tor bella monaca 5

IL BUCO NERO DELLE PERIFERIE - TOR BELLA MONACA (ROMA), BARRIERA DI MILANO (TORINO), SECONDIGLIANO (NAPOLI): LAGGIÙ, AI MARGINI DELLE CITTÀ, I POLITICI NON CI VANNO QUASI MAI E IL RISULTATO È CHE I PARTITI SONO STATI TRAVOLTI DALLA VALANGA DELL'ASTENSIONISMO - GABRIELE ROMAGNOLI: "IN PARTE È SPIEGABILE CON LA PANDEMIA. SE SI VIENE BLOCCATI IN UNA CONDIZIONE INSODDISFACENTE È DIFFICILE NON RIAFFACCIARSI CON ACCRESCIUTA DIFFIDENZA..."

Gabriele Romagnoli per "La Stampa"

 

tor bella monaca 4

Come un gatto in tangenziale o come un politico in periferia. Durano lo stesso lasso di tempo. Più o meno: un lampo. O scappa o è travolto. Miao, sono venuto a cambiarvi la vitavrooom!

 

A travolgere i candidati alle elezioni amministrative dell'ottobre 2021 è stato il camion dell'astensionismo. Trasportava i renitenti al voto di Tor Bella Monaca (Roma), Barriera di Milano (Torino), Secondigliano (Napoli). La controtendenza di Milano e Bologna (dove invece è più inerte il centro) è relativa: in assoluto, le periferie non ci stanno, non nell'urna.

 

tor bella monaca 3

In queste ore gli scienziati e i protagonisti della politica si affannano in analisi e proclami. «Non hanno trovato rappresentanza», «Esprimono disillusione», «La sfida è riportarle al voto». Tutte le affermazioni tradiscono più che un pizzico di condiscendenza: laggiù, ai margini, non sanno quello che non fanno (cioè votare).

 

Nel loro distacco le periferie vivono le scadenze elettorali come le vecchie zie vivono le feste comandate. Sanno che i nipoti, una tantum, si faranno vedere, accenderanno sorrisi, esprimeranno affetto, ma tutto quel che si aspetteranno è un regalo, meglio se dentro una busta e poi spariranno fino alla successiva ricorrenza.

 

tor bella monaca 5

Così, con quel senso di già visto e già gabbato, i quartieri dell'oblio accolgono gli improvvisati passaggi dei candidati e i loro ritornelli di circostanza. Lo scetticismo è spesso figlio dell'esperienza.

 

Arriva Enrico Michetti e propone la creazione di un assessorato alle periferie. Bene, bravo, ma soprattutto bis: c'era già stato, l'ha abolito Virginia Raggi. Lui rincara: ma ne metteremo la sede a Tor Bella Monaca. La senti l'eco? «Torniamo in periferia per restarci», disse Nicola Zingaretti riaprendo la sezione di Casal Bruciato. «Non è uno spot - assicurò -. Sposteremo la sede del partito dal centro alla Tiburtina. Sarà la prima tappa di un grande progetto nazionale per riportare i democratici nelle periferie».

 

secondigliano 3

Non gli ha funzionato il navigatore. È sceso. Il progetto è andato altrove. Il politico e la periferia non si frequentano. Di più, non si conoscono. Il film con Albanese e Cortellesi è la perfetta rappresentazione. Lui fa parte di un gruppo di studio sulla situazione delle periferie italiane, ma quando arriva a Bastogi, dove lei vive, è come atterrasse a Falluja: gliel'avevano raccontata con le slide e i fogli excel, ma non immaginava fosse quella cosa lì.

 

secondigliano 1

Parlano linguaggi diversi, pur usando parole della stessa lingua. Lui si aggrappa ai luoghi comuni della «riqualificazione», della «necessità di andare oltre le parole», perché «lì si gioca la sfida del futuro».

 

Lei taglia corto: «È tutto un magna magna». L'espressione sintetizza una percezione della galassia politica: pianeti indistinti da cui proviene un forte e incessante rumore di mandibole. Più facile s innamorino che si capiscano davvero. Nel volume «Come votano le periferie» lo studioso Marco Valbruzzi sgancia la scelta dalla condizione di disagio. Si lega piuttosto a una capacità d'interpretazione del bisogno. O alla scintilla della novità.

 

il quartiere di torino barriera di milano 3

Non basta un peronista a raccogliere i suffragi. Occorre non sia compromesso con il sistema, arrivi dai buchi neri, non dalla solita materia di cui sono fatti i sogni. La propaganda viene sgamata in fretta, senza passare per una decodificazione del messaggio. Il Salvini prima maniera empatizza e passa, quello che suona al citofono del Pilastro (Bologna) viene respinto e lì rimane: senza risposta.

 

il quartiere di torino barriera di milano 4

Hanno fatto presa i 5 stelle perché erano inediti, esprimevano un sentimento comprensibile e condiviso e proponevano, invece di un vasto programma, qualche minimo rimedio. I dati del 2021 non consegnano a nessuno l'eredità grillina. Il Pd si affranca dal ruolo designato di partito della ztl, ma il punto vero resta che nella ztl risiede il governo e ogni politico, quando ci arriva, si adegua.

 

il quartiere di torino barriera di milano 2

Oltre i confini del Grande Raccordo Anulare o del Quadrilatero della Moda comincia una mutazione spontanea. Virginia Raggi emblema del «no» alle olimpiadi (vissute dalla periferia come l'ennesimo circo in città), finisce la sua campagna per l'impossibile rielezione con il sì all'Expo.

 

tor bella monaca 1

Chiara Appendino consegna come suo retaggio dalla carica di sindaco che lascia per diventare consigliere della Federtennis le Finali Atp, annunciando che la manifestazione raggiunge «101,9 milioni di impressions».

 

tor bella monaca 2

Anche chi alla Falchera cerca lavoro e casa è impressionato. Andrebbe pubblicata un'appendice al volume di Valbruzzi: «Come NON votano le periferie». Certo, è uno di quei soggetti mitologici, inafferrabili e di ricorrente scrutinio come «i giovani» o «il ceto medio», ma stavolta il dato è di una forza senza precedenti: a Torino sfiora il meno 30 per cento.

 

il quartiere di torino barriera di milano 1

Che cosa è accaduto? In parte è, come ogni cosa s'illumini attualmente, spiegabile con la pandemia. Per un lungo periodo tutti si sono ritirati nel proprio alveo e ne hanno constatato estensione e qualità. Si sono evidenziati i limiti, tagliati i collegamenti, ridotti i travasi. Distanziamento sociale, applicato per quartieri, ha significato isolare le situazioni e allontanare gli interventi.

 

secondigliano 2

Se si viene bloccati in una condizione insoddisfacente è difficile non riaffacciarsi con accresciuta diffidenza. Gli unici a incassare voti di speranza sono, da sempre e ovunque, gli outsider. Nel momento in cui tutti governano insieme sotto Draghi e la leader dell'opposizione lo propone come capo dello Stato, chi incarna quel ruolo? Chi può, in meno di due settimane, tornare a Coccia di morto e «dire qualcosa di periferico»?

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO