xi jinping tedros ghebreyesus

IL BURATTINO TEDROS E IL PUPARO XI - 100 PAESI CHIEDONO UN'INDAGINE SULL'ORIGINE CINESE DEL CORONAVIRUS, E PECHINO METTE TUTTO A TACERE GARANTENDO 2 MILIARDI ALL'OMS, QUATTRO VOLTE IL VALORE DEI FONDI TOLTI DA TRUMP. CHE DÀ 30 GIORNI DI TEMPO ALL'ORGANIZZAZIONE PER DIMOSTRARE DI NON ESSERE SCHIAVA DELLA CINA

 

1 - XI OFFRE 2 MILIARDI PER LA RICERCA - GLI USA: AVETE COPERTO IL VIRUS

Paolo Mastrolilli per “la Stampa

 

Messo con le spalle al muro dalle accuse di aver provocato e nascosto il coronavirus, il presidente cinese Xi ha cercato di girare il tavolo all' assemblea dell' Organizzazione Mondiale della Sanità, presentando il suo Paese come il leader della risposta globale.

 

tedros adhanom ghebreyesus

Perciò ha accettato un' inchiesta sul Covid-19, ha offerto 2 miliardi di dollari per combatterlo, e ha promesso che se Pechino svilupperà il vaccino lo fornirà a tutti. Gli Usa sono tornati all' attacco, accusando tanto l' Oms, quanto uno «Stato membro» non nominato, di aver celato l' emergenza e fallito la gestione. Trump insiste su questa linea perché errori sono stati commessi, ma soprattutto perché ne ha bisogno come arma elettorale. Così però rischia di cedere la leadership dell' Organizzazione e dell' intera risposta globale alla Repubblica popolare, pronta ad occupare un altro vuoto creato dalla linea sovranista del capo della Casa Bianca sulla scena internazionale.

 

La "World Health Assembly" si è aperta ieri a Ginevra in forma digitale, sullo sfondo del duello tra Usa e Cina. Il segretario generale dell' Onu Guterres ha chiesto unità per fermare il virus, rimandando a dopo la resa dei conti. Quindi ha proposto un piano in tre punti: offensiva medica guidata dall' Oms, interventi economici per i Paesi in crisi, cambiamento strutturale delle nostre società verso un modello più sostenibile. Nei giorni scorsi Washington ha fatto circolare la bozza della riforma che vorrebbe sottoporre al G7 di giugno, anticipata da La Stampa, ma Francia, Germania, Italia e Canada hanno frenato.

 

donald trump xi jinping

La Ue invece ha proposto una risoluzione di sette pagine che verrà approvata dall' Assemblea Oms, dopo che Trump ha dato il suo appoggio via Twitter. Oltre cento Paesi avevano chiesto un' indagine su origini e risposta all' epidemia, che finora Pechino aveva ostruito. La risoluzione la prevede, ma per capire come prepararsi meglio alla prossima emergenza, piuttosto che puntare il dito contro i colpevoli. Xi, soddisfatto anche per l' esclusione di Taiwan dall' Assemblea, l' ha appoggiata, pur difendendo il suo operato: «Abbiamo agito con apertura, trasparenza, e responsabilità».

 

Quindi ha offerto 2 miliardi, ossia quattro volte i fondi bloccati da Trump, aiuto all' Africa, e ha promesso che se svilupperà il vaccino lo distribuirà a tutti. Per gli Usa ha risposto il segretario alla Salute Aznar: «Questa organizzazione ha fallito nell' ottenere le informazioni di cui il mondo aveva bisogno, ciò è costato molte vite». Poi ha denunciato «il tentativo di nascondere l' epidemia da parte di almeno uno stato membro». Non c' è dubbio che errori siano stati commessi, ma Trump alza lo scontro con Xi e blocca i fondi all' Oms soprattutto perché è un fronte utile alla sua campagna di rielezione. Il rischio, come già accaduto alla Fao, è che Pechino approfitti della ritirata americana dal multilateralismo per occuparne la leadership.

 

 

2. CENTO STATI: INDAGINE SULLA CINA MA XI USERÀ L'OMS PER FRENARE

Michelangelo Cocco per “il Messaggero

 

donald trump xi jinping mar a lago

Il presidente cinese, Xi Jinping, si è trovato ieri a difendere per la prima volta in un consesso internazionale l'operato della suo governo, accusato dagli Stati Uniti di non aver fatto abbastanza per prevenire la diffusione nel mondo dell'epidemia di Covid-19 o di essersi fatto scappare il nuovo coronavirus da un laboratorio di Wuhan, forse addirittura intenzionalmente secondo Donald Trump. Al contrario Xi - intervenuto in videoconferenza in apertura dell'Assemblea dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha sostenuto che Pechino abbia agito «con franchezza, trasparenza e responsabilità» per fermare il contagio del virus dalla metropoli cinese al resto del pianeta, facendo «tutto ciò che poteva» per aiutare gli altri Paesi, «pubblicando la sequenza del genoma il prima possibile e condividendo senza riserve le nostre esperienze di controllo e trattamento».

