giorgia meloni sergio mattarella matteo salvini silvio berlusconi licia ronzulli

BURATTINI E BURATTINAI DEL NUOVO POTERE - CONOSCIAMO BENE IL ‘’CIRCOLO NERO’’ CHE FA DA PIEDISTALLO A GIORGIA MELONI: FAZZOLARI, LOLLOBRIGIDA, MANTOVANO, A CUI SI SONO AGGIUNTI BRUNO VESPA E CLAUDIO DESCALZI – OBSOLETO IL VOLTO DEMOCRATICO DI FRATELLI D'ITALIA, GUIDO CROSETTO, SI FA LARGO LA LEADERSHIP DI MANTOVANO CHE GODE DELL'AMICIZIA DI GIANNI DE GENNARO – UNA MELONATA DOPO L’ALTRA HA DATO DI NUOVO FIATO E CORAGGIO (“NON SO’ FASCI, SO’ SCARSI”) A QUELLA CLASSE DI ASPIRANTI BURATTINAI CHE I GOVERNI CONTE E DRAGHI AVEVANO MESSO IN DISPARTE. ECCO FARSI AVANTI PAOLO SCARONI CON IL SODALE LUIGI BISIGNANI, ITALO BOCCHINO, FRANCESCO DINI, EMANUELE SPOTO…

DAGOREPORT

GIOVANNA IANNIELLO PATRIZIA SCURTI JOE BIDEN

Ormai conosciamo bene il ‘’circolo nero’’ che fa da piedistallo a Palazzo Chigi a Giorgia Meloni: il fido e tosto fino alla gaffe, Fazzolari; il baldo cognato che fa tanto gossip, Lollobrigida; il bonzo saggio e taciturno, Mantovani; con il conforto delle segretarie factotum Ianniello e Scurti, che montano la guardia all’equilibrio mentale della Ducetta anche nelle trasferte di Stato (vedi l’incredibile foto della stretta di mano della Ianniello a Biden al G20 di Bali, con la ridente Scurti in mezzo, che a molti ha ricordato l’era trash-endentale di Conte premier a palazzo Chigi con Ta-Rocco Casalino troneggiante a capotavola con Angela Merkel).

Meloni Vespa

 

Al “circolo nero” chigiano, negli ultimi tempi si sono aggiunti tra i preferiti dell’agenda di Giorgia i cellulari di Bruno Vespa, novello gianniletta neo-dotato per Rai e affari di politica domestica, e quello di Claudio Descalzi, gran consigliere per geopolitica e dintorni (vedi la fissa della Meloni per l’accademico Roberto Cingolani a capo di Leonardo e l’infausto sbarco a palazzo Chigi di Mario Sechi come capo ufficio stampa); due signori lontani anni luce dai camerati di via della Scrofa e quindi giudicati poco “affidabili” dai fratellini d’Italia puri e duri rimasti in modalità Colle Oppio.

MELONI E DESCALZI IN LIBIA

 

Ma se ieri “Il potere logora chi non ce l’ha”, come soleva ripetere Giulio Andreotti, oggi invece, sembra che il potere stia logorando chi l’ha appena conquistato. Si sprecano i mal di pancia delle due “badanti” di Giorgia, Ianniello e Scurti, alla vista di Sechi; non accennano a calmarsi i rosicamenti di Rampelli verso l’ascesa del “cognato” Lollobrigida; aumentano ogni giorno le gelosie tra il consigliere-principe della Meloni, Giovan Battista Fazzolari, e la rete di potere dell’ex magistrato Alfredo Mantovano.

 

francesco lollobrigida alfredo mantovano a cutro

Vale la pena sapere che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi, nel 2001-2006 ricoprì l'incarico di sottosegretario al Ministero dell'Interno nel Governo Berlusconi II, con delega alla pubblica sicurezza, grazie alla quale ha avuto l’occasione di intrecciare un ottimo rapporto con l’allora capo della polizia Gianni De Gennaro.

