carlo calenda

CALENDA E' TALMENTE PIENO DI SE' DA VEDERSI GIA' AL CAMPIDOGLIO: "A ROMA POSSO VINCERE, NON MI RITIRO. MA SONO PRONTO ALL'ACCORDO COL PD" - IL CANDIDATO SINDACO DI ROMA PUNGE ENRICO LETTA: "PARLA DI PRIMARIE, PERÒ LUI E CONTE PROVANO A FAR DESISTERE LA RAGGI. L'OBIETTIVO PRINCIPE DEL PD È TROVARE UN ACCORDO CON I GRILLINI ANCHE SAPENDO CHE A ROMA HANNO GOVERNATO MALISSIMO..."

Carlo Bertini per "la Stampa"

 

carlo calenda

«A Draghi abbiamo mandato una proposta dettagliata per uscire dallo stallo: il governo deve aiutare con un ristoro dell'80% tutte le aziende fino a 50 milioni di fatturato. Sì, costa 35 miliardi, ma sono gli ultimi. E poi, vaccinare gli over 70 e i fragili con almeno una dose e riaprire il 15 maggio. Modello inglese».

 

Con piglio manageriale, Carlo Calenda ha la sua ricetta per sminare le tensioni sociali, prevenire centinaia di fallimenti, mettere in sicurezza il Paese e farlo ripartire in un mese.

 

Si vedrà se il premier la seguirà, intanto Calenda la sforna come esempio di idee concrete che fanno difetto al centrosinistra.

«Salvini spara proposte sgangherate, ma parla al Paese. Dall'altra parte si parla sempre e solo di se stessi, di primarie e di correnti».

Beh, ne parla anche lei quando dice che le primarie del Pd sono solo una resa dei conti tra correnti... O no?

«In realtà proprio per questo le ritengo un errore. Sono sei mesi che vengono sconvocate o convocate a seconda dell'opportunità politica. Letta dice primarie, ma il Pd lavora con Conte per far ritirare la Raggi e lanciare un candidato unico. E se ci sarà un loro candidato unico, ovvio che non si faranno».

zingaretti calenda

 

Ma se invece si faranno a giugno come sembra, lei si tira fuori. Non è che ha paura di perderle contro Gualtieri?

«L'unica cosa che temo di perdere è il tempo e l'attenzione dei cittadini. Non possiamo stare tre mesi ad attaccarci tra noi invece di parlare agli elettori. Come faccio a restare fermo fino a giugno? Finora, gli unici in campo siamo io e la Raggi. Il mio obiettivo è arrivare al secondo turno: perché lì, come dicono i sondaggi, batterei la Raggi di 20 punti. E lo farò con una proposta civica che si rivolge ai cittadini a prescindere dall'orientamento politico. Del resto anche la destra non riesce a trovare candidati».

 

Dunque è impossibile un accordo con il Pd? O esistono margini di mediazione, ora che Zingaretti ha ribadito che non si candiderà?

ENRICO LETTA

«Io ho detto a Letta che sono disponibile in ogni momento a decidere insieme squadra, deleghe e programma, ma ciò a partire dalla mia candidatura che dopo mesi è l'unica in campo. Non si butta a mare un lavoro sul programma fatto da circa 200 persone, una campagna d'ascolto con 500 associazioni fatta in tutti i municipi.

 

Ho detto a Enrico: c'è un tema che riguarda la classe dirigente locale. Facciamo insieme un'operazione di rinnovamento. Ma con le primarie, ove mai si facessero, il rischio di una spartizione tra correnti e il trionfo delle truppe cammellate sarebbe elevatissimo».

 

Siete in stallo dunque?

calenda

«Altro che stallo! Stiamo lavorando a pieno ritmo per costruire una lista civica con persone di grande qualità, che parlerà a tutta la cittadinanza, proponendo progetti concreti su rifiuti, trasporti, verde. Poi, sempre disponibile al confronto con Letta».

 

Lei osteggia le alleanze con i 5 Stelle, ma non si riconosce nell'approccio di Letta che rivendica un ruolo da baricentro per il Pd, senza concedere a M5s la golden share del centrosinistra?

«La concessione della golden share ai grillini era un abominio, ma vedo che non è cambiato molto. L'obiettivo principe del Pd è trovare un accordo con loro, anche sapendo che a Roma hanno governato malissimo.

 

virginia raggi

La sinistra parla di sé stessa e delle alleanze e la destra fa ciò che ha sempre fatto, dice le cose che le persone si vogliono sentir dire, senza verificare se siano possibili. Il centrosinistra deve fare proposte che affrontano i problemi fondamentali delle persone, se no lascia il campo alle banalità di Salvini. Certamente non sul vincolo di mandato o sul voto ai sedicenni. Ma siamo in mezzo a una pandemia!»

 

A proposito, quanti vaccini al giorno vanno fatti con la sua proposta per Draghi?

«Draghi ha determinato una svolta, ma manca ancora una road map chiara per gli italiani. Il nostro piano prevede 350 mila vaccini al giorno, meno di quelli annunciati, e il ritorno alla normalità il 15 maggio. Ma le regioni devono capire che i vaccini si fanno a chi dice lo Stato. I governatori come De Luca ed Emiliano non possono continuare a fare i satrapi nel loro territorio».

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