 

Il ministro della salute statunitense ha replicato puntando l'indice contro Pechino e l'Oms. «Quest'organizzazione non è riuscita a ottenere le informazioni di cui il mondo aveva bisogno, e questo fallimento è costato molte vite», ha accusato Alex Azar. E in seguito Trump ha accusato l'Oms di essere «un burattino della Cina».

 

GHEBREYESUS XI JINPING

LA MEDIAZIONE

A placare questo scontro senza precedenti tra chi rimprovera all'Oms di essere stata subalterna a Pechino nella gestione della crisi pandemica e chi la difende a spada tratta potrebbe essere una risoluzione - redatta dall'Unione Europea e sostenuta da 100 Paesi, tra cui Russia e India - che chiede un'inchiesta su quanto accaduto negli ultimi mesi del 2019, che dovrebbe essere messa ai voti oggi. Xi ieri infatti ha appoggiato un riesame complessivo della risposta globale, ma da avviare quando l'emergenza tuttora in corso sarà terminata.

 

Tempi lunghi che gli assicurano che anche in caso di condanna nei confronti della Cina la sentenza non potrà essere usata come arma per la campagna elettorale di Trump. Un'indagine che comunque secondo il presidente cinese dovrà essere «scientifica e professionale, guidata dall'Oms e condotta in maniera oggettiva e imparziale», perché «dobbiamo rafforzare la governance globale sanitaria». Un punto quest'ultimo sul quale si è dichiarata d'accordo anche la cancelliera tedesca Angela Merkel.

 

Xi dunque ha rilanciato la palla proprio nel campo di quell'Oms alla quale nelle ultime settimane l'Amministrazione Trump ha bloccato i finanziamenti (ieri il presidente statunitense ha detto di volerli ridurre a 40 milioni) e alla quale il presidente cinese ha appena promesso 2 miliardi di dollari nel prossimo biennio, per aiutare i paesi in via di sviluppo colpiti dalla pandemia.

 

LA RISPOSTA

GHEBREYESUS XI JINPING

Rivolgendosi all'Assemblea dopo Xi, il presidente dell'agenzia delle Nazioni Unite, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha confermato che l'Oms lancerà un'inchiesta «appena possibile». «Tutti abbiamo lezioni da imparare dalla pandemia ha sostenuto il presidente dell'Oms -. Ogni Paese e ogni organizzazione deve esaminare la sua risposta e imparare da questa esperienza. L'Oms è vincolata alla trasparenza alla responsabilità e al miglioramento continuo».

 

Xi ha promesso che eventuali vaccini cinesi, «quando saranno disponibili, saranno un bene pubblico globale». «Questo sarà il contributo della Cina ha aggiunto il presidente cinese per assicurare la disponibilità e l'accessibilità del vaccino nei paesi in via di sviluppo».

 

Certo quelli cinesi sono annunci, promesse, che tuttavia danno la misura della nuova statura internazionale del Paese, che di fronte alle accuse di aver fatto troppo tardi, troppo poco, non si fa mettere sul banco degli imputati e riesce a condizionare in senso favorevole ai suoi interessi l'azione di un'organizzazione internazionale come l'Oms.

coronavirus cina

 

Infatti aiutare i Paesi poveri vuol dire anche rafforzare la presenza economica e politica di Pechino lungo quella nuova via della Seta (lanciata proprio da Xi Jinping) che dovrebbe moltiplicare commerci e infrastrutture dalla Cina all'Europa passando proprio per il Medio Oriente e l'Africa.

mercato del pesce di wuhanmercato del pesce di wuhan 1mascherine anti virus in cina

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…

mantovano belloni almasri ursula von der leyen bjoern seibert gianni caravelli

BELLONI, UN ERRORE DOPO L’ALTRO. QUANDO SBATTÈ LA PORTA DEL DIS, ESSENDO ENTRATA IN CONFLITTO CON IL CAPO DELL’AISE, GIANNI CARAVELLI, COLPEVOLE DI NON FARE RIFERIMENTO A LEI MA AL SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, SCELSE IL MOMENTO MENO OPPORTUNO: L’ESPLOSIONE DEL CASO ALMASRI - DOPO LO SCHIAFFO A MANTOVANO, ORA HA MOLLATO UNA SBERLA A URSULA, DECIDENDO DI FARE LE VALIGIE ANZITEMPO NEL MOMENTO DI DEBOLEZZA MASSIMA DI VON DER LEYEN: LA QUESTIONE DEI DAZI E LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEGLI EUROPARLAMENTARI DI ULTRA-DESTRA - E OGGI BELLONI SI RITROVA, COME DICONO IN CERTI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ‘’SENZA I CRISMI’’ DI AFFIDABILITÀ PER ASPIRARE A UNA PRESIDENZA IN QUALCHE PARTECIPATA DI STATO, DOVE URGE UNA PRESENZA FEMMINILE, COME L’ENI...

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE...