l armata brancaleone di enrico letta roberto speranza carlo calenda matteo renzi luigi di maio giovanni toti

CALENDA CONOSCE I SUOI ELETTORI? - I SIMPATIZZANTI DI AZIONE SI SENTONO PIU’ VICINI AI PARTITI DI SINISTRA (ARTICOLO 1 - MDP, VERDI, SINISTRA ITALIANA) E A ITALEXIT DI PARAGONE CHE AL PD! - E UNO SU QUATTRO GUARDA CON FAVORE AL MOVIMENTO CINQUESTELLE - ILVO DIAMANTI: “CIRCA 1 ELETTORE SU 4 DECIDE PER CHI VOTARE NELL'ULTIMA SETTIMANA. E OLTRE IL 10% ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI O IL GIORNO STESSO”

Ilvo Diamanti per “la Repubblica”

 

LE AFFINITA ESPRESSE DAI SIMPATIZZANTI DI AZIONE

Le prossime elezioni si svolgeranno tra un mese e mezzo. Ma il loro esito appare largamente scritto. A favore del Centro-Destra, stimato in largo vantaggio da tutti i principali sondaggi, compreso quello condotto da Demos per Repubblica, nei giorni scorsi. La decisione di Carlo Calenda di correre da solo, con il "suo" partito, Azione, non rafforza questa pre-visione. Al tempo stesso, riapre i giochi e rende in-attuali le stime politiche proposte dai sondaggi, anche recenti, come questo.

 

Tuttavia, molto può cambiare, prima del voto. Non solo per l'instabilità della situazione. Ma perché la quota degli incerti - se e per chi votare - è ancora elevata. Come abbiamo ricordato in altre occasioni, circa 1 elettore su 4 decide nell'ultima settimana. E oltre il 10% alla vigilia delle elezioni o il giorno stesso.

ENRICO LETTA CARLO CALENDA

 

Per questo Enrico Letta si sta confrontando, da tempo, con i leader dei partiti "coerenti" con la sua posizione. Per costruire quel "campo largo", evocato in diverse occasioni. Certo, è difficile immaginare che possa "allargarsi" tanto da rovesciare gli equilibri emersi in questa fase. Tuttavia, potrebbe servire a contenere lo svantaggio pre-visto. Ma non ancora confermato dal voto. Tanto più dopo la defezione di Calenda. La cui formazione, insieme a +Europa, secondo il recente sondaggio di Demos, si attestava intorno al 5%, prima della rottura.

 

letta calenda

È probabile che la sua decisione rifletta la volontà di ricavarsi uno spazio specifico attraverso l'opportunità - unica - della campagna elettorale. Per imporsi come riferimento di un Centro che ancora non c'è. Sfidando il Pd, alla ricerca di un "campo largo" che si restringe sempre più. Nonostante resti il partito più forte, insieme ai FdI di Giorgia Meloni, secondo le stime elettorali. Tuttavia, per imporsi, seguendo il criterio "maggioritario", previsto dalle leggi elettorali, occorre realizzare "larghe intese".

 

LE AFFINITA ESPRESSE DAI SIMPATIZZANTI DEL PD

Superando distinzioni e differenze, comunque importanti, senza indebolire le specificità del partito. A Centro- Sinistra, questa opera(zione) appare più impegnativa. Soprattutto in questa fase, perché il partito maggiore, insieme al Pd, è ancora il M5S. Per auto-definizione: un "non-partito". Che riassume diverse componenti, diverse posizioni. Una prospettiva cambiata necessariamente, dopo che ha conquistato una base elettorale ampia - seppure instabile. Ed è divenuto, a sua volta, un "partito".

 

In alcune fasi: di governo. Il rapporto con il M5S si è complicato dopo la caduta del governo guidato da Draghi, per iniziativa - e a causa - del M5S. In primo luogo, del "capo", Giuseppe Conte. Così, in vista delle prossime elezioni, Enrico Letta deve ri-costruire un "campo largo", insieme alle forze politiche che si collocano "oltre" il Centro-Destra. Che, invece, esprime un'intesa chiara, fra i tre partiti su cui si fonda. FI, Lega e Fd'I. Mentre meno chiaro, semmai, è come si muoverà, dopo il voto. Se dovesse, davvero, vincere.

