camera Roberto Fico «sono stati autorizzati dalle Camere tramite la conversione di un decreto legge in un perimetro ben definito» con una legge speciale che consegna l' Ungheria alle decisioni del premier esautorando il Parlamento di qualsiasi prerogativa.

viktor orban e giorgia meloni atreju 2019

 

A parziale giustificazione, Meloni sostiene di non conoscere «nel dettaglio» cosa è davvero accaduto in Ungheria. E allora eccolo, nel dettaglio, cosa è accaduto: estensione illimitata dello stato di emergenza, sospensione delle attività parlamentari e di eventuali elezioni, governo per decreto nelle sole mani dell' esecutivo, che ha il diritto di sospendere l' applicazione di leggi, e introdurre a sua discrezione misure eccezionali «per garantire la stabilità della vita, della salute, della sicurezza personale e materiale dei cittadini e dell' economia».

 

Stefano Ceccanti

Due situazioni piuttosto diverse, come hanno fatto presente dal Pd e dal M5S. «Bisogna combattere il coronavirus e non la democrazia - ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti - Ecco la differenza fra noi e i nazional-populisti: loro, appena possono, hanno questo vizio: ridurre le libertà delle persone». Lo spiega chiaramente Stefano Ceccanti, capogruppo del Pd in Commissione Affari costituzionali della Camera: «Gli stati di emergenza rappresentano sempre uno stress test perché non consentono in tutto in parte l' uso delle regole ordinarie.

 

VIKTOR ORBAN GIUSEPPE CONTE

Tuttavia gli Stati democratici costituzionali si sono dotati di chiari limiti per impedire quello che accadeva nel Novecento con le clausole di salvaguardia dell' assolutismo per cui il sovrano in emergenza riacquisiva una pienezza di poteri e per evitare anche quello che successe nel 1933 con la legge dei pieni poteri a Hitler. La democrazia liberale - continua Ceccanti - è anche e soprattutto garanzia del biglietto di ritorno, anche dagli stati di emergenza. Per quello è indifendibile chi paragona le limitazioni varate coi decreti italiani che scadono dopo sessanta giorni ai poteri senza limiti conferiti al Governo di Orbàn, a cui si aggiungono peraltro pesanti limiti ai media stampa indipendenti».

orban

 

La polemica politica è destinata a continuare, non solo all' interno dell' Unione Europea, dove la legge speciale di Orbàn ha già messo in allarme il Partito Popolare - la cui riluttanza nel tenere dentro Fidesz, il partito di Orbàn, è già stata più volte messa a tema - ma anche in Italia, dove l' impressione è che si preferisca alimentare facili guerriglie politiche sul consenso piuttosto che tenere fermi i paletti sul senso delle istituzioni.

«La nostra - ha ricordato ancora il presidente della Camera Roberto Fico - è una Repubblica parlamentare e la nostra Costituzione l' abbiamo tutti ben salda dentro di noi».

VIKTOR ORBANMELONI E ORBANchiara appendino roberto ficoMELONI E ORBAN

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...