 

gianni de gennaro guido crosetto foto di bacco

Un’intesa con uno dei più potenti e longevi burattinai del potere romano che fino ad oggi non è mai venuta meno; e presto vedremo se il generale della Guardia di Finanza Andrea De Gennaro, “fratello di”, riuscirà a occupare la poltrona in scadenza di Giuseppe Zafarana.

 

andrea de gennaro guardia di finanza

In questi quattro mesi, disabituati alla cultura del potere, lo sbarco dei camerati nella stanza dei bottoni si è trasformato in una sagra di supreme cazzate: dal decreto rave al superbonus, dalle accise sulla benzina alla legge di bilancio, dal Pos al tetto al contabile, dalla proroga anti-UE delle Balneari alle prodezze del duo di coinquilini, Donzelli-Delmastro, fino al mistero della mancata visita a Cutro di Giorgia Meloni nei giorni successivi alla tragedia.

PAOLO SCARONI - SILVIO BERLUSCONI - ALEXEY MILLER - VLADIMIR PUTIN

 

Un pasticcio dopo l’altro che ha dato di nuovo fiato (“Non so’ fasci, so’ scarsi”) e coraggio a quella classe di potenti che i governi Conte e Draghi avevano messo in disparte. Ecco farsi avanti un vecchio leone che fu al comando di Eni ed Enel come Paolo Scaroni, sempre con il sodale Luigi Bisignani al fianco, bussare alla porta di Salvini e Berlusconi, dopo che la Ducetta (su diktat di Descalzi) non ha concesso loro udienza a Palazzo Chigi, per coronare il sogno di conquistare la presidenza dell’Enel. Cosa molto mal digerita dal preferito di Giorgia, Stefano Donnarumma, che mal vorrebbe un finto Presidente che pensa di fare l’AD.

luigi bisignani foto di bacco

 

Intanto il vispo Bisignani è partito all’attacco delle Ferrovie e, visto che l’ad Luigi Ferraris non scade, tenta di conquistare posizioni nelle controllate Trenitalia e RFI (il gestore della rete). In particolare quest’ultima fa gola perché sarà beneficiata di 24,7 miliardi di euro che il Pnrr ha destinato alle opere sulla rete ferroviaria ad Alta Velocità, da realizzarsi entro il 2026. E il cavallo di Bisi è il suo amicissimo Stefano Siragusa, già manager TIM di lungo corso e ex ad di Ansaldo Sts.recente 

 

STEFANO SIRAGUSA

In alternativa i nostri eroi gradirebbero lo spostamento dell’ad di Trenitalia, Luigi Corradi, che è vicino alla corrente leghista di Rixi, a RFI e piazzare Siragusa in Trenitalia. E in questa azione trovano gradimento del redivivo Mauro Moretti, compagno di Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani, che non ha mai perso la passione per le aziende di trasporti, Eccolo negli eventi ufficiali, come il recente decennale della Fondazione FS, dove Moretti ha fatto gli onori di casa alla Ministra Santanche’ e alla sua corte (vedi foto).

 

Mauro Moretti Daniela Santanche

Ma altri “affamati” bussano alle porte del governo. L'ex parlamentare finiano Italo Bocchino, l’ex factotum di Carlo De Benedetti, Francesco Dini, l’ex ad di Telsy Emanuele Spoto, ora AD di Duskrise, società che si occupa di cybersecurity che vanta l’ex Aise Marco Mancini, si muovono per accreditarsi con Fratelli d’Italia.

 

MELONI FAZZOLARI

Da mesi infatti stanno costruendo, attraverso giornalisti amici, il racconto dei loro rapporti con il potere meloniano. In realtà la Ducetta non conosce la maggior parte di loro e disdegna quelli che conosce, come l’Italo. Ma in qualche stanza di Palazzo Chigi qualcuno del gruppo ha accesso. Pure in quella di Fazzolari, ignaro strumento.

francesco diniEmanuele Spotofrancesco lollobrigida alfredo mantovano a cutro gianni alemanno italo bocchinomarco mancini e matteo renziPomicino Bertinotti Mantovano e Sisto

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