alessandro di battista giuseppe conte

BRUTTE NOTIZIE PER CONTE: GLI ARRIVA L'APPOGGIO DI ALESSANDRO DI BATTISTA - IL “CHE GUEVARA DI ROMA NORD”, IN CHIAVE ANTI-RENZI (E ANTI UE), VUOLE BLINDARE “GIUSEPPI” E LO SPINGE A SFANCULARE "ITALIA VIVA" E AD ACCREDITARSI COME AMICO DELLA CINA (SULLA LINEA GIÀ BATTUTA DA DI MAIO E BEPPE GRILLO) - COME VEDE WASHINGTON LA POSSIBILE SCALATA AL M5S DI "DIBBA", AMICO DI RUSSIA-IRAN-VENEZUELA? 

Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”

 

alessandro di battista

Non è un caso che Alessandro Di Battista abbia deciso di rendere esplicito il suo sostegno al governo guidato da Giuseppe Conte. Nonostante le critiche delle ultime settimane per la conferma di Claudio Descalzi come ad di Eni, osteggiata dall' ex deputato con tanto di appello e firme di parlamentari in calce. E nonostante sul Mes le cose non stiano andando esattamente come speravano Dibba e i suoi discepoli: quattro europarlamentari, un drappello di deputati e senatori con in testa due ex ministre, Barbara Lezzi e Giulia Grillo, e l' influente ex braccio destro di Davide Casaleggio Max Bugani.

 

grillo fico di maio di battista

Non è una fortunata coincidenza, caduta nel momento di maggior debolezza del premier degli ultimi mesi, perché il rapporto con Di Battista Conte ha badato a coltivarlo attraverso i suoi emissari. Non lo vuole come nemico e non lo considera tale, anche se vede bene come il pasdaràn del Movimento voglia spostare l' asse dei 5 stelle - quindi del governo - ben lontano da dove l' hanno posizionato la diplomazia del Quirinale e di Palazzo Chigi, e cioè saldo sull' atlantismo e sull' alleanza storica con gli Stati Uniti.

di battista di maio

 

Nel ritorno sulla scena, l' ex deputato è ripartito da uno dei suoi temi forti: l' ostilità nei confronti dell' Europa e la necessità per l' Italia di ridefinire il quadro delle alleanze internazionali. Ma per la prima volta ha presentato il «rapporto privilegiato » con la Cina come chiave di volta di questa strategia: «La Cina vincerà la Terza Guerra Mondiale senza sparare un colpo e l' Italia può mettere sul piatto delle contrattazioni europee tale relazione», ha scritto sul Fatto quotidiano.

 

L'uscita non serviva solo a fare un complimento all' eterno rivale Di Maio (che di quest' asse è stato fautore da ministro dello Sviluppo, col protocollo sulla Via della Seta, e da capo della Farnesina, accogliendo con grande enfasi ogni fornitura sanitaria atterrata in Italia grazie alla "diplomazia delle mascherine" cinese).

RENZI CONTE

 

Serviva piuttosto a rimettere Di Battista in linea con Beppe Grillo, ormai primo garante dell' amicizia tra M5S e Cina, come testimoniano la visita del novembre scorso all' ambasciatore di Pechino a Roma e i numerosi post con cui sul suo blog difende l' operato della Repubblica Popolare (e pazienza se dieci anni fa dicesse cose esattamente opposte). Se davvero aspira alla guida del Movimento, o comunque a tornare con un ruolo da protagonista, l'ex deputato non può prescindere dall' amicizia e dall' appoggio del fondatore, con cui negli ultimi tempi i rapporti sono peggiorati per via della folgorazione di Grillo sulla via del Pd.

 

Beppe Grillo con l ambasciatore cinese Li Junhua

Così, dopo la Russia («Meno male che c'è Putin», scrisse in un post sulla crisi in Venezuela) e l'Iran degli ayatollah (ultimo viaggio che lo ha entusiasmato), Di Battista scopre il fascino cinese. L'Ambasciata di Pechino a Roma ha letto con interesse le sue parole. Il virus ha reso ancora più aspra la sfida tra Cina e Stati Uniti e l'Europa è il terreno di uno scontro di influenze in cui Pechino prova a sfruttare l' ostilità contro Bruxelles diffusa nelle "periferie" e cavalcata dai partiti populisti.

XI JINPING GIUSEPPE CONTE

 

Un'eventuale scalata di Di Battista al vertice del Movimento sarebbe guardata con interesse, considerato che le sue posizioni sull'Iran, la Russia o il Venezuela ricalcano alla perfezione la rete delle alleanze cinesi. Già a febbraio del 2019 Guancha, media cinese attento alle questioni internazionali, notava come colui che definiva «uno dei leader del Movimento» fosse contrario al riconoscimento di Juan Guaidò. Allo stesso tempo però Pechino è prudente e realista.

conte xi jinping putin al sisi

 

Vuole un'Europa debole, ma non disgregata, e ama la stabilità, le strategie di lungo periodo. Per sua natura non ripone tanta fiducia nell' avventurismo dei 5 stelle. Anche se un Movimento a trazione Di Battista potrebbe essere una sponda da sfruttare. In tutto questo Conte non può certo farsi trascinare. Perché a guardare dalla tolda della nave, non ci sono scialuppe di salvataggio pronte. Le sirene di Dibba («Derenzizziamoci», ha esortato l'ex deputato M5S) sono destinate per ora a restare inascoltate.

 

alessandro di battista foto di bacco

Italia Viva conta 17 senatori. Anche ammesso che non tutti seguano Matteo Renzi in un'eventuale uscita dal governo, resterebbe un problema di numeri serio. Incolmabile per ora. Così il premier al senatore di Firenze, seppure in silenzio, tende una mano: con la marcia indietro sulla data del primo giugno per la ripresa di tutto il commercio, invisa anche al Pd.

 

Con una lunga telefonata - ieri - al responsabile economico di Italia Viva Luigi Marattin. Ma soprattutto, con la rimozione del direttore del Dap Francesco Basentini, l'ex procuratore dell' inchiesta Tempa Rossa, piombata in pieno governo Renzi e poi archiviata. «Basta con queste cazzate dei dpcm - ha detto ieri il leader di Italia Viva in una call con i suoi - adesso mettiamo il governo alla prova: facciamogli sbloccare 100 miliardi di euro sulle infrastrutture e vediamo se ha senso restare».

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