ENRICO LETTA CARLO CALENDA

 

Le discussioni - e divisioni - sul futuro Capo del governo e sulla composizione ministeriale sono già aperte. Ed evidenti. Ma il problema, per il Centro-Sinistra è più serio. Riguarda la costruzione del "campo". Perché se il Pd appare in grado di dialogare con tutti, a Sinistra e al Centro, le relazioni fra i partiti non sembrano altrettanto coerenti.

 

Per questo Enrico Letta aveva proposto una soluzione diversificata: "un'intesa elettorale" con Sinistra e Verdi e "un patto di programma" con Azione e +Europa. Un piano che genera disagio. Fra gli elettori dello stesso "campo" di Sinistra. Anche prima della frattura prodotta da Calenda. Se valutiamo gli orientamenti emersi dal sondaggio condotto da Demos per l'Atlante Politico di Repubblica, la settimana scorsa, è infatti evidente come i simpatizzanti del Pd si sentano "vicini" agli altri partiti di Sinistra.

LE AFFINITA ESPRESSE DAI SIMPATIZZANTI DI ARTICOLO UNO - MDP

 

Ma non solo. Anche di Centro: Azione, +Europa e Italia Viva di Renzi. Mentre i simpatizzanti di Azione e +Europa, da parte loro, esprimono orientamenti più tiepidi. E appaiono, semmai, in sintonia con Italexit, il partito di Gianluigi Paragone. Gli elettori dei partiti di Sinistra mostrano, a loro volta, distacco nei confronti del Pd. È, dunque, difficile trovare motivi che accomunino il "campo" di Centro-Sinistra, se si va oltre il distacco verso l'altra parte. In particolare, rispetto a Giorgia Meloni e al suo partito.

 

Il problema, però, è che gli elettori del Pd non vedono in Giorgia Meloni una minaccia. L'immagine di un'altra frattura. Come, nel passato recente, quella anti-berlusconiana. Per offrire una base solida e competitiva al partito, Enrico Letta deve, dunque, guardare avanti. Per de-finire un'identità che marchi i confini del "campo democratico". E offra buoni motivi agli elettori per votare. Non "contro" i nemici politici, ma "per" il Partito democratico.

ENRICO LETTA CARLO CALENDA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE... 

giorgia meloni vacanza vacanze

DAGOREPORT - ALLEGRIA! DOPO TRE ANNI DI MELONI, GLI ITALIANI SONO SENZA SOLDI PER ANDARE IN VACANZA! - L'OMBRELLONE DELL’ESTATE 2025 SI È CAPOVOLTO E DEI VOLTEGGI INTERNAZIONALI DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, LA “GGENTE” SI INTERESSA QUANTO UN GATTO ALLA MATEMATICA: NIENTE. SI INCAZZA ED INIZIA A PENSARE AL PROSSIMO PARTITO DA VOTARE SOLO QUANDO APRE IL PORTAFOGLIO E LO TROVA VUOTO: DOVE E' FINITO IL “DIRITTO” AL RISTORANTE “ON THE BEACH” E ALL’ALBERGO “ON THE ROCKS”? - A DARE NOTIZIA CHE LE TASCHE DEGLI ITALIANI VERDEGGIANO È “IL TEMPO”, UNO DEI PORTABANDIERA DI CARTA DEL GOVERNO MELONI: ‘’CAUSA CRISI, PREZZI ALLE STELLE, NEANCHE UN ITALIANO SU DUE ANDRÀ IN VACANZA E DI QUESTI, OLTRE IL 50%, OPTERÀ PER UN SOGGIORNO RIDOTTO DI 3-5 GIORNI, CERCANDO MAGARI OSPITALITÀ PRESSO AMICI E PARENTI...” - MA PER L'ARMATA BRANCA-MELONI, IL PEGGIO DEVE ARRIVARE. UN PRIMO SEGNALE È STATO IL PING-PONG SULL’AUMENTO, RIENTRATO, DEI PEDAGGI, MENTRE INTANTO STANNO BUSSANDO ALLA PORTA I DAZI TRUMPIANI. NEL 2026 INFINE FINIRA' LA PACCHIA MILIARDARIA DEL PNRR - UN PRIMO E IMPORTANTISSIMO TEST PER RENDERSI CONTO DELL’UMORE NERO DEGLI ITALIANI SARÀ LA CHIAMATA ALLE URNE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO. SE LA MELONI SI BECCA UNA SBERLA SU 4 REGIONI SU 5, TUTTI I CAZZI VERRANNO AL PETTINE...

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?