pnrr raffaele fitto giorgia meloni sergio mattarella

BUIO FITTO SUL PNRR – IL MINISTRO METTE NEL MIRINO LA CORTE DEI CONTI E PREPARA UN EMENDAMENTO CONTRO I MAGISTRATI CONTABILI PER FERMARE IL “CONTROLLO CONCOMITANTE” DELLA CORTE SUL PNRR – I RISCHI DI UNO SCONTRO ISTITUZIONALE E IL RUOLO DEL COLLE – PER SBLOCCARE I FONDI DEL PIANO CONFRONTO GOVERNO-UE: L’IPOTESI DI CONGELARE 300-400 MILIONI SUI 19 MILIARDI DELLA TERZA RATA. MA IL PROBLEMA E’ LA QUARTA: L’ITALIA È IN RITARDO SU DIECI DEI 27 OBIETTIVI DI GIUGNO LEGATI A UN NUOVO PAGAMENTO DA 16 MILIARDI...

Estratto dell'articolo di Federico Fubini per il Corriere della Sera

 

giorgia meloni e raffaele fitto

Non si può dire che sul Piano nazionale di ripresa e resilienza regni una fiducia incondizionata nel rapporto fra Roma e Bruxelles. Negli ultimi mesi nella Commissione europea è cresciuta l’insofferenza perché dall’Italia sono arrivati ripetuti annunci sulla revisione dei progetti, ma pochi dettagli. Intanto a Palazzo Chigi si è formata l’impressione che da Bruxelles si assumano atteggiamenti capziosi, fino a bloccare l’erogazione da 19 miliardi di euro (richiesta già in gennaio) accampando all’improvviso problemi burocratici mai sollevati prima. Un fondo di irritazione e di sospetti, da entrambe le parti, rimane.

 

Ma per la rata del Pnrr attesa ormai da mesi e per quella successiva — la terza e la quarta del piano da 191,5 miliardi — si inizia a intravedere un percorso. Per accelerare l’erogazione, sia a Bruxelles che a Roma si stanno prendendo le misure di un nuovo strumento: le «sospensioni di pagamento parziali». Nel caso della terza rata da 19 miliardi, questa clausola implicherebbe il versamento da Bruxelles di quasi tutta la somma prevista ad eccezione di 300 o 400 milioni. Per la quarta rata da 16 miliardi, legata a 27 obiettivi che l’Italia in teoria dovrebbe raggiungere entro giugno, la quota di pagamenti congelati potrebbe invece essere più alta.

raffaele fitto giorgia meloni

 

(…)

 

Un segnale politico

Ma quali che siano le procedure, non sfugge a nessuno a Bruxelles che la scelta di congelare una piccola quota dei fondi sarebbe letta in Italia come un segnale politico. L’erogazione della terza rata avverrebbe quasi per intero, in modo da non aprire una crisi sul Pnrr e da preservare la liquidità su cui il Tesoro a Roma conta molto. Ma la sospensione di 300 o 400 milioni lascerebbe capire che la Commissione si aspetta dall’Italia più collaborazione e più trasparenza — anche preliminare e informale — in vista di una revisione del Piano.

 

(…)

La quarta rata

RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI

Nel frattempo entrerà nel vivo anche il confronto, più difficile, sulla quarta rata. A livello tecnico l’Italia ha già fatto sapere a Bruxelles che è in ritardo su dieci dei 27 obiettivi di giugno legati a un nuovo pagamento da 16 miliardi. Alcuni di questi nodi si possono sciogliere con interpretazioni più flessibili degli impegni: per esempio il governo avrebbe dovuto finanziare 700 imprese tramite il «Fondo impresa donna» per l’imprenditoria femminile, ma mancano alcuni passaggi procedurali. Poi però ci sono problemi più di fondo e non solo quelli legati all’aggiudicazione dei bandi sugli asili nido, ai bandi in ritardo per 2.500 colonnine di ricarica elettrica nelle autostrade e 4.000 nelle città o alle 40 stazioni di rifornimento a idrogeno.

 

La questione più seria riguarda i risultati del Superbonus, finanziato dal Pnrr per 13,5 miliardi.

(…)

 

fitto meloni

 

FITTO

Estratto da corriere.it

Il ministro Raffale Fitto non apprezza le osservazioni della Corte dei conti sui ritardi del Pnrr e ribatte ai rilievi dei magistrati contabili, ricordando che «Serve un approccio costruttivo da parte di tutti, affinché i progetti si realizzino e si rendicontino in modo adeguato». 

 

(…) Non più tardi di quattro settimane fa un ulteriore scontro con la stoccata del ministro per dire ai magistrati che non tocca a loro «valutare il raggiungimento degli obiettivi e delle milestone europee».

 

 

PNRR, IL GOVERNO VUOLE LIMITARE IL CONTROLLO DELLA CORTE DEI CONTI

Estratto dell’articolo di Virginia Della Sala per il Fatto Quotidiano

 

(…)

Secondo le ultime indiscrezioni, partite da un articolo del Sole 24 Ore, tra lunedì e martedì potrebbe arrivare un emendamento dell’esecutivo (probabilmente al Decreto Pa) che prende di mira l’azione del cosiddetto Collegio del controllo concomitante, l’organo che ha il compito di monitorare in corso d’opera l’assegnazione e la gestione dei fondi, nato nel 2009, implementato negli anni e formalmente operante per il Pnrr. Si legge sul sito della Corte

fitto meloni

 

(…)

Prospettive che certo non piacciono ai magistrati, ieri riuniti per una lunga riunione dell’Associazione dei magistrati contabili per capire come e se rispondere a quello che di fatto è uno scontro istituzionale e che potrebbe comunque dover passare da un vaglio del Colle. Proprio come nel caso del danno erariale, su cui il governo pare intenzionato a prorogare (di nuovo) i limiti della punibilità di amministratori e dipendenti pubblici ai soli casi di dolo, omissione o inerzia grave, misura che pure era stata criticata dal presidente della Corte dei Conti e già prorogata fino al 30 giugno 2023. Era stata infilata nelle bozze del decreto Pnrr-ter e fu poi stralciato per il pressing dei magistrati e di Mattarella.

RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI raffaele fitto